Ehi oh, let's go!
Il paesaggio di campagna saettava attraverso il finestrino della locomotiva dell'Hogwarts Express. I grandi campi verdi si alternavano con paesini che erano ben lontani dalla solita modernità, ma che attiravano l'attenzione grazie al loro aspetto suggestivo e antico, chiedendosi se il tempo lì non si fosse fermato. Il correre dello scenario attraverso il vetro aveva un che di ipnotico e rilassante per Anne che si trovava, come sempre, a fissare ciò che lo spettacolo aveva da offrire, seppur in cinque anni non fosse mai cambiato.
Un altro anno scolastico della scuola di magia e stregoneria, Hogwarts, era giunto al termine e quel viaggio permetteva di allentare la tensione che si era accumulata sulle spalle durante l'anno. Si iniziava a percepire la testa più leggera e lo sciogliere dei muscoli, a pensare che, nonostante fossero passate ore da quando il viaggio era iniziato, forse quel sedile rigido non era poi tanto scomodo.
Fu quando si oltrepassò il villaggio con la casa dalle finestre viola che fece capire ad Anne che il treno era quasi arrivato al termine della corsa, per giungere all'interno del binario riservato agli studenti di Hogwarts ormai sommerso da parenti in attesa.
«Verrai alla Coppa Mondiale di Quidditch?»
Quella domanda risvegliò Anne dalla pace improvvisa e si voltò verso il ragazzo dai capelli castano chiaro. Era seduta insieme agli altri prefetti in uno scompartimento riservato, posto all'inizio del vagone.
«No, Cedric. Sai che io e lo sport siamo due cose diverse.»
Anne fece una piccola smorfia e Cedric rise.
Il fischio rumoroso della locomotiva cessò ogni possibile risposta da parte del ragazzo e annunciò il suo arrivo al binario 9 ¾. Lo schiamazzare degli studenti che si stavano preparando per scendere tagliò la quiete che si era creata, accompagnato da qualche scoppio di piccoli fuochi d'artificio che qualcuno aveva buttato nel corridoio. Erano delle piccole scintille colorate che piroettavano senza sosta e creavano, dopo qualche attimo, un piccolo scoppio.
«Fai buone vacanze Cedric, e tienimi aggiornata sulla Coppa!»
«Potresti venire a vederla tu stessa!»
Anne alzò gli occhi al cielo divertita dal tono giocoso del ragazzo e uscì dallo scompartimento per raggiungere la porta d'uscita del treno. Scese i gradini e adocchiò le sue amiche non troppo distanti. Richiamò la loro attenzione e camminò verso di loro per poterle salutare.
«Passate una buona estate, mi raccomando.»
«Mandatemi un gufo!»
«Sì, però tu rispondimi!»
«Ops!»
Un ultimo saluto accompagnato da ultimi abbracci e risate prima di raccogliere il bagaglio e voltarsi, facendosi strada tra l'ammasso di studenti che si scambiavano le ultime parole o, come lei, in cerca dei parenti. Nel suo caso, Anne cercava solo suo padre e si alzava in punta di piedi per riuscire a scorgere quel familiare ciuffo di capelli biondi che spiccava selvaggio attraverso altre mille teste. Farsi strada in mezzo alla folla di studenti era come imbucarsi a un concerto rock e puntare dritto al palco, facendo attenzione a non beccarsi gomitate, spintoni e, ovviamente, a non buttare in terra qualcuno. Non poteva però biasimare l'euforia di quel momento: tornare a casa dopo così tanti mesi era sempre un'emozione, così come lo era tornare ad Hogwarts dopo la pausa estiva. A quelle sensazioni pareva non esserci mai quella cosa chiamata "abitudine".
Intravide in lontananza un uomo alto e biondo che sventolò una mano e lei capì dove raggiungere il padre, rispondendo al cenno con il braccio alzato e il pollice all'insù. Una fragorosa risata proveniente dalla sua sinistra le fece voltare il viso, sorrise di riflesso a quel suono e notò un gruppo di persone dai capelli rossi. Una donna dall'amorevole aspetto schiaffeggiò giocosamente uno dei ragazzi, prima di rivolgersi a un altro moro con gli occhiali tondi e dandogli un abbraccio materno. Harry Potter, ragazzo orfano e sopravvissuto all'Oscuro Signore, era più piccolo di Anne di due anni e non avevano avuto mai modo di parlare, nonostante lei conoscesse qualcuno del suo anno per casualità, non per interesse reciproco. Non aveva mai avuto la necessità di avere una cerchia di amici troppo grande, le bastavano quei pochi e di cui si poteva fidare senza nessun problema.
Solo nel momento in cui fu abbastanza vicina a suo padre, Robert Evans, che notò una donna dalla carnagione color cioccolata al suo fianco. Alzò le sopracciglia sorpresa, ma il sorriso affettuoso della donna la contagiò.
Doveva essere la compagna di suo padre, senza ombra di dubbio.
«Ciao, papà.» disse una volta davanti a lui e sorrise ad entrambi con una piccola nota d'emozione nel petto.
Non aveva niente in contrario in quella relazione e, anzi, la ragazza già sapeva di un certo incontro con una strega conosciuta proprio in quella stazione l'anno precedente. Addirittura notò come l'umore del padre era cambiato in meglio semplicemente osservando il suo modo di rispondere alle lettere.
Si poteva dire più... Allegro? Spensierato?
«Annie.» la salutò lui con quel soprannome.
Le diede un caloroso abbraccio con un enorme sorriso e si voltò verso la donna, gli occhi che traboccavano di trepidazione per quell'attimo.
«Questa è Eveline. Eveline Moore.»
«E' un piacere conoscerti, tuo padre mi ha parlato molto di te.»
Eveline rivolse uno sguardo gioioso alla ragazza bionda che le ricambiò il sorriso con altrettanta emozione. Le strinse la mano e Eveline prese quella di Anne con entrambe per lasciarle una carezza sul dorso.
«Oh Merlino, eccolo lì.»
Gli occhi di Eveline andarono oltre le spalle della ragazza e unì le mani come se cercasse di contenere la sua smania. Anne si voltò e notò un ragazzo dalla carnagione scura, la testa piena di rasta e il volto sempre più sorpreso ad ogni passo. Nella mano sinistra reggeva il suo trolley marrone scuro.
«Lee, eccoti qui.»
La madre del ragazzo si avvicinò a lui e gli aggiustò la maglia. Gli mise le mani attorno al volto e si alzò sulle punte per lasciargli un bacio sulla guancia.
«Robert, Anne, vi presento mio figlio Lee Jordan.»
Anne lo riconobbe, malgrado non avesse mai stretto amicizia con lui. Negli anni precedenti avevano scambiato qualche parola durante la lezione, ma non avevano mai dato importanza nel stringere un rapporto amichevole o di semplice conoscenza. Di lui sapeva poche cose e forse erano le basilari, nozioni che apprendi senza fatica e che tutti sanno: era il commentatore delle partite di Quidditch ad Hogwarts, nonché ragazzo che partecipava ai mille scherzi organizzati dai suoi amici, se non da lui stesso, ed era stato smistato nei Grifondoro. Lui e il suo gruppo erano quelli più conosciuti a scuola, sia per il loro brio che per l'abilità di rallegrare una lezione noiosa con qualche scherzo magico. Se qualcuno subiva una burla, la maggior parte delle volte era conducibile a loro.
La ragazza bionda rimase vicina al padre quando si presentò al figlio di Eveline, preoccupata che quell'unione non fosse ben accetta per svariati motivi. Ma il sorriso smagliante da parte di Lee mentre stringeva la mano di Robert la rincuorò e quando la guardò per salutarla, le sembrò di non vedere nessun tipo di imbarazzo.
Al contrario di lei.
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The Protectors
FantasyAnne Evans alla fine del quinto anno della scuola di Hogwarts si ritroverà inaspettatamente più vicina a un giovane Grifondoro, Lee Jordan, in quanto i rispettivi genitori, dopo un anno di frequenza, hanno deciso di unire le due famiglie. Anne incon...