Uno contro Uno

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
I diritti delle immagini non mi appartengono.


- ACROSS THE UNIVERSE -


Capitolo 11
Uno contro Uno


«È bello essere in due».
Vegeta si sollevò dall'erba di quel prato umido di rugiada.
«Che?» domandò, sollevando un sopracciglio.
Kakaroth gli sorrise.
«Sebbene gli altri mi aiutassero, alla fine ero sempre io da solo a combattere contro i nemici. Adesso siamo in due, ed è bello» fece spallucce. Avevano appena sconfitto un nuovo maledetto nemico che aveva tentato di conquistare l'universo. E l'avevano fatto insieme.
Insieme erano forti, così forti che in pochi osavano sfidarli ancora.

«Prima o poi sarai di nuovo da solo contro di me, quando deciderò che sarà il momento di ucciderti» ghignò Sua Maestà.
«Lo dici sempre, non lo fai mai» rise Kakaroth, ancora sdraiato per terra e con i capelli umidi di rugiada del mattino.
No, Vegeta non l'avrebbe mai fatto per davvero. Per quanto detestasse ammetterlo, era bello essere in due. Lo era per davvero.

Tutto si mosse in fretta, troppo in fretta.
Non c'era stata alcuna possibilità di concludere le loro trattative in modo pacifico, non c'era altro modo se non combattere e riprendersi Kakaroth con la forza bruta.
Un vero peccato che fu anche lo stesso Kakaroth a rispondere con la forza bruta.
Appena l'Imperatore Zinnĩr diede l'ordine di attaccare, tutte le guardie presenti nella stanza si lanciarono a lance spiegate contro Radish e Vegeta. E, naturalmente, Kakaroth scelse di sua spontanea volontà a quale dei due avversari fare fronte.
Come una calamita che li guidava sempre uno contro l'altro, come se un regista insoddisfatto avesse riavvolto la pellicola del loro personalissimo lungometraggio.
Vegeta si ritrovò con Kakaroth addosso, la lancia dorata contro il petto di piatto, gli occhi scuri arpionati ai suoi e i denti digrignati in un grido di lotta.
Erano tornati indietro di cinquant'anni, nel momento esatto in cui non erano ancora in due.
Non erano più una squadra, non erano più loro due contro il resto del mondo. Erano uno contro uno, di nuovo.
Non era una battaglia amichevole, non sarebbe stato come uno dei loro innumerevoli allenamenti.
Vegeta emulò il ringhio e rispose all'attacco. Qualcosa sotto la pelle vibrò, una sensazione conosciuta, un desiderio di lotta. Nonostante tutto c'era qualcosa di incredibilmente eccitante.
Finalmente, pensò Sua Maestà. Finalmente ci scontriamo di nuovo.
Quasi non gli importò più del contesto, quasi si dimenticò che quella era una situazione di emergenza dalla quale avrebbe dovuto uscire il più in fretta possibile.
Erano lui e Kakaroth. Uno contro l'altro, come se il tempo non fosse mai passato. E non c'era niente di più appagante.


Altre guardie cercarono di intromettersi in quella lotta ma, con tutta evidenza, non erano all'altezza. Lui e Kakaroth si sollevarono entrambi nella stanza, iniziando a darsele di santa ragione all'interno del palazzo. Distrussero ogni soprammobile, ogni tendaggio. Si ritrovarono ben presto nell'alto atrio, pugno contro pugno, calcio contro calcio. Vegeta avvertiva una presa asfissiante nella mente, come se qualcuno stesse cercando di farlo desistere e arrendersi, ma il Principe la ignorò. Non sarebbero bastati i poteri manipolatori di otto Saggi insieme a fargli interrompere quello scontro.
Ciò che era molto strano, però, fu che l'Aura di Kakaroth – finalmente amplificata – non fosse riconducibile a quella che possedeva un tempo. Era diversa, c'era qualcosa di simile, ma Vegeta non la riconosceva affatto. Era a causa della manipolazione?
Radish, dalla lontananza, sembrava indaffarato a lottare contro altre guardie. Ne arrivarono a decine, a ogni secondo il palazzo si gremiva sempre più di combattenti.
Ma, ogni qualvolta qualcuno tentava di aiutare Kakaroth, Vegeta lo spazzava via in pochi secondi e ritornava sul suo avversario.
«Sei forte!» ringhiò Kakaroth, quando Sua Maestà parò un pugno rivolto alla bocca dello stomaco.
Vegeta ghignò e, contorcendogli il braccio, si avvicinò fino a sfiorargli la punta nel naso.
«Questo dovresti saperlo di già» sibilò, poi gli tirò una testata in mezzo alla fronte che lo costrinse a indietreggiare.
Vegeta lo raggiunse e, prendendolo per una gamba, lo scaraventò sul pavimento. Le piastrelle del mosaico verde acqua e oro si sollevarono ma, quando Sua Maestà fece per raggiungerlo e bloccarlo al terreno, Kakaroth schivò velocemente e passò al contrattacco. Lo calciò sugli stichi e tentò di lanciargli un attacco dell'Aura, ma Vegeta lo respinse in direzione della cupola in vetro del trono, infrangendola in mille pezzi.
I Saggi e l'Imperatore, nel frattempo, osservavano la battaglia ben rintanati nell'angolo di una delle otto stanze.
«Sai, mi era mancato combattere contro di te. Forse è la volta buona che mantengo fede al mio proposito di sconfiggerti» sghignazzò Vegeta e, detto ciò, si lanciò contro l'avversario per ricoprirlo di pugni veloci.
«Smettila di dire cose insensate e arrenditi! Sei in arresto!» Kakaroth tentò di bloccarlo, parando ogni pugno.
Vegeta, però, scoppiò in una fragorosa risata.
«Ma vaffanculo, Kakaroth».
Quella era una delle cose più ridicole che gli avesse mai detto. E di cose ridicole gliene aveva dette parecchie!
Kakaroth ringhiò di frustrazione quando non riuscì più a parare i colpi, quando non riuscì a difendere anche gli altri suoi colleghi – le guardie imperiali – dagli attacchi dell'Aura di Vegeta.
Arrabbiato come poche altre volte Vegeta l'aveva visto, si allontanò con un balzò e strinse i pugni.
«Adesso mi hai stancato!» ruggì Kakaroth e, dopo aver caricato quanta più energia possibile, si trasformò in Super Saiyan.
Vegeta sorrise, sardonico. Oh, quello sì che sarebbe stato divertente!

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