Parte diciottesima

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Pov Kai.

«Tu. Che cosa hai fatto?» sibilò Bonnie Bennett minacciosa, fissando entrambi con i suoi grandi occhi verdi nell'oscurità.

Dopo quella frase, un silenzio dannatamente fastidioso scese sui presenti.

Né Kai né Ruby mossero un passo e nessuno aprì bocca per i pochi secondi che susseguirono.

Il leggero sibilo del vento che accarezzava le foglie degli alberi, era l'unico suono udibile a metri di distanza.

La ragazzina dopo l'entrata in scena di Bonbon non mosse un muscolo né sembrava affatto intimorita, anzi, reggeva con altrettanta freddezza lo sguardo della strega che non si scompose minimamente, fissandola dritta negli occhi quasi a volerla sfidare.

L'aria fredda della serata gli fece rizzare leggermente il pelo: aveva le zampe gelate e a quel punto si chiese se con l'arrivo di Bonnie i guai non si fossero moltiplicati.

Ruby incrociò distrattamente le mani sulle braccia per darsi almeno un po' di calore, e Kai non poté non constatare che anche la strega dagli occhi verdi sembrava abbastanza infreddolita ma cercava con tutta se stessa di non darlo a vedere con quel dannato sguardo che aveva imparato a conoscere fin troppo bene.

Inclinò leggermente il muso di lato e si soffermò a fissarla più del dovuto: ovvio che avesse freddo, anche quella stupida aveva avuto la brillante idea di uscire in pigiama, ma a differenza della ragazzina, aveva intelligentemente indossato un Pa...

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Inclinò leggermente il muso di lato e si soffermò a fissarla più del dovuto: ovvio che avesse freddo, anche quella stupida aveva avuto la brillante idea di uscire in pigiama, ma a differenza della ragazzina, aveva intelligentemente indossato un Parka con la pelliccia che l'avvolgeva per bene tenendola al caldo.

Non ottenendo risposta Bonnie fece un passo avanti, schiacciando con la scarpa un rametto di un albero.

«Che cosa ci fai qui?» sibilò minacciosa, sollevando di poco la mano facendole capire le sue intenzioni poco amichevoli.

La rossa non si scompose. Sollevò di poco il mento e la fissò con superiorità, o meglio, cercò di sembrarle superiore ma invano. Perché agli occhi di Kai, nel modo in cui cercava di tenersi stretta a sé per ricevere calore, il dolce visetto dalla pelle di porcellana corrucciato che la faceva sembrare una bambina, e i capelli rossi scompigliati simili a una matassa di lana ingarbugliata, dava l'idea di essere solo una ragazzina indifesa.

Davvero si era lasciato fregare da una così?

«Potrei farti la stessa domanda» le rispose, ricambiando lo sguardo facendo vagare i suoi occhi violacei su tutta la figura di Bonnie per squadrarla meglio.

Il buio della sera non aiutava molto e la luce della luna era l'unica fonte in cui aggrapparsi in quel momento, come un salvagente in acque torbide, e anche le ragazze faticavano a scrutarsi tra quel manto scuro che avvolgeva l'intera foresta.

«Ma l'ho fatta prima io -fece ironica, sollevando l'angolo delle labbra in un sorrisino palesemente falso che non mascherò- quindi, cosa ci fai qui?» ripeté nuovamente, facendo un altro passo avanti senza distogliere mai lo sguardo da lei.

My Kitten || Kai ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora