PARTE 13

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Mi dice:" Non te l'ho mai voluto dire perché mi vergognavo, ma ho capito di amarti. Jennifer, stavo con quella soltanto per una stupida scommessa, a sua volta anche lei. Jennifer io ti amo, sì, ti amo, più di me stesso, ti amo più di qualunque altra cosa. Sei una ragazza fantastica, amo tutto di te: il tuo fisico anche se so che a te non piace ma a me piaci così, il tuo viso che ogni volta mi fa perdere nei tuoi bellissimi occhi, quando so che solo io ti so regalare piacere: ti amo e non ho mai avuto l'occasione di dirtelo". Io sbalordita dalle sue parole, non dico nulla: sono troppo scioccata. Lui esce e io rimango sconvolta, non riesco a muovermi, quelle parole mi hanno fatto un effetto strano al cuore: l'ho sentito battere di più, ma allo stesso tempo fermarsi. Mentre io resto paralizzata, lo sento piangere fuori dal vialetto, d'istinto, apro la pota e lo vedo con la testa fra le mani e le ginocchia portate in avanti davanti al petto, e lo abbraccio. Ho il cuore in gola, ma so cosa dirgli: "Sì, non hai avuto un comportamento corretto, ma non ho intenzione di litigare per sempre, ti perdono, ma per favore non mi spezzare più il cuore così, intesi?" e lui si piomba nelle mie braccia, e mi stringe ancora più forte e alla fine lo tiro su e lo porto dentro casa: sembra un pulcino indifeso.

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