La ragazza dagli occhi di ghiaccio 🌬️💜

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Non volevo pubblicartela a l'una di notte, per non disturbarti, ma che me frega? Pigliati la recensione, sono rimasta fino a tardi a scrivertela quindi tardi te la becchi.

O-o O-o Occhi di ghiaccio,
O-o O-o Occhi di ghiaccio,
È questo il nome del duo compatto,
Eve e Daniel che han fatto un patto!
O o o...  Continua tu

Proxyla

Ora. Io ho rotto le palle a quella della recensione precedente per questa storia degli occhi di ghiaccio... Posso mica non romperle a te? Certo che posso, perché in questo caso sono funzionali alla storia.

Però inizio ad averceli veramente lì, sti benedetti occhi di ghiaccio così abusati...

Ok, andiamo avanti.

Copertina:

Mi piasce, voto dieci.
(Alessandro Borghese chi?)
L'immagine è coerente con la storia, la scritta è sufficientemente grande e chiara da essere leggibile. L'unica cosa che non mi convince è la scritta sopra che non aggiunge niente perché troppo generale. Quel tipo di frase la puoi mettere in qualsiasi libro, perciò se proprio hai il pallino di aggiungere qualcosa al titolo, trova qualcosa di un pochino più caratteristico.

Ma, a parte questo, la copertina per me ottiene pieni voti.

Descrizione:

Non ho molto da dire riguardo a questo punto, anche perché molti nemmeno la leggono... Comunque mi sembra azzeccata, non rivela troppo ma incuriosisce.

Parte tecnica (grammatica, punteggiatura, lessico, varie ed eventuali)

E qui, signori e signore, lasciate ogni speranza o voi che entrate... Perché su questo punto sono estremamente puntigliosa.

Partiamo!

Mi insegnarono tempo addietro, in alcuni libri di scrittura creativa, che i dialoghi non si dovrebbero protrarre per più di 3/4 righe. Alla fine dei conti si può tirare anche a 5. Questo perché il lettore tende a perdere interesse e l'occhio a stancarsi molto facilmente. Inoltre si rischia di finire in un tedioso monologo.

Vediamo...

Qui ne abbiamo nove e mezzo... Tombola! E al primo capitolo per giunta, una ciliegina sulla torta. Muah.

Ok, ti dirò che non mi dispiace il tono autoritario, pratico e specifico del discorso diretto con cui inizia. È un ottimo modo di iniziare, perché catapulta direttamente il lettore sul campo, senza inutili preamboli alla "Ptor figlio di Chmer". Non mi dispiace nemmeno il contenuto. Ma... Dobbiamo risolvere questa cosa dei dialoghi lunghi tu ed io.

Il consiglio del libro, che condivido, era quello di interferire col discorso e spezzettarlo in questo modo. «A e B» *tipo fa così* «C e D» (cosa che tu in alcuni casi fai anche, peraltro.)

Quindi in questo caso « papaparaprarpa Punto », dettò impettito l'assassino, « paraprapatraprs »

"Dettò" "disse" "affermò" "esordì" "pronunciò" etc sono tutti validi, ma puoi distaccarti dal classico verbo e scrivere che magari invece nel frattempo che detta, sta controllando dei documenti o che so io.

Altro metodo valido è di far interrompere il monologo da un secondo personaggio, in modo che si abbia uno scambio di battute più leggero.

Mi piace come poi ci sia un dialogo di 13 righe e mezzo, voglio dire almeno c'è continuità.

Nel secondo paragrafo non c'è nulla di sbagliato, o che so, ma voglio darti dei consigli che puoi accettare o buttare nel cesso, vedi te.

"Il bunker, ricavato nella cantina di una casa sfarzosamente arredata con tappezzerie damascate e mobili..." Donna mia mi sono sfiancata a scriverlo, figurati a leggerlo. Con le virgole inserisci bene delle pause che diano fiato, (sì, ti destreggi bene con la punteggiatura) ma la frase è ancora troppo contorta.

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