Fuga a Diagon Alley

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Merope guardò il castello di Hogwarts, creando senza troppe difficoltà una breccia nella barriera magica e si incamminò verso la scuola deserta, ben determinata a portare a termine la missione che il suo Signore le aveva affidato.
Non lo aveva mai deluso e non voleva di certo cominciare ora, soprattutto dopo ciò che era accaduto al Ministero della Magia poco più di un mese prima per colpa di Lucius Malfoy. Quell'incapace aveva fallito miseramente, facendosi sconfiggere da sei stupidi ragazzini, nonostante avesse a disposizione una decina di Mangiamorte; si meritava di marcire ad Azkaban.
Aveva tentato in tutti i modi di convincere suo padre ad affidarle quell'importante incarico, ma senza risultato. Era sicura che, se fosse stato per lei, tutto quel disastro non sarebbe successo e nessuno nel Mondo Magico avrebbe scoperto che le parole di Potter erano vere, ma ormai il danno era fatto ed era inutile continuare a pensarci; doveva rimanere concentrata sulla missione.
Percorse a passi decisi i corridoi fino a raggiungere l'ufficio del Preside.
Si fermò davanti ai due gargoyle, cercando di calmare i battiti accelerati del suo cuore. Stava per affrontare il mago che aveva messo in difficoltà persino suo padre, ma era sicura di riuscire a sconfiggerlo perché lei aveva una potente arma dalla sua parte: sé stessa.
Per anni aveva recitato la parte della nipote perfetta con Albus Silente e lui non si era mai accorto di questo suo inganno e continuava tuttora a non rendersi conto che la lealtà di Piton verso suo padre non aveva mai vacillato, perciò al vecchio gli sarebbe stato impossibile farle del male e ne avrebbe approfittato, spedendolo all'altro mondo.
<< Deprimo >> mormorò e, dopo pochi minuti, le due statue si frantumarono in mille pezzi per la troppa pressione, liberando il passaggio.
Varcò la soglia sfoderando la bacchetta, senza trovare nessun incantesimo di protezione sul suo cammino. Pensavo che fossi un uomo intelligente, nonno.
Finalmente raggiunse la porta dell'ufficio e la aprì senza esitare.
Quello che vide la disorientò. Si era aspettata di trovare il vecchio Preside, alla sua scrivania, invece era seduto in terra, con il braccio sinistro completamente nero; sembrava essere stato colpito da una potente maledizione. Dopo quel breve momento di confusione puntò la bacchetta contro il mago. << Mi sentite? >>
<< Si >> sussurrò a fatica alzando lo sguardo. << E' bello vedere che stai bene, Merope >>
<< Alzatevi >> ordinò acida avvicinandosi con circospezione.
Lentamente il Preside si alzò da terra, con il braccio che gli penzolava lungo il fianco. << Cosa vi è capitato? >> domandò spinta dalla curiosità e lo vide sorridere tristemente. << Ho fatto una cosa molto stupida ed ora ne pago le conseguenze >> rispose, mentre il suo corpo veniva scosso da un lieve tremore. << Posso chiederti a cosa devo l'onore di questa tua inaspettata visita? >>
Merope scoppiò in una fragorosa risata priva di allegria. << Non è difficile da capire >> esclamò. << Sono qui per porre fine alla vostra vita >>
<< Capisco >> disse tranquillo. << Ma non posso permetterti di farlo >>
<< Stia zitto! >> ringhiò. << Io la ucciderò in nome di mio padre, l'Oscuro Signore >>
<< Un tempo non avevi timore di pronunciare il suo nome >> osservò posandogli la mano buona sul braccio. << So che in te c'è ancora la mia dolce e combattiva Mery >>
La strega si sottrasse da quel fastidioso tocco e premette la bacchetta contro il suo petto. << Per anni ho recitato la parte della dolce nipotina, ma ora che il mio padre è tornato non devo più farlo >> 
Gli occhi del Mago si ridussero a due fessure. << Cerca di ricordare la verità Mery >>
<< NON MI CHIAMI IN QUEL MODO >> urlò fuori di sé dalla rabbia, ma Silente continuò a parlare con voce calma senza provare la minima paura. << Ricorda i bellissimi momenti che hai trascorso nella scuola e le persone che hai incontrato, non ti dice niente il nome di Hermione? >>
<< E chi diavolo sarebbe? >>
<< La tua migliore amica >>
<< La smetta di... >> Il viso di una giovane ragazza dai capelli ricci le si parò prepotentemente davanti agli occhi, provocandole una strana sensazione di calore.
Mentre combatteva per cercare di riprendere il controllo delle sue emozioni, il Preside non smetteva di nominarle persone a lei estranee, ma allo stesso tempo così famigliari. Che cosa le stava succedendo?
<< ... Neville Paciock, Zoe Sladden, Jack Davies... >>
Nel sentire quei due nomi il suo stomaco si strinse in una morsa di gelosia e paura, lasciandola ancora più confusa. << La smetta! >> singhiozzò cadendo in ginocchio ai suoi piedi. << La prego! >>
<< ... George Weasley >> Silente concluse la sua lista con quel nome, provocandole un brivido. Il suo cuore provava un profondo affetto per quella persona, ma la sua mente non riusciva a ricordare né il suo volto né la sua voce, nemmeno dei momenti trascorsi insieme.
<< Ti ricordi di loro? >> le domandò infine con un lieve sorriso che gli increspava le labbra, chinandosi alla sua altezza.
Non rispose. Si sentiva una perfetta idiota, come aveva potuto lasciarsi soggiogare in quel modo? Suo padre l'aveva avvertita che Silente era un abile Legilimante eppure aveva abbassato le sue difese mentali permettendogli di penetrare nella sua testa. << Non so chi sono, ma sono sicura che non esistono. Non le permetterò una seconda volta di giocare con la mia mente >> esclamò preparandosi a duellare. << Io sono pronta >> dichiarò mettendosi in posizione.
<< No, non lo sei >> disse tristemente il mago prima di sparire improvvisamente in un turbine di fiamme.
<< Crucio! >> gridò cercando di colpirlo, ma era già scomparso.
Frustata mollò un calcio alla sedia dello studio, rovesciandola in terra. Aveva fallito, fallito come una stupida. 
Rabbrividì di terrore al pensiero di dover far ritorno a Villa Malfoy senza il corpo del Preside.

Merope PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora