Capitolo 10

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Capitolo 10
Mam: buongiorno dormigliona.- mi diede un bacio sulla guancia, dopo aver messo la colzione a tavola.
Feci un lieve cenno con la mano.
Io: com'è andata ieri dalla zia?-chiesi con la voce ancora impstata dal sonno.
Mam: tutto bene. Ti voleva vedere, le ho detto che stavi studiando per un esame.
Io: hai fatto bene.- dissi iniziando a fare colazione.

Erano le tre del pomeriggio. Mi guardai per l'ultima volta allo specchio, poi presi la mia borsa e uscii dalla camera.
Io: sto uscendo.- dissi mettendomi le scarpe.
Mam: dei soldi ce li hai?
Io: sisi non ti preoccupare. A dopo.
Aprii la porta ed uscii di casa.
Come ogni domenica, mi diressi verso il caffe fopo del mio quartiere, dove io e Mirae facevamo finta di studiare per i nostri esami.
Aprii la porta del negozio e la vidi ad un tavolo che stava leggendo. Appena alzò lo sguardo dal libro, lo chiuse, mi sorrise e sventolò la mano facendomi segno di raggiungerla.
Faci un sospiro. "Oggi ce la faremo a studiare come si deve." Pensai, per poi raggiungerla al tavolo.
Io: cosa leggi?
Mi: mah, nulla di importante.
Io: uno dei tuoi romanzi rosa?
Mi: esattamente.
Io: ancora non ho capito che senso ha leggere questi libri e poi pretendere che la tua vita sia come questi libri. Poi, siccome non lo sarà mai, ti lamenti, costantemente.
Mi: lasciamo perdere.- fece una smorfia.
Il cameriere ci interruppe per un attimo. Ordinammo e poi continuammo la nostra conversazione.
Io: c'è qualcosa che non va?
Mi: nono.. è solo che Yunho passa molto tempo al telefono con i suoi amici e mi calcola ben poco anche quando stiamo insieme.
Io: non si mette d'accordo per fare le prove?
Mi: si, ma è fastidioso.- fece una smorfia.- non vorrei che al posto degli amici si senta con un'altra ragazza.
Io: ma figurati. Yunho non mi sembra proprio il tipo.
Mi: non si sa mai.
Il cameriere lasciò i nostri ordini sul tavolo.
Mi: a te invece? Come va questa "finta" storia d'amore?
Io: va..- dissi giocando con la cannuccia del mio succo.
Mi: non mi sembri molto convinta.
Io: non lo sono.
Mi: è successo qualcosa?
Scossi la testa.
Io: sto solo pensando che dovremmo mollare tutto.
Mi: e questo perché?
Io: forse avevo ragione tu. Mi sto lasciando troppo coinvolgere.
Mi: visto? Lo sapevo.-disse compiaciuta.- ora cosa hai intenzione di fare?
Bevvi un sorso del mio succo all'ananas e inspirai. Mi presi del tempo pee costringermi a riflettere, ma non lo feci.
Io: cosa dovrei fare? Mollo tutto.
Mi: non mi sembri nuovamente convinta di quello che stai dicendo.
Io: una parte di me vorrebbe andare avanti. L'altra capisce la situazione e vorrebbe smettere.
Mi: io fossi stata in te non avrei proprio cominciato.
Io: lo so. Sono una stupida.- sospirai.
Mirae mi mise una mano sulla mia.
Mi: dovresti parlarne anche con lui e vedere cosa ne pensa.
Io: questa volta non mi farò abbindolare. Devo chiudere e basta. Dopo lo chiamo.
Mirae annuì.
Mi: è meglio così.
Io: forse è meglio se ci mettiamo a studiare.- tirai fuori dalla borsa il libro di storia della Corea.
Mirae sbuffò.
Mi: dobbiamo proprio?
Io: si.

Presi il cellulare ed iniziai a fissarlo.
"Devi farcela." Pensai tra me e me. Sospirai e feci il numero di San.
Ad ogni beep perdevo un battito.
San: pronto?
Io: San?- dissi con voce tremante.
San: Woomin? Tutto bene?
Io: sisi. Volevo solo sentirti.- dissi cercando di tranquillizzarmi.
San: scusa se oggi non mi sono fatto sentire, ma mi sono dovuto vedere con i ragazzi per fare le prove.
Io: non ti preoccupare.
Feci un sospiro e mi feci coraggio.
Io: senti.. avresti voglia di vederci due minuti?
San: certo! Dove?
Io: non so se l'hai visto, ma qua vicino a casa mia c'è un giardino. Ti andrebbe di vederci là tra dieci minuti?
San: va bene, a dopo.
Staccai la chiamata e andai subito davanti all'armadio, pensando a cosa potermi mettere, ma ci rinunciai quasi subito. Ero così in ansia che non riuscivo nemmeno a pensare a cosa indossare.
Così mi misi qualcosa alla veloce, non mi guardai nemmeno allo specchio e uscii dalla stanza.
Io: esco un attimo.- dissi andando verso la porta.
Pa: dove vai? È buio fuori.
Io: ho bisogno di prendere un po' d'aria. Faccio un giretto e arrivo. Va bene?
Pa: va bene, ma mon tornare troppo tardi.
Io: non ti preoccupare.
Mi misi le scarpe e poi uscii di casa.
Qualche minuto dopo arrivai al giardino. San era già lì, che si stava dondolando sull'altalena.
Appena mi vide arrivare, si alzò in piedi.
Io: ciao.- sofrzai un sorriso e feci un segno con la mano.
San: ciao.
Eravamo entrambi molto imbarazzati.
Ci sedemmo sull'altalena e rimanemmo in silenzio per un po'.
Per rompere il ghiaccio, entrambi iniziammo a parlare nello stesso momento.
San: parla prima te.
Io: come sono andate le prove?
San: bene bene. Oggi abbiamo imparato a ballare "Hump!" Dei Pentagon. Te la faccio vedere?- si stava per alzare in piedi, poi si fermò.- magari un'altra volta.-disse per poi tornare a sedersi.
Io: balla pure.
San: nono. Non mi sembra il caso. Prima mi sembrava che mi dovessi dire qualcosa di importante.
Annuii.
San: dimmi pure.
Iniziai a fissare per terra. Non sapevo da dove iniziare.
Io: San..- poi lo guardai negli occhi.
Stavo tremando dall'ansia.
Io: grazie per avermi aiutata in tutto questo tempo. Noi.. dovremmo smettere di fingere di frequentarci.
San: cosa?
Io: sono sinceramente grata.
Mi alzai dall'altalena e iniziai a camminare, quando San venne verso di me e mi prese il polso.
"I miei sentimenti, li nasconderò nel mio cuore." Pensai.
Levai il mio polso dalla sua mano e ripresi a camminare.
Ero letteralmente a pezzi, mi sentivo uno zombie che barcollaba per strada, fino ad arrivare a casa.

ATEEZ || True or FalseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora