Scese la pioggia.
Lo fece lentamente, volteggiando sospinta dal flebile soffio del vento. Scese indomita, ricoprendo quell'insensato teatrino messo in piedi dagli uomini e con leggiadria si posava delicatamente sulla pelle nuda dei soldati."È Dio che piange" pensò qualche cadetto, "è il profumo della libertà" asserì qualche altro! Ma libera come i sentimenti contrastanti, vagava lungo l'aeree intorno e muta urlava la sua potenza, carezzandoli come una madre farebbe coi suoi figli. Con la stessa grazia delle farfalle si posava, sulle fredde spade dai cui tocchi violenti, si generava, ogni volta, forte e potente, il grido dell'acciaio, quale signore indiscusso del giorno.
Ne cadde per molto tempo e poi ancora ed ancora nelle ore successive, come se qualcuno avesse con forza aperto una diga e il suo corso, fosse ,ormai, inarrestabile e poi... e poi di nuovo lenta, scivolò giù, confondendosi con le lacrime di dolore di coloro che arresisi al destino, cadevano privi di vita ed in quella morte anch'essa collassava sul terreno. Terra che perdeva,al suo contatto, la consistenza, ed immediatamente ne diveniva melma e fango e senza sconto alcuno, si posava sui volti e sulle divise dei soldati che non potendo resistergli, venivano marchiati.
Ne venne fuori l'inferno.
Stremati i francesi, caddero sotto il fuoco nemico e molti ne rimasero colpiti. Simòn calpestò il pavimento di polvere con orgoglio. I suoi occhi, fieri, scrutavano il nemico attentamente e tutte le volte che poteva, si infilava in un'apertura e scaltramente, apriva a sua volta, un varco per i suoi compagni che mai abbassarono la guardia, neppure quando una freccia, arrivò dritto nel costato dell'amico fraterno, provando vanamente a fermarne la traiettoria.
<Philippe.. Philippe! > Urlò. Poi liberandosi da un inglese con ancora stretta tra le mani la spada gli corse in soccorso. Si chinò sulla terra che trasudava lacrime e con la mano sinistra, tenne ferma la testa del compagno mentre la destra andò a strappare con forza la fonte del suo dolore e subito ne sgorgò acqua e sangue.
<Coraggio amico, coraggio!> ripetè ancora tenendolo tra le braccia con più vigore ma fu quando percepì l'entità del foro di entrata che aveva, probabilmente oltrepassato la patina dei polmoni che sottovoce lo implorò di non lasciarlo solo.Fu in quell'esatto istante che copiose lacrime caddero sul suo volto violaceo segnato dalla paura. Le venature delle mani divennero più evidenti e le nocche quasi bianche tanta era la rabbia. Lo guardò e stringendolo poi al petto invocò Dio alzando gli occhi al cielo e squarciando il suono silenzioso del dolore con la voce gridò ancora: <Bastardi la pagheranno, ve lo giuro! >.
Imprecò nuovamente.
Nell'incessante rumore, riecheggiò, qualche istante dopo la flebile voce di Philippe che lo richiamò all'attenzione e ad un tratto gli parve che il tempo rallentasse <Ti ho voluto bene Simòn.. > Si chinò fino a fondersi in un tutt'uno infondendogli coraggio: tutto sarebbe andato bene. Ma di tutta risposta Philippe,silenzioso, gli diede il suo addio e fu allora che si rese conto di quanto oramai fosse tardi.Urlò, Simòn urlò ancora piegandosi sul corpo esanime; lo strinse ancora per un' ultima volta e dalla sua bocca subito fuoriuscirono rivoli di sangue e schiuma che si depositario sul viso, le mani e.. <Cazzo Philippe, resta con me!> gli intimò! Ma vane furono le sue richieste, il corpo divenne immediatamente più freddo e in men che non si dica tremolii, spasmi incontrollabili accompagnarono Philippe nel braccio della morte.
Simòn non lasciò il suo sguardo ed anzi con la mano destra, continuò a carezzare il volto dell'amico morente e subito una grande collera subentrò alla paura. Con forza sovrumana lo afferrò tra le braccia e facendosi scudo dietro a dei grossi ammassi rocciosi, abilmente, lo portò al riparo. Lo adagiò sul suolo e strappando quanto restava della giubba cerco di fermare l'emorragia premendo con forza all'altezza dello sterno.
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Anemos ( Fiore del Vento)
ChickLitSi era alzato il vento quella mattina. Si era alzato indomito e sulla sua scia aveva incontrato le anime di due giovani così tanto diversi ma decisamente uguali. Li aveva sfiorati, accarezzati e condotti l'uno tra le braccia dell'altro.. Dal capito...