Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
I diritti delle immagini non mi appartengono.
AVVERTIMENTI:
Questa storia è ambientata in un periodo futuro - mooolto futuro - agli eventi di Dragon Ball Super, ma non ci saranno riferimenti alla saga di Moro, quindi nessuno spoiler. (Schema temporale a fine capitolo).
Verrà fatto abbondante uso del turpiloquio e, siccome non voglio turbare la sensibilità di nessuno, ci tengo a segnalare che i personaggi saranno OOC riguardo a questo punto di vista.
La storia conterrà anche tematiche delicate tra le quali lutto e sindrome da stress post-traumatico.
Ci tengo inoltre a specificare che prima di vedere scene yaoi passerà tanta acqua sotto i ponti. Sarà una storia slowburn che tratterà di un rapporto in evoluzione ma, soprattutto nei primi capitoli, lo yaoi si vedrà solo col binocolo. Abbiate pazienza, please :D
Dedicata a Teo5Astor,
senza il quale uno dei personaggi principali di questa storia non esisterebbe.
- ACROSS THE UNIVERSE -
Capitolo 1
Il tempo, maledetto infame
«Non posso, non posso sopportarlo».
La rabbia.
«Lo so, Kakaroth».
«No, tu non lo sai!»
La stessa rabbia che pervade i Saiyan poco prima della trasformazione. Lampi verde acqua negli occhi, scintille calde, l'Aura in fiamme.
Vegeta l'ha visto altre volte così arrabbiato, ma solo con i nemici, con qualche essere tangibile, un capro espiatorio da sconfiggere.
Nessun nemico, ora. Niente avversari, niente pericoli.
Solo il tempo che, inesorabile, scorre e non guarda in faccia nessuno.
«Credi che non lo sappia?! Siamo sulla stessa maledetta barca, lo sai bene» sibila Vegeta.
Lo prende per le spalle e lo scuote. Kakaroth trema, abbassa la testa.
Fuori c'è il sole, dentro di loro piove. Loro, ultimi esponenti della razza di guerrieri Saiyan. Loro, destinati a sopravvivere ai loro cari.
«Sarà lo stesso anche per me. Quanto tempo pensi che resti a Bulma? Dieci, quindici anni?» grida e lo scrolla ancora, più forte.
«Smettila, basta!» Kakaroth gli ringhia contro.
Non lo sopporta. Non sopporta di sentirsi dire che un'altra amica morirà prima che loro possano anche soltanto invecchiare.
Non dopo Crilin e il maestro Muten, non dopo Chichi, che a soli sessantotto anni in quel momento è lì, appena sigillata in un'urna di ceramica decorata con fiori di pesco.
Kakaroth ha uno zaino sulla spalla e gli occhi rivolti verso le stelle. Il suo completo elegante da cerimonia funebre giace sparpagliato sul pavimento.
«Quello che stai cercando è solo un altro pretesto per andartene via, ecco cos'è».
«Non ti permettere, Vegeta! Non ti azzardare!» Kakaroth alza la voce, se ne infischia che al piano inferiore ci sono ospiti tutti vestiti di nero. «Sono sempre rimasto qui, specialmente negli ultimi anni».
Tenta di divincolarsi, ma Vegeta lo afferra più forte, lo arpiona per le spalle e gli conficca le unghie nella pelle.
«E allora perché andartene adesso?!»
Kakaroth abbassa lo sguardo di nuovo, i ciuffi neri di quei ridicoli capelli gli coprono gli occhi.
«Guardami in faccia, Kakaroth, se questo è un addio!»
Lo guarda. Forse è un segno, lui mente.
«No, non lo è. Tornerò tra qualche mese al massimo. Ma ora ho bisogno di stare solo. Per favore» il suo tono diventa una supplica. Vegeta ringhia, si arrabbia di più.
«Non è sparendo che risolverai le cose».
«Non c'è niente che io possa risolvere. Niente». Kakaroth riesce a divincolarsi, fa due passi indietro e stringe la fibbia dello zaino tra le dita. Diventano bianche talmente stringe, mentre il suo volto diventa sempre più carminio.
«E allora rimani!» ora è il tono di Vegeta a diventare una supplica aspra. «Rimani qui per chi ne ha bisogno! I tuoi figli, i tuoi nipoti...» Sua Maestà è troppo orgoglioso per ammettere che lui è una di quelle persone, quindi tace.
Anche Kakaroth tace. Il suo volto è arricciato in un'espressione che non gli appartiene. Ha gli occhi lucidi, si morde il labbro.
Un ultimo sguardo è tutto ciò che rimane, un lascito. Il respiro trattenuto. Poi si porta due dita in fronte e chiude gli occhi.
«Bravo! Bravo, scappa! Codardo. È tutto quello che sai fare!» urla Vegeta, ma Kakaroth non c'è già più. Solo polvere e un completo elegante sul pavimento.
«Codardo! VIGLIACCO!»
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Across the universe || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||
FanfictionL'aura di Kakaroth si era dissolta lentamente nel nulla. Non da un momento all'altro - il che avrebbe potuto farne presagire la morte - ma lentamente. Sempre più flebile, sempre più lontana, fino a che Vegeta non l'aveva più percepita. Mai più. «Cos...