9 - Karma bears the name of Tokyo

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[parole: 3534 ]

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NARRATRICE


La ragazza lo fissò per qualche secondo con aria impassibile, poi voltò la testa di lato chiudendo gli occhi e alzò le spalle.
"Non ho nulla da dirti"

"Invece si! Credi che non sappia che sei venuta qui per me?!" cominciò a sbraitare il castano, cosa che non stupì affatto la ragazza.

"La vuoi una camomilla?"

"Sii seria!"

"Senti, egocentrico che non sei altro, ho già abbastanza problemi senza starti appresso" sbuffò.

"Allora perché sei qui? E non mi dire che è stato solo un caso"

Tokyo aprì gli occhi e fissò intensamente il ragazzo con la coda dell'occhio. Stette in silenzio per dei minuti interminabile mentre che Futakuchi aspettava una qualche risposta, un poco in soggezione a causa dello sguardo della ragazza su di lui.
Poi la rosa chiuse nuovamente gli occhi e si prese il mento tra l'indice e il pollice, come se stesse pensando.

"Ti ricordi di Sosuke Anaro?" chiese.

Non gli servì pensarci, era ovvio che si riferisse al suo ex amico delle elementari, ma lo stesso non capì che c'entrasse.
"Certo che me lo ricordo...ma che c'ent-"

"Fu il primo di cui misi in atto la mia vendetta.
Lo incontrai pochi mesi dopo che ebbi iniziato la prima media, riconobbi subito la sua voce ma me ne accertai quando sentii qualcuno chiamarlo. Eravamo al supermercato, io cominciai a seguirlo e riuscì a scoprire la scuola che frequentava" disse, poi si fece più seria e il suo sguardo divenne più intenso, il che fece venire i brividi al ragazzo a pochi metri da lei.
"Mi è rimasta impressa la paura per il primo periodo da quando voi quattro siete andati alle medie...il terrore di incontrarvi ancora, e non mi crea problemi ad ammetterlo...e beh, la stessa cosa ho fatto con lui" ghignò.

"C-come?" balbettò inconsapevolmente.

"Doveresti vederlo! Trema solo a sentire il mio nome!" sghignazzò divertita, poi si fermò dopo qualche secondo e ghignò puntando di nuovo gli occhi su di lui.
"Per qualche mese gli ho fatto credere di essere seguito e pedinato, sono riuscita ad avere il suo numero e lo chiamavo ogni tanto, non dicevo nulla, riattaccavo quasi subito. Poi, dopo mesi a godermi la lenta pazzia crescere in lui, quando fu da solo in stazione ad aspettare la metro, mi sedetti accanto a lui e gli puntai un coltello finto alla gola, era uno di quelli senza lama che trovi anche nei negozi di giocattoli...infondo non sono una psicopatica, ma lui pensava fosse vero e fu spaventato a morte quando sentì il metallo premergli sulla gola. Poi mi presentai, gli ricordai chi ero, cosa mi avevate fatto e gli dissi che ero io che lo chiamavo e lo pedinavo, infine descrissi nei minimi dettagli come avevo intenzione di ucciderlo...ogni minimo particolare...che arma avrei usato, come lo avrei ucciso, come lo avrei squartato, come avrei riempito qualsiasi cosa del suo sangue, dove avrei buttato ciò che rimaneva del suo corpo, come avrei occultato le prove e come, a lavoro finito, mi sarei lavata le mani e sarei tornata a casa a godermi in tv la notizia della sua morte...cazzo avrei voluto vederlo, potevo sentire il terrore in ogni parte del suo essere" rise. "E poco prima di lasciarlo andare sai cosa pretesi da lui?"

Il castano scosse il capo inghiottendo la saliva, avendo paura della risposta.

"Silenzio. E basta. Quello che mi avete imposto voi per anni" rispose tremendamente seria, con voce profonda.
"Comunque" riprese sospirando. "Sono sicuro che ti ricorderai anche di Hideo Sakato"

Il castano annuì attento, seguendo ogni movimento della ragazza. "Certo"

"Beh, con lui sono stata più crudele. Vedi suo padre lavora per la stessa azienda del mio, e lo sapevo perchè a volte lui mi portava in ufficio quando non potevo stare a casa da sola.
Un giorno venni a sapere che lui e mio padre furono costretti a giocarsi il posto in quella sede e l'altro avrebbe dovuto trasferirsi in una più lontana, ma era uno spostamento piuttosto svantaggioso e con una paga minore. Quindi, prima che entrambi consegnassero al capo la relazione per decretare chi sarebbe rimasto, sabotai quella del padre di Hideo, facendogli perdere il posto in quella sede.
Fu un tale peccato, credimi" ammise con finto dispiacere. "Insomma, Hideo aveva una vita a dir poco perfetta, anzi, un periodo del genere non gli ricapiterà mai più. Aveva tanti amici che gli volevano bene, nella sua ormai ex scuola media, aveva una ragazza, ottimi voti e una possibilità di frequentare un ottimo liceo, suo padre guadagnava molto bene quindi erano messi bene economicamente, per non parlare della stabilità che aveva acquisito, anche interiormente. Fu un peccato che quando andai personalmente a dar loro la notizia che dovevano trasferirsi dall'altra parte del Giappone, il mondo crollò addosso a tutti, soprattutto a Hideo, che si sentì inutile a non poter far nulla mentre perdeva tutto ciò che ti ho elencato!"

Different || Haikyuu || Kenji FutakuchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora