Capitolo 13

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From out of Nowhere

Alcune settimane dopo aver completato la Pozione Pompion, i gemelli Weasley trovarono il modo di tramutare il liquido in stato solido e a sfornare delle caramelle che avrebbero trasformato in zucca la testa di chi l'avesse mangiata. Anne aveva avuto il piacere, e grazie a Dio solo questo, di poterle vedere: erano piccole, affusolate e di un arancio brillante.
Dei geni. Quei gemelli erano dei geni assoluti.
Fortunatamente lo scherzo durava una ventina di secondi, ma la parte più divertente era ascoltare la "testa di zucca" appena trasformata che emetteva dei versi che ricordavano l'uomo delle caverne.
Terminò maggio con grandi risate e aprì le porte a un giugno caldo e di relax. Era proprio in quel mese che gli studenti riuscivano a sospirare di sollievo dallo studio, nonostante in quell'anno palpitavano di frenesia per un altro evento in arrivo, un evento importante e unico.
L'ultima prova del Torneo Tremaghi.
Il campo da Quidditch venne allestito per la gara settimane prima, nascondendo quella che il 24 giugno fu rivelata come la terza prova del Torneo: il labirinto.
Tutti gli studenti partecipanti alla prova si sistemarono sugli spalti e attesero la presentazione della sfida, sfoggiando cartelloni e volti dipinti pronti a esultare i quattro partecipanti una volta entrati.
Anne sgomitò in mezzo alla folla ritardataria che camminava lungo il prato in direzione del futuro spettacolo, uscì dalla mandria solo per riuscire ad entrare in quello che era definito lo "Spazio dei Campioni", il luogo posto sotto gli spalti del pubblico, dove i prescelti attendevano l'inizio della prova.
Scostò il tendone e iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di Cedric, ma la sua voce provò che fu prima lui a trovarla.
«Anne!»
Si voltò in direzione del ragazzo e si avvicinò con fare svelto. Lo strinse a sé con la stessa intensità con cui lui l'abbracciò, felice di potergli augurare buona fortuna di persona. Si allontanò leggermente e gli prese il viso tra le mani, gli occhi puntati sui suoi grigi.
«Buona fortuna, Cedric. Torna vincitore, mi raccomando.»
«Ci puoi scommettere! Poi mi dovrai offrire da bere.»
«Ehi, sei tu quello che vincerà soldi!»
«Ma voglio un premio dal tassorosso migliore del mondo!»
Scoppiarono a ridere, quando gli occhi di Cedric si spalancarono per un momento.
«Aspetta un secondo.» le disse, e Anne lo guardò allontanarsi di fretta per andare verso i suoi genitori.
Osservò in giro e notò anche le famiglie degli altri partecipanti. Guardò Krum e Fleur, ma lo sguardo andò a cercare di proposito il piccolo Harry Potter accanto a una donna tonda e dai capelli rossi. L'aveva già vista alla stazione di King's Cross mentre aspettava i figli, i Weasley, e insieme formavano un mucchio di teste rosse brillanti che risaltavano come un falò.
«E' la mamma di George, la tua futura suocera. Non mi sembra male, no?»
La voce di Cedric, sempre scherzosa, la fece voltare in un primo momento con stupore. Quando realizzò, gli diede un piccolo schiaffetto sul braccio.
«Cretino!»
«Ehi, perché no?! Lo dico io: quando arriverà il momento sarò il primo a fare il tifo per voi.»
Vide il suo sorriso compiaciuto, così sicuro di quelle parole che Anne abbassò gli occhi con imbarazzo. Un piccolo colpo di tosse da parte del ragazzo richiamò nuovamente la sua attenzione e si trovò davanti al naso un sacchettino in velluto blu.
«E' il tuo regalo di compleanno, signorina.» disse col suo solito tono e scrollando poi le spalle, impacciato, «Avrei voluto dartelo prima, ma mamma è riuscita ad averlo da un negozio babbano settimane dopo il tuo compleanno.»
Anne non pensò nemmeno a un possibile regalo da parte sua. Non perché non le importasse, ma per il semplice fatto che festeggiare con lui, e altri amici, già le era sembrato più che sufficiente. Prese il regalo tra le mani e l'aprì: dall'interno tirò fuori una catenina in oro con una mezzaluna appesa come ciondolo.
«Non avresti dovuto, Cedric. E' bellissimo.»
«Vedo come guardi la luna ogni volta che facciamo le ronde nel castello. Adesso ne hai una tutta per te.»
Anne non fece in tempo a rispondere che il preside, Albus Silente, richiamò i quattro campioni. La ragazza salutò l'amico ancora una volta, gli diede un bacio sulla guancia e gli augurò buona fortuna. Ficcò il ciondolo nel piccolo pacchetto e lo ripose nella tasca del maglioncino largo che indossava.
Quel giorno le nuvole grigie in cielo non promettevano granché speranze nel tempo già fresco da giorni. Anne si allacciò alcuni bottoni del cardigan mentre saliva le scale per gli spalti, e udì la banda della scuola suonare sotto la guida del professor Vitious. Guardò l'insegnante agitare la bacchetta energicamente, si voltò verso sinistra e notò i gemelli Weasley insieme a Lee. Superò un paio di panche e si avvicinò a loro.
«Ragazzi! Questo posto è libero?»
«Per la nostra Tasso-Evans c'è sempre un posto.»
Fred, al centro del terzetto, parlò e le lanciò un occhiolino. Lee era dall'altro lato e con un sorriso smagliante sventolò una mano verso di lei, le offrì un mix di caramelle che riuscì a prendere grazie all'aiuto di George, seduto accanto a lei.
Il caos regnava sugli spalti disposti in semi-cerchio, la folla acclamava l'arrivo dei campioni con intrepida eccitazione, tra urla e striscioni che svolazzavano verso il piazzale ove tutto avrebbe avuto inizio.
Anne vide il padre di Cedric entrare gioioso con un mezzo stacchetto prima di allargare le braccia verso il figlio, che arrivò in seguito. Quando notò il giovane Tassorosso, la bionda si alzò per applaudire assieme ad altri ragazzi che urlarono il nome di Cedric. Poi entrò Harry Potter, a seguire Fleur con Madame Maxime e Krum con Igor Karkaroff, ciascuno ad attirare quella fetta di pubblico che gli apparteneva con orgoglio.
Soltanto la voce del preside che venne amplificata con le parole «Sonorus!», dopo essersi puntato la bacchetta alla gola, fece restare il pubblico in silenzio e smettere la banda di suonare con piccole stonature. In poco tempo tutti si misero seduti e attesero le parole dell'anziano che si era posizionato dietro un leggio antico in monocolonna.
«Stamattina presto il professor Moody ha posto la coppa TreMaghi nel cuore del labirinto e solo lui ne conosce l'esatta posizione. Siccome il signor Diggory e il signor Potter sono alla pari al primo posto, entreranno per primi nel labirinto. Seguiti dal signor Krum e dalla signorina DeLacour.
«La prima persona che toccherà la coppa sarà il vincitore. Ho raccomandato al personale di pattugliare il perimetro: qualora un concorrente volesse ritirarsi dalla prova, lui o lei sparerà scintille rosse a raffica con la bacchetta.
Concorrenti! Intorno a me, presto!»
I quattro giovani si radunarono in cerchio vicino a Silente. Le loro espressioni tese e lo sguardo vigile.
«Starà facendo loro raccomandazioni?»
«Possibile.» rispose George ad Anne, «Ci sono cose che solo loro devono sapere.»
E quando il preside si voltò con un «Al mio tre!» e il colpo di cannone sparò senza nemmeno aspettare il conteggio, i quattro campioni si posizionarono ognuno in un'entrata differente del labirinto.
La vista di Cedric e Harry entrare con cautela all'interno di quelle siepi alti e buie, fece mordere ad Anne l'interno delle guance e stringere le mani tra loro poggiate sulle ginocchia.
Una manciata di minuti dopo il preside invitò Krum a entrare nel labirinto e, a seguire, anche Fleur. A veder meglio, pareva quasi che, dopo che il campione aveva varcato la soglia del labirinto, la siepe alta e padroneggiante si chiudesse come una porta, quasi a non voler nessun altro invitato a quella festa privata.
Inquietante.

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