Alejandro cavalcava verso la sua hacienda, spronando sempre più il suo cavallo.
Aveva lasciato il carro, Mariposa lo avrebbe riportato a casa più in fretta, come se la velocità avesse potuto dargli risposte, ma nemmeno il galoppo più audace avrebbe potuto competere con il ritmo dei suoi pensieri.
Un turbinio di domande gli affollava la mente ed una campeggiava su tutte, Diego era Zorro?
No no non era possibile, si pentì quasi di aver condiviso con Victoria il suo dubbio, era già abbastanza turbata di suo, ed era sempre più convinto dell'assurditá della sua supposizione.
Non era umanamente possibile conciliare il ritmo di vita di Diego con quello di Zorro.
Si rese conto di quanto fosse attivo Diego nel villaggio, si occupava del giornale, si impegnava nella missione di Padre Benitez, di tanto in tanto contribuiva agli affari di famiglia (certo non abbastanza) ma quando la sua mente (brillante doveva ammetterlo) non era impegnata in strani esperimenti, musica, pittura, poesia e letture tra le più disparate, lasciava il segno, nella gestione della contabilità e anche dell'hacienda.
Lo urtava l'autocontrollo di Diego, il fatto che fosse così padrone delle sue emozioni da non alterarsi mai, una razionalità esasperante... ma quel giorno Diego aveva perso le staffe!
Non era quello che voleva da suo figlio, vedere il fuoco? E ora che lo aveva visto? E lo aveva visto crescere minuto dopo minuto quasi ad esserne intimorito?
Quale Diego voleva? Quale Diego era in grado di affrontare?
Possibile che Diego si fosse sentito così frustrato dalle sue accuse di indolenza da decidere di cambiare per compiacerlo?
Ed ora però lo allontanava... perché?
Ecco l'hacienda... scese veloce da cavallo, per un attimo rivide lo scontro di poche ore prima
Gilberto che lo disarmava, Diego che lo metteva in salvo....
"Ha iniziato a tirare di scherma solo quando non potevo vederlo, non voleva che assistessi al duello, temeva il mio giudizio, pensava di uscirne sconfitto? Basta, basta, Madre de Dios, sto impazzendo..."
Si precipitò in casa, entrò nella stanza di Diego, assalito da un inspiegabile timore reverenziale...
Gli sembrava di non averne il diritto, o forse aveva paura, paura di scoprire che suo figlio non era quello che credeva....Si sorprese a cercare conferme al suo dubbio, ma tutto rispecchiava il timido Diego, debole, defilato, interessato all'arte e alla scienza più che a qualunque altra cosa... sul comodino un trattato medico, quasi senza rendersene conto lo prese tra le mani "Chirurgia militare" lesse il titolo ad alta voce e lo aprì in corrispondenza del segnalibro.... "ferite da arma da fuoco, infezioni, cauterizzazione.... amputazione" trattenne il respiro "queste pagine sono quasi consumate"
Alejandro non riusciva più a gestire la situazione, la necessità di scoprire di più, di capire cosa stava succedendo a Diego, aveva preso il sopravvento sulla preoccupazione.
Che padre era, si vergognò del suo comportamento delle ultime ore! Il suo maledetto orgoglio, la sua smania di sapere, avevano messo a repentaglio la salute di suo figlio, perché non riusciva a concentrarsi sul bene di Diego.
Dannazione, la priorità era che lui si riprendesse, per il resto, per le domande ci sarebbe stato tempo... continuava a ripeterlo, a ripeterselo ma imperterrito ricadeva nello stesso errore.
Il dubbio, l'incertezza, lo stavano divorando.
Si riscosse, doveva muoversi, era rientrato all'hacienda per un motivo e non era frugare i camera di suo figlio, tra i suoi effetti personali.
Così chiamò una delle domestiche perché gli preparasse un cambio d'abiti per Diego
"Don Alejandro ma Dov'è Don Diego? Perché c'è bisogno di un cambio d'abiti? Non rientra a casa?" Chiese la donna concitata.
"Non preoccuparti, nulla di grave, il Dottor Hernandez si sta prendendo cura di lui alla locanda, ha chiesto abiti puliti per non infettare la ferita..."
"Don Diego è ferito? Ma cosa..."
"Non adesso Maria, ti prego prepara gli abiti, io devo bere qualcosa"
"Si Señor"
Alejandro si ritrovò in Biblioteca, la stanza preferita di Diego, tutti i suoi libri, quante volte lo aveva rimproverato perché era passivo sempre immerso nel suo mondo e ora il fatto di rendersi conto che forse non aveva davvero mai capito suo figlio lo colse come uno schiaffo in pieno volto tanto potente da lasciarlo stordito.
Si versó della tequila e, mentre contemplava pensieroso il bicchiere dopo il primo sorso, si appoggiò al caminetto, non si rese nemmeno conto che il suo peso aveva fatto spostare il pannello preso com'era da pensieri e sensi di colpa.
Maria entrò in quel momento "Señor ecco gli abiti che aveva chiesto"
Alejandro si riscosse e solo in quel momento sentì un rumore alle sue spalle, si voltò ma il pannello era già ritornato al suo posto.
"Gracias Maria" disse tornando a rivolgere la sua attenzione alla domestica "Li porto a Diego"
Posò il bicchiere sul tavolo prese gli abiti per il figlio e uscì.
Mariposa aveva sicuramente avuto il tempo di riprendersi ed era in grado di riportarlo in breve a Los Angeles.Intanto alla locanda Victoria stava preparando l'acqua bollente e i panni puliti per medicare la ferita di Diego.
Si sentì toccare sulla spalla, aveva dimenticato che il giovane Felipe era lì con lei. Troppe emozioni, troppe informazioni, troppi dubbi, troppa preoccupazione... era quasi sollevata del fatto di non dover assistere il medico mentre si prendeva cura di Diego perché era consapevole del fatto che non sarebbe stata di nessuna utilità nel suo attuale stato d'animo.
Si accorse che Felipe, convinto di aver richiamato la sua attenzione, stava cercando di comunicare con lei gesticolando animatamente. "Scusami Felipe, sono veramente imperdonabile, ero sovrappensiero e non ti ho seguito... potresti ripetere?" chiese visibilmente in imbarazzo per aver palesemente ignorato il ragazzo.
Felipe le fece capire che non importava, ricominciò a gesticolare e Victoria comprese che stava chiedendo notizie di Diego.
Solo allora si rese conto che non lo aveva aggiornato quando era scesa in cucina, lo scambio di opinioni con Don Alejandro la aveva sconvolta non poco, ma ora sapeva che una conclusione del genere non era accettabile, anche solo l'idea era semplicemente assurda, Diego non poteva essere Zorro.
"Felipe" si rivolse al giovane facendo attenzione ad articolare bene le parole per permettergli di leggere il labiale "il dottore ha visitato Diego, dice che la ferita non è così grave"
Felipe respirò dopo aver trattenuto il fiato per un tempo imprecisato
"Avrà bisogno di te per medicarlo" continuò Victoria e Felipe batté orgogliosamente la mano sul petto per indicare che non aspettava altro.
"Felipe sai dirmi come si è ferito il braccio Diego?" azzardò lei e repentinamente Felipe abbassò lo sguardo evitando la domanda. Si limitò ad allungare le mani attendendo che la donna gli passasse il catino con l'acqua bollente e i panni da portare nella camera di suo padre, non lo era ancora legalmente ma Felipe ormai da tempo non poteva considerarlo altrimenti, Diego era la famiglia che non aveva mai avuto.
Victoria si arrese alla reazione di Felipe e gli consegnò panni e catino.
Felipe si precipitò fuori dalla cucina, solo allora Victoria ricordò che il dottore aveva chiesto anche 'qualcosa di forte' e andò a cercare in dispensa una bottiglia di Whiskey.
"Victoria!" Don Alejandro era tornato con gli abiti puliti per Diego "Victoria!"
"Don Alejandro siete già di ritorno?"
"Mariposa è molto veloce e non nego che avevo fretta..." gli occhi gli caddero sulla bottiglia "Te la ha chiesta Hernandez?"
"Sì ho già mandato di sopra Felipe con l'acqua bollente e i panni ma mi sono dimenticata del Whiskey, il nostro discorso di prima.... mi ha un po'... come dire....scossa....""Non pensarci, abbiamo fatto ipotesi improponibili" disse l'uomo forse più per convincere se stesso che la locandiera "Porto io la bottiglia al dottore" sentenzió appoggiando la borsa con il cambio per Diego su una delle sedie della cucina.
Victoria gli consegnò il liquore e si sentì stranamente più serena allontanando il pensiero che dietro la maschera di Zorro si nascondesse Diego, solo in quel momento capì che non lo avrebbe sopportato, la consapevolezza di saperlo costantemente in pericolo la avrebbe annientata.
Aprí la borsa che Don Alejandro aveva lasciato su una delle sedie ed estrasse gli abiti del giovane caballero.
Mentre li teneva tra le mani si sorprese a chiedersi perché le imprese di Zorro la mettevano sempre in fibrillazione ma il pensiero che il suo Diego potesse rischiare allo stesso modo la terrorizzava.
Quante volte in poche ore aveva pensato a Diego come Suo? Stava perdendo il conto...
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Il prezzo della verità
Hayran KurguVi ricordate dello Zorro degli anni 90? Quello interpretato da Duncan Regehr, quello di Family Channel? È una delle mie serie preferite e così ho pensato di provare a tirare le fila di una storia rimasta aperta... Per chi non si è accontentato di un...