Ma ecco Los Angeles, il tumulto nella plaza, i soldati... Era palese che fosse successo qualcosa...
L'emissario del Re aveva concesso una tregua a Zorro... erano passate ore ormai ma di Zorro e Risendo nessuna traccia... la tensione era palpabile per tutti.
Il momento, carico di dubbi sospesi, in cui il carro, che chiaramente trasportava un corpo, fece il suo ingresso nel pueblo, non fece che aumentarla ulteriormente.
Victoria osservava il triste corteo, come gli altri non aveva idea di cosa fosse successo, ma era certa fosse qualcosa di grave, che avrebbe cambiato per sempre le loro vite... per un attimo ebbe un tuffo al cuore pensando che sotto quel lenzuolo potesse giacere l'amore della sua vita, poi aveva notato Ines Risendo, lo sguardo affranto, sconfitto, seduta accanto al cadavere e tutto era diventato chiaro.
Don Alejandro era seduto davanti, ferito... se ne chiese il motivo... ricordò l'odio che l'Emissario del Re non aveva mai nascosto nei confronti dei De La Vega, ma continuava a non capire... Avrebbe voluto fermare il carro, chiedere ad Alejandro cosa stesse succedendo, informarsi sulle sue condizioni di salute, poi ebbe un moto di rabbia prima verso Risendo, che era di sicuro la causa di quelle ferite, e poi verso Diego!
Dio come aveva potuto permettere che Risendo ferisse suo padre, era suo preciso dovere difenderlo, serrò i pugni pensando all'indolenza del suo amico di infanzia "Perchè non fate mai niente?" glielo aveva chiesto quella notte al mulino "Ma non c'è qualcosa che desiderate più di tutto il resto? Qualcosa che sentite di dover fare?" Possibile che nemmeno vedere il padre in pericolo di vita lo avesse scosso, possibile che non fosse intervenuto, che si fosse defilato per l'ennesima volta? Le venne la nausea, unita alla compassione per Alejandro, lo sguardo sofferente dell'uomo, che vedeva come un padre, le provocò una stretta al cuore....Felipe e De Soto seguivano a cavallo il carro... e fu allora che lo vide, l'oggetto del suo disprezzo: Diego.
Ma il risentimento verso di lui la abbandonò non appena posò gli occhi su di lui...fu come lo vedesse per la prima volta, era lui e non lo era.
Il viso stanco, sofferente, forse più di Alejandro, lo sguardo perso, ma tutt'altro che indolente, ed era ferito, una macchia di sangue spiccava sul candore della sua camicia e Victoria ebbe un tuffo al cuore, senza capire bene il motivo... senso di colpa di sicuro, per averlo giudicato male, senza accertarsi dei fatti...Già perché Diego era ferito a sua volta e lei si era lasciata travolgere dai suoi pregiudizi, senza appello, come sempre, il senso di colpa crebbe attanagliandola, ed ebbe l'impulso di andare da lui, di ascoltarlo, lui che era sempre pronto ad ascoltare gli altri stavolta sicuramente avrebbe avuto bisogno di sfogarsi, se lo sentiva.
Lui non colse lo sguardo preoccupato di Victoria, troppo impegnato a pensare a come si era evoluta precipitosamente la situazione e soprattutto a come gestirla.
De Soto cavalcava davanti a lui e Diego non poteva fare a meno di di chiedersi quanto avesse visto o sentito del confronto verbale e di lame tra lui e Gilberto.
Ignacio dopotutto non era uno stupido e c'era la possibilità che avesse completato il puzzle.
Si toccò il collo sotto lo sguardo preoccupato di Felipe, come se il cappio già vi incombesse e reclamasse i suoi reati, se reati si potevano chiamare.De Soto era smontato da cavallo per primo, seguito da Felipe. Solo Diego continuava stancamente a stare in sella, muovendosi al passo come un automa sul suo destriero.
Victoria indecisa sul da farsi fece la cosa più inaspettata, si diresse verso l'Alcalde, che sembrava visibilmente scosso, anche se non quanto i due caballeros.
"Senor Alcalde..." azzardò con la voce più cordiale che riuscì a trovare, "Non oggi Senorita, non oggi..." non colse le solite macchinazioni nella frase dell'Alcalde, "Vi vedo scosso... cosa è accaduto?" Chiese non sperando in una risposta.
"Risendo è morto... lo ho ucciso io..." tentennò per poi aggiungere "per salvare Don Diego" , e me stesso aggiunse mentalmente, "Oh..." Victoria si limitò a una sommessa esclamazione, non si aspettava una risposta figuriamoci una giustificazione da De Soto!
Cercò Diego con lo sguardo, incredula al pensiero che Risendo fosse arrivato al punto di cercare di ucciderlo! Voleva sincerarsi che fosse salvo, ferito ma salvo... lo vide stringere le redini del suo cavallo, mentre si avvicinava al carro.Victoria, ancora spiazzata dalla reazione dell'Alcalde, che stranamente non la aveva lasciata in mezzo alla plaza senza degnarla di attenzione, stava per aggiungere qualcosa, quando De Soto continuò "Risendo era il fratello di Don Diego"
Una bomba, questa scoperta la fece sussultare, Victoria si portò le mani davanti alla bocca per sopprimere un grido di stupore, mentre l'alcalde torturava nervosamente le redini del suo cavallo.
"Ma come è possibile?" disse lei, "Senorita ora devo proprio lasciarla, se vuole scusarmi"
Si era allontanato da lei lasciandola sola con questa notizia a dir poco incredibile e si era diretto verso Mendoza, redarguendolo in modo meno autoritario del solito.
Con passo incerto Victoria stava per raggiungere i De La Vega, Alejandro era sceso dal carro e Felipe si era avvicinato all'uomo gesticolando per chiedergli se stesse bene, si sforzó di farlo lentamente, comunicare con lui on era facile come farlo con Diego, ma Diego in quel momento non era lucido, per una volta era lui ad aver bisogno di aiuto e Dio solo sapeva quanto.... Alejandro fece capire al ragazzo che stava bene, poi scandí bene le parole "Andrò dal Dottor Hernandez più tardi, tranquillo..." disse per tranquillizzarlo sentì una mano sulla spalla ed incontrò lo sguardo preoccupato di Victoria.
Il nitrito di un cavallo richiamò la loro attenzione, Diego era l'unico a non essere ancora smontato, sembrava perso, inconsapevole di ciò che stava accadendo, ma per la prima volta il suo atteggiamento non irritó il padre né Victoria: la mascella serrata, le nocche bianche strette intorno alle redini, raccontavano qualcosa di diverso che non riuscivano a focalizzare...Alejandro lo chiamó "Diego! Diego!" Ma lui non sentí, "porterò Diego con me" disse rivolto agli altri due mentre si avvicinava al figlio. Alzò il braccio a raggiungere le mani di lui con la sua "Diego..." ripeté "ora puoi scendere, vieni" non c'era traccia rimprovero nella sua voce.
"Si padre" rispose rendendosi conto dell'ennesima figura da stupido che stava facendo dato che stava continuando a stare a cavallo in mezzo alla plaza tra la concitazione generale, soldati, peones, caballeros, si muovevano frenetici come formiche impazzite e lui era praticamente bloccato, assente, non era una recita questa volta, doveva scuotersi... "Scusate, non sono in me" ammise mentre scendeva da cavallo per avvicinarsi a loro.
La presenza di Victoria lo colse di sorpresa, intento com'era a riflettere sul da farsi, non si era reso conto di lei.
Non soffermò lo sguardo su di lei, non era in grado di sopportare i suoi occhi, non gli occhi che la senorita riservava al caro vecchio Diego, era un altro tipo di sguardo quello che desiderava, quello che sapeva di non poter avere, non senza la maschera.
Victoria si rese conto del disagio dell'uomo, si rese conto del disagio di Diego, la sua presenza non era gradita e non ne capiva il motivo, o forse sì... forse lo aveva criticato una volta di troppo e aveva perso la sua amicizia.
Avrebbe davvero voluto aiutarlo ma lui avrebbe accettato il suo aiuto?
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Il prezzo della verità
Fiksi PenggemarVi ricordate dello Zorro degli anni 90? Quello interpretato da Duncan Regehr, quello di Family Channel? È una delle mie serie preferite e così ho pensato di provare a tirare le fila di una storia rimasta aperta... Per chi non si è accontentato di un...