Dopo aver elaborato un piano d'attacco nel caso in cui Alexander avesse intenzione di attaccare, decidiamo di proseguire nella nostra solita vita. Sono passati un paio di giorni, e sembra tutto tranquillo.
Sono un po' in agitazione perché i risultati del test d'ammissione non sono ancora usciti, ma Matteo mi rassicura che usciranno tra un paio di settimane, che se eravamo davvero in tanti come affermo, non basterà di certo una settimana per correggerli tutti.
"Si ho capito, ma se escono dopo un mese che faccio nel frattempo? Mi sta crescendo un nervoso dentro che non hai idea. E se fallisco e non riesco ad entrare?".
"Ma non dire cavolate, tu ce la farai!" conclude dandomi un leggero scappellotto e aggiunge "Che poi, come mai sei preoccupato? Non ti succede mai, sei sempre molto sicuro di te stesso".
"Non so cosa rispondere, ma so che ora mi è venuta voglia di un bel caffè".
"Sì sì, cambia discorso" risponde Matteo sghignazzando "Andiamo coffee addicted".
"Vedi di prendermi in giro, intanto oggi ho bevuto solo due caffè... e sono già le nove e mezzo".
"Appunto, sei sveglio da meno di un'ora e già hai bisogno di un altro caffe! Sei pazzesco!".
Andiamo a fare una pausa al bar di Silvia, che non è proprio di strada, ma non importa.
Entriamo e Silvia ci accoglie col suo solito sorriso.
"Eccovi qua finalmente!" esclama allegra "Qual buon vento vi porta qua?"
"Indovina" risponde Matteo indicandomi.
"Quanti caffè hai già bevuto?" domanda lei.
"Non ho intenzione di rispondere a questa domanda, servimi il caffè e zitta" rispondo facendo il finto offeso.
"Sei incredibile Davis" risponde.
Non parliamo molto, con quello che è successo, ci siamo visti più in questa settimana che nei mesi precedenti. Il silenzio che c'è non è imbarazzante, è un silenzio comprensivo, che non infastidisce; anche perché Silvia non può sempre perdere tempo a chiacchierare con noi.
Il mio telefono improvvisamente squilla, dico improvvisamente perché ero talmente assorto a guardare i fondi di caffè che quando ha squillato mi ha colto di sorpresa. Mi alzo e mi allontano. È mia madre dall'ufficio. Chissà che vuole.
"Tesoro disturbo?" mi domanda lei.
"No dimmi".
"Senti, per te è un problema se anticipiamo la riunione del giornale a oggi pomeriggio? Non ricordavo di avere un impegno, o meglio la segretaria pensava di averlo appuntato e invece non l'ha fatto".
" Va bene, nessun problema. A che ora?" sento che Matteo e Silvia stanno parlando sommessamente da quando ho risposto, sono riuscito solo a capire esame, segreto e qualche altra parola, ma non riesco a capire il senso del discorso.
" Nicola, hai sentito? Nicola insomma!" sento urlare mia madre dall'altra parte del telefono.
"Scusa non ti stavo ascoltando"
"Ti ho detto di venire alle due, e per favore di portami un caffè d'orzo macchiato con latte di soia".
" Tutto qui? Ok, ciao". Le butto giù, senza aspettare che mi risponda. Ovviamente appena riaggancio Matteo e Silvia, smettono di parlare.
"E' inutile che facciate finta di niente, vi ho visto con la coda dell'occhio che stavate parlando. Posso chiedervi di cosa?".
"Mah nulla di che, del tempo" risponde Silvia di getto.
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We weren't born to follow
Teen FictionQuando puoi avere tutto dalla vita, non ti rendi conto del valore di nulla. Questo è il mio stile di vita. Questo sono io.