Passato

10 4 0
                                        

In questo capitolo ci potrebbe essere delle scene pesanti per qualcuno. Per avvisarvi metto questo " * " ⚠️

Allungai la mano verso il grande cassetto e lentamente lo aprii. Il corpo di mia madre si illuminò lentamente per via della poca luce, "ed ecco che entrano in gioco le mie abilità da gatto". Mi sforzai così tanto che a momenti cadevo dalla fatica ma alla fine ce la feci, i miei occhi ora riuscivano a vedere perfettamente al buio. "dovevo solo restringere le pupille non mi sembrava tanto complicato" pensai mentre esaminato attentamente il corpo di mia madre. Mi avvicinai al suo volto e solo nel momento in cui guardai gli occhi notai tutti i graffiti che aveva in tutto il corpo e della grande cicatrice sul suo volto che attraversava perpendicolarmente. Ora ricordavo tutto.

Flashback

Ero in casa con mia madre e stavo giocando con un pupazzino di lana che aveva fatto lei stessa per il mio compleanno. Vivevamo in un piccolo villaggio poverissimo ea malapena riuscivamo a comprare il cibo. Il silenzio che regnava lì venne spezzato da un grido disperato di qualcuno.

<ARRIVANO GLI INFETTATI !!!> urlò una persona mentre scappava da qualcosa.

Tutti gli abitanti del villaggio uscirono dalle case e iniziarono a correre verso il bosco. Io e mia mamma seguiamo la folla di persone. Arrivati ​​al confine con la foresta sentimmo degli aerei volare sopra le nostre teste.

<SONO ARRIVATI! CI SALVERANNO TUTTI! NON DOBBIAMO PREOCCUPARCI!> Gridavano tutte le persone alla vista dell'aereo.

Io mi girai e guardai gli infettati. Avevano la pelle di un colore blu chiaro, lunghe orecchie appuntite, denti affilati come quegli squali ei vestiti strappati. Non feci in tempo a notare altro che una bomba si schiantò su quelli che erano ormai raggiunti le persone. Ma non bastò.

<ARRIVANO DAL BOSCO !!!> gridò una persona dietro di noi.

Ormai eravamo spacciati. O almeno non io.

* Quelli che erano dal bosco si buttarono in mezzo alle persone iniziando a strappare i loro cuori per poi mangiarli. Altri invece tagliavano lentamente la testa dei cittadini. Un infettato venì vicino a me, mi guardò attentamente e se ne andò. Dopo poco sentii le grida di una persona, una che conoscevo, MAMMA. Iniziai a correre attraverso quella distesa di corpi senza vita. L'infettato che le stava tagliando il collo si fermò a metà del suo lavoro e cadde a terra morto dopo aver sentito un forte sparo. Io afferrai la testa di mia madre e la sollevai senza pensarci due volte. *

<mamma tieni duro, stanno arrivando i soccorsi> le dissi per rassicurare e dopo pochi secondi un gruppo di soldati si avvicinò a me e mia madre.

<lei ormai è morta, lascia perdere> mi disse uno dei soldati.

Erano coperti con una spessa tuta dalla testa ai piedi.

Io scoppiai in un mare di lacrime e dopo poco svenni a terra per un masso che mi colpì in pieno e caddi vicino a uno dei soldati che erano rimasti vicini a me per provare a portarmi al sicuro.

Da lì non ricordai più nulla e quando riaprii gli occhi ero nella stanza d'ospedale.

Bel flashback

La voce di qualcuno interruppe i miei ricordi

<allora, ti ricordi ciò che è successo?> mi domandò una voce familiare.

<s-si, ma chi sei?> domandai io. L'uomo venne fuori nell'oscurità della stanza e si mise vicino alla finestra. Era quel medico impiccione di questo pomeriggio.

<tu eri molto povera da piccola, ma qui abbiamo la luce> disse mentre si avvicinava all'interruttore per poi accendere la luce.

<Non lo sapevo> dissi imbarazzata

<Non ti preoccupare. Allora, torni in stanza? Domani sarai dimessa e andrai nella scuola cui parlava quel tizio basso> mi disse mentre mi aiutò a tornare in strofa, o almeno, mi mostrò la strada che già sapevo.

Mi lasciò in stanza da sola. Ero sotto le coperte quando pensai "domani voglio vedermi allo specchio. Non l'ho ancora provato e voglio vedere com'è. Ovviamente dopo aver preparato le valigie con quel poco che ho. Tutto il mio villaggio annientato da quei brutti ceffi blu" stavo pensando alle cose da fare il giorno dopo quando mi tornò in mente il mio passato. "dopotutto non è colpa mia" pensai prima di addormentarmi comodamente sul letto.


Spazio autrice
Spero che la storia vi stia piacendo. Chissà come sarà la scuola di Akali, e chissà chi incontrerà.
Ci vediamo con il prossimo capitolo
Ciaooo

L'erede degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora