Parte Diciannovesima

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Farmville, Virginia.

2 agosto, 1972.



Le cicale e i grilli cantavano senza sosta in quell'afosa giornata di Agosto, creando un frastuono irritante per le sue giovani orecchie già messe a dura prova dalla musica Country che aleggiava senza tregua in quella macchina dai sedili bollenti. Suo padre era alla guida e canticchiava le parole sbagliandole palesemente, mentre sua madre era silenziosa e si godeva l'aria del finestrino che a causa della velocità le arrivava dritta sul volto accaldato.

Era pomeriggio inoltrato e finalmente, dopo tre ore di viaggio in macchina con i suoi genitori erano arrivati nella tanto desiderata città di Farmville. Luogo in cui lei avrebbe dovuto incontrare una persona, un'amica di sua madre.

Non l'aveva mai vista, né conosceva il suo aspetto ma sua madre Chloe, le aveva assicurato che questa signora avrebbe potuto aiutarla.

Alle sue parole una piccola luce di speranza si accese nel suo petto, ridandole la voglia di impegnarsi con tutta se stessa e imparare a controllarsi. Per il suo bene e per quello degli altri.

La signora era una sacerdotessa dotata di un'immensa saggezza e padronanza delle arti magiche, tra cui dimestichezza in quelle oscure come il voodoo, che secondo sua madre le sarebbe stata di grande aiuto se le avesse fatto da mentore. E lei aveva accettato senza il bisogno di convinzione o altro, anche perché dopo l'accaduto di Nicholas era scoppiato il putiferio e tra il funerale e la disputa con la sua famiglia, era stata costretta a restare in chiusa in casa per giorni.

Non che fosse stato un gran sacrificio per lei, tanto le poche volte in cui usciva erano solo per fare la spesa o aiutare sua madre in qualche faccenda. Dopo l'incidente non aveva avuto il coraggio di farsi vedere in pubblico, troppo codarda per affrontare i problemi nonostante sua madre le conferiva sostegno morale.

Non era facile per una ragazzina di quindici anni superare un tale trauma. Di per sé la situazione era già abbastanza opprimente da sopportare e più il tempo scorreva sulla sua pelle, maggiori erano le probabilità che lei causasse altri gravi problemi. Per cui non aveva obiettato, e in silenzio aveva seguito i suoi genitori in macchina ed erano partiti per Farmville.

Durante il tragitto era stata silenziosa, godendosi a pieno quel viaggio che l'allontanava sempre di più da quella città opprimente e velenosa per la sua vita. Per una volta aveva preso un bel respiro e inspirato aria nuova, ossigeno di una città che non conosceva ma che già adorava solo per la speranza che aveva piantato nel suo petto.

Giunti a destinazione scese dall'auto, chiuse la portiera e si guardò in torno: era una piccola cittadina simile a Mystic Falls tranne per le innumerevoli villette di campagna a schiera che precedevano il centro della città.

Nel suo piccolo Farmville era bella e accogliente, calda per via del periodo estivo e verdeggiante per gli immensi prati e boscaglie che l'avvolgevano. Con solo 2.587 abitanti la piccola città godeva di ogni piccolo privilegio, come cinema, sale da bowling, parrucchieri, teatri e tanto altro.

In un certo senso la fece sentire bene, al sicuro, anche perché in verità nessuno la conosceva e per quanto lei sembrasse strana per lo strano colore degli occhi, nessuno al suo passaggio si soffermava a fissarla impaurito.

«Da questa parte, tesoro» la richiamò sua madre, anticipandola affiancata da suo padre su per un vialetto ciottolato da piccole pietre perfettamente ovali e lisce. La cosa la incuriosì e per tutto il tragitto non fece altro che fissare meravigliata quel piccolo sentiero perfettamente curato a testa bassa, circondata dal verde degli alberi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2021 ⏰

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