Il ramo si piega ma non si spezza

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Dopo la scampagnata in montagna torno a casa, per fortuna non c’è mia madre. Mi ha lasciato un biglietto sul tavolo della cucina, dove si scusa per non essere a casa, ma aveva una riunione imprevista a lavoro ed è dovuta scappare, ha detto che dirà ai miei colleghi che a causa del poco preavviso io non potrò presenziare.

E sai cosa me ne frega. Meglio, almeno ho tempo per fare ciò che voglio.

Giacché sono a casa da solo, mi faccio una doccia ed esco.

Non ho ancora deciso se domani mi presenterò al test, non vorrei darla vinta a mia madre, ma non vorrei nemmeno perdere un’occasione importante, un’occasione che desidero io.

Ci penserò mentre vado al pub a farmi una birra.

E ci ho pensato tutta la sera, finché non ho incontrato una deliziosa signorina bionda. Si è seduta a fianco a me, subito l’ho notata e ho pensato bene di non perdere l’occasione per provarci. Le luci soffuse del locale non mi permettono di vedere al meglio il suo viso, né di scorgere eventuali difetti su una pelle che sembra vellutata e liscia. Certo, una cosa l’ho notata. I suoi occhi azzurri brillano anche sotto una luce pessima come questa.

Finalmente si volta, mi sorride e torna a bere il suo cocktail.

“Mi guardi, mi sorridi e non ti presenti?” le dico mentre mi da le spalle.

Si volta, la sua espressione non sembra molto stupita, forse se lo aspettava o forse lo voleva, ma sono più propenso per la seconda scelta.

“Piacere” esordisce dopo alcuni secondi di silenzio “Sono Marta” si presenta tendendomi la mano.

“Piacere di conoscerti” le dico facendo il baciamano “Io sono Nicola”.

Mi sorride e il suo sguardo mi dice che sa benissimo chi sono. Vabbè poco importa. Mi sta bene a volte che si sappia già chi sono, mi permette di saltare l’introduzione.

Stiamo un po’ a parlare, e riesco a scoprire che vive sola e che lavora per pagarsi gli studi. Sapete meglio di me che a volte le parole sono inutili. Perché certe volte se ti scegli tra mille c’è un motivo. Quel motivo stasera si chiama sesso.

Finiamo a casa sua, senza troppi convenevoli andiamo dritto al sodo. Scusate, ma i dettagli non ve li do, penso ci arriviate da soli a capire come funziona la cosa.

L’indomani è mattina presto, circa le sei e mezzo, e sono già sveglio.

È il giorno del test. E sinceramente sono ancora indeciso.

Sono da poco sveglio e sento che anche lei si sta svegliando. Mi volto a osservarla mentre il suo corpo è un tutt’uno col lenzuolo. È bella, ancor più bella di quello che immaginavo. E mi congratulo con me stesso per l’ottima scelta fatta.

“Ciao straniero” mi dice con voce ancora impastata dal sonno.

“Ciao a te, non volevo svegliarti, scusa” le dico accarezzandole il viso

“Non sei stato tu. È che oggi ho mille impegni e il tempo non si ferma per aspettarmi” dice sorridendo.

“Siamo in due. Allora facciamo così, una bella doccia e ti offro la colazione. Ti porto in un posticino che è la fine del mondo”.

Lei accetta. E nel giro di dieci minuti siamo già fuori di casa, a bordo della mia auto.

Arriviamo in questo bar, un po’ imbucato. “

So che visto dove si trova non ispira fiducia, ma fidati, fa i migliori croissant”.

Prendiamo un tavolo nella terrazza interna al bar, lontano da sguardi indiscreti, di modo che nessuno possa disturbarci.

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