15 - Hiroji Hibiya

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[parole: 5582 ]


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FUTAKUCHI


Rivedere lui era stata l'ultima botta, quella più dolorosa, quella che ti uccide.

Mentre io e Tokyo, esteticamente, non eravamo cambiati molto lui sembrava un'altra persona, e non so nemmeno come sia riuscito a riconoscerlo così facilmente.
Quando lui mi lasciò, la volta in cui scelse di fare la cosa giusta e di rivedere il suo modo di pensare, la volta in cui ci voltammo le spalle e prendemmo strade diverse, la volta in cui decise di cambiare e mi sputò tutto il veleno accumulato addosso...fu l'ultima vera volta che lo vidi e ricordo alla perfezione quel suo sguardo fermo, deciso e determinato anche con la consapevolezza che da quel giorno non avrebbe avuto vita facile. Fu l'ultima volta perché da quel giorno evitavo pure di guardarlo quando ci incrociavamo per i corridoi, l'ultima perché ero testardo e orgoglioso e credevo che tornare a parlarci o dissuaderlo dalla sua idea mi avrebbe reso debole, l'ultima perché non mi andarono mai a genio le sue parole e la sua sfrontatezza, l'ultima perché, dopo la 6° elementare, ciò che aveva predetto si realizzò per filo e per segno e nemmeno in quel momento che si presentò dopo anni non riuscì a guardarlo in faccia. Aveva avuto ragione su tutto, anche se era solo un bambino era riuscito a capire alla perfezione come sarebbero andate le cose, e l'aveva fatto con un tono così convinto che un po' temevo le sue parole e per tutto io resto della sesta elementare mi sforzai di non credergli. Eppure era successo. Quelli che credevo amici avevano fatto la spia sulla faccenda della piscina, in realtà ero sempre stato loro antipatico e stavano con me per i loro comodi, una volta perso quella falsa stima ero stato messo allo stesso livello di chi tormentavo dimostrando che si, denigravo gli altri per mostrarmi forte perché altrimenti non sarei stato nessuno e ciò si ripetè anche alle medie.
Insomma, Hiroji aveva avuto ragione su tutto e sapevo che se l'avessi ascoltato forse non sarei arrivato a quel punto, per questo non avevo il coraggio di guardarlo.

"Oi oi oi! Levatevi! Voglio sentire anche io chi è arrivato!"

Tokyo si fece strada tra i nostri compagni essendo troppo bassa per poter capire chi fosse da dietro, la sua voce mi risvegliò facendomi realizzare con chi avevo incrociato lo sguardo, di conseguenza, lo distolsi portandolo sulla rosa, ora di fianco a me con un'espressione corruciata e lo sguardo puntato sul ragazzo.

"Chi è Kenji?" sussurrò tirandomi per un lembo della maglia.

"Oh...Futakuchi-kun, Tokyo-chan...chi lo avrebbe detto" disse lui sorpreso ma facendo un largo sorriso subito dopo.
"O vi siete messi d'accordo o questo è destino!"

"Non conosco la tua voce, chi sei?" chiese Tokyo avvicinandosi.

"Beh, in effetti avevo 11 anni l'ultima volta....sono io, Hiroji, non ti ricordi di me?" le sorrise.

La rosa sgranò gli occhi e non perse tempo a saltargli in braccio in preda alla gioia, con quest'ultimo che a fatica riusciva a mantenere l'equilibrio per l'improvviso gesto. Io li guardavo da lontano, notando come il sorriso di Tokyo sembrasse così sincero e felice in quel momento, mentre parlava con Hiroji e gli chiedeva mille cose ripetendo poi quando fosse felice di rivederlo. Erano bellissimi, non come coppia...forse li rendeva tali il fatto che nonostante tutto siano rimasti così uniti, in ogni caso, mi sentivo colpevole a guardarli e non ne capivo il motivo.

"Futakuchi, lo conosci?" mi chiese Obara mettendosi di fianco a me.

"Uhm, si, era con me e Tokyo alle elementari" risposi sperando di finirla lì.

"Potevi dirmi che conoscevi qualcuno di così carino! Non vale sai?! Non puoi darmi della zitella poi!" protestò Mai gonfiando le guance offesa.

"Non sono rimasto in buoni rapporti con lui" sbuffai. "E per tua informazione nessuno è alla tua altezza secondo il mio preziosissimo parere!"

Different || Haikyuu || Kenji FutakuchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora