Capitolo 1

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Lessi per l'ultima volta quello che avevo scritto sul foglio e sospirai. "Woomin, hai cent'anni e ancora fai queste cose?" Pensai.
Senza pensarci, piegai il foglio e lo misi in una busta per lettere. Ci scrissi l'indirizzo e misi il francobollo. Poi andai nello sgabuzzino.
Mi misi in punta di piedi e misi la mano sullo scaffale cercando una vecchia scatola.
"Eccola" pensai dopo averla trovata. La presi, ci infilai la mia lettera e poi la rimisi a posto.
"Ti senti più sollevata adesso?" Pensai. "Per niente."
Mam: è pronto.- sentii gridare mi madre dalla cucina.
Io: arrivo.
Uscii dallo sgabuzzino e andai in cucina a cenare.
Mam: cosa fai stasera?
Io: quello che faccio tutte le sere cioè..
Woo: niente.- continuò la mia frase mio fratello Wooseok.
Io: esattamente.- sforzai un sorriso e continuai a mangiare.
Pa: possible che non hai amicizie?
Io: mah.. più che amicizie sono conoscenze..-ci girai intorno.
Woo: non hai amici.
Io: ma sto bene anche così.- dissi conrinuando a mangiare.
Mam: Woomin, hai vent'anni. È possibile che anche  stasera ti devo vedere qua rinchiusa?
Io: te l'ho detto mille volte. Non me ne faccio problemi. Sto benissimo così. - cercai di farle un sorriso rassicurante.
Mia madre sbuffò.
Pap: e quel tuo amico.. com'è che si chiamava?
Io: ah.. dici Hongjoong?- dissi continuando a mangiare.- non lo vedo da un sacco di tempo.
Pa: ah si?
Io: da quando non andiamo più alle superiori non so praticamente più che fine abbia fatto.
Mio padre mi guardò senza dire niente.
Io: anche stasera devo essere l'argomento della serata?
Mam: no, infatti..-disse per poi cambiare discorso.

Dopo aver finito di mangiare, pensai di tornare nello sgabuzzino a prendere quella vecchia scatola piena di lettere.
Poi andai in camera mia, mi misi sul letto e la aprii.
Iniziai a scrutare ogni lettera che avevo scritto.
Avevo più o meno 14 anni quando inizia a scrivere quelle lettere.
Era il primo anno delle superiori. Avevo iniziato a scriverle più o meno per gioco. Siccome non avevo amiche a cui raccontare quello che provavo, e di certo non avevo il coraggio di dire al diretto interessato i sentimenti che provavo per lui, decisi di scrivere una lettera. Come se dovessi inviarla, ma non avevo assolutamente intenzione di farlo. Poi, da una, arrivai a quota otto lettere.

Lettera indirizzata a: Kim Hongjoong.

Era il mio compagno di banco il primo giorno di scuola e subito diventammo grandi amici.
Condividemmo tutto e passammo tutti e cinque gli anni delle superiori come una persona sola. Eravamo inseparabili. Fino a quando iniziammo l'università. Lui conobbe altra gente e così ci separammo.
Per un attimo diventai triste. In quegli anni mi ero trovata così bene con lui. Così tanto bene che speravo che un giorno ci sarebbe stato qualcosa tra di noi. Negli ultimi tempi avevo la testa piena di dubbi e paure. Avevo così tanta paura di perderlo che non gli dissi mai quello che provavo per lui. Poi, tra una cosa e l'altra, la nostra amicizia finì comunque.

Seconda lettera: Choi Jongho.

Il migliore amico di mio fratello. Ha un anno in meno di me. Cosa che mi aveva sempre frenato. Lo adoravo. Perché sapeva cantare bene e per il suo essere sempre solare e dolce. Però, appunto, aveva un anno in meno di me e di conseguenza mi limitai solamente a scrivergli quella lettera. A leggerla feci un sorriso. Avevo esaltato tutte le sue capacità, tra cui quella di rompere le mele e di far divertire tutti i miei parenti quando facevamo le feste e lui si metteva al karaoke. Ma la cosa divertente era la fine:"Sei molto carino, ma sei troppo piccolo per me." Quando avevamo solo un anno di differenza.

Terza lettera: Jeong Yunho.

Lo vidi per la prima volta una sera, mentre stavo facendo una passeggiata per il centro di Hongdae. Lui era lì, che con un gruppetto di ragazzi stava ballando qualche canzone del k-pop. Spiccava tra gli altri. Sia per i suoi capelli color menta, sia per il suo modo di ballare. Era quello che adoravo di lui. Da quella sera, visitai spesso quel posto, solo per vederlo. Un giorno però lo vidi con una ragazza: quella che sarebbe diventata la mia compagna di corso. Così lasciai definitivamente perdere.

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