Capitolo 1

50 6 3
                                    

Pov Peter
Era presto e nel cortile della scuola iniziavano già a crearsi gruppi di ragazzi e ragazze con la voglia di chicchierare e scherzare fra loro alle stelle e la voglia di iniziare un altra giornata di scuola sotto i piedi.

-dovrebbe arrivare a momenti- mi disse il preside, affianco a me.

Era il mio primo giorno in questa nuova scuola a Los Angeles dopo essermi trasferito da Boston e stavamo aspettando una ragazza che mi avrebbe dovuto fare da guida e mostrare la scuola. Il preside mi aveva parlato di questa ragazza. Diceva che era sempre disponibile e gentile e con il sorriso stampato sulle labbra. Mi diceva che era una delle migliori studentesse dell'istituto, andava bene nelle materie scientifiche, nelle materie letterarie, nelle materie artistiche e in quelle motorie. Mi diceva che conosceva tutti gli studenti della scuola, dal primo all'ultimo, e che lei era un buon punto di partenza se volevo iniziare a fare amicizia. Page. Mi diceva che si chiamava Page, quella ragazza che, raccontata da lui, suonava perfetta, senza difetti, sempre pronta ad aiutare gli altri, inteligente e incredibilmente gentile. Smisi di pensare a Page, dopotutto neanche la conoscevo, avrei fatto delle considerazioni su di lei solo quando l'avrei conosciuta.

Il preside guardò per l'ennesima volta l'orologio.
- È in ritardo?- gli chiesi.
- Chi Page?
Annuii.
-Si vede che non la conosci
Rimasi un po' perplesso da quell'affermazione.
-Che intende?
- Page non è mai in ritardo. Inoltre le lezioni iniziano fra 20 minuti, diamole tempo arriverà di sic- si bloccò e inizio a fissare un punto lontano-eccola è quella li, quella ragazzina bassa affianco a quel ragazzo alto che camminano insieme- guardai nel punto in cui mi stava indicando

Page pov
-Lou dove hai messo le mie chiavi??- chiesi a mio fratello in fretta per non arrivare in ritardo.
- Non lo so sorellina dovresti saperlo tu- lo guardai seccata- Non posso fare tardi oggi, devo fare da guida a un nuovo ragazzo- sbuffai e riiniziai a cercare
- È inutile che sbuffi è colpa tua se non le trovi- lo guardai facendo una smorfia.

Io e Lou (Louis) abbiamo un rapporto fantastico. Molto spesso i fratelli non vanno d'accordo, ma noi siamo in sintonia, non litighiamo mai e facciamo sempre tutto insieme. Finché non se ne andò, mia nonna ripeteva che io e lui siamo "due corpi e un anima sola". Nonostante la differenza di età (lui quasi 18 anni e io 15) siamo molto affezionati l'uno all'altra e soprattutto lui è l'unica persona che sa come sono fatta realmente, lui è l'unico a conoscere la vera me.

-Trovate!!- squillai dopo 2 minuti di ricerca sotto i cuscini dei divani delle varie sale da pranzo della mia enorme casa. I miei sono molto spesso fuori per lavoro e da questo io e Lou ricaviamo una bella casa, enorme con una grossa piscina e tanti piani. Ci guadagnamo vestiti di marca e costosi. Lou ci ha anche guadagnato l'ultimo modello della sua casa di produzione di moto preferita, e stessa cosa per la macchina. Nonostante i miei siano sempre fuori per lavorare siamo una famiglia affiatata e quando abbiamo la possibilità di stare insieme la cogliamo fino all'ultimo. Amo i miei genitori, si piegano in due per noi, ma se lavorassero un po' meno e guadagnassero un po' meno e avremmo una casa dalle normodimensioni per me non sarebbe assolutamente un problema, anzi forse sarebbe meglio, pagherei oro per avere i miei genitori sempre accanto a me come gli altri ragazzi e penso che Lou farebbe la stessa cosa. Posso comunque ritenermi fortunata poiché i miei ci sono comunque vicini e ci vogliono bene cosa che a volte nelle famiglie può mancare. Inoltre dato che siamo inglesi -ho vissuto in Inghilterra fino a quando ho compiuto 10 anni, poi ci siamo trasferiti qui a LA- abbiamo delle passioni, dei ricordi e delle origini che riusciamo a comprendere e interpretare solo noi, e questo ci rende ancora più uniti.

-Bene, infila il casco, prendiamo la moto e andiamo a scuola- mi disse Lou
Ci furono 10 secondi di silenzio in cui io lo guardavo e lui mi guardava.

- Non trovi neanche il casco vero?
- Già
- È lì guarda-mi indicò il casco, lo presi e uscimmo di casa.

Lou non parcheggiò la moto davanti alla scuola come era solito fare, ma leggermente distante perché mi aveva detto di avere voglia di sgranchire un po' le gambe e dato che non eravamo in ritardo acconsentii.

Stavamo entrando nel cortile e vidi il preside che mi indicava con affianco un ragazzo che non conoscevo, era sicuramente il nuovo ragazzo. Feci finta di non averli notati dato che Lou mi stava parlando della sua ultima partita di football e stavo ascoltando di come aveva fatto in modo che la sua squadra vincesse. Appena finì di raccontare mi diede un bacio sulla guancia e andò verso il nostro gruppetto di amici, io invece mi diressi verso il preside e quel nuovo ragazzo, che mi ispirava molta simpatia.

Peter pov
Guardai nel punto in cui mi stava indicando il preside e vidi questa ragazza con i capelli biondi che le arrivavano alle spalle, gli occhi azzurri così brillanti che si vedevano dall'altro capo del mondo, sembravano dei diamanti, e aveva poi una pelle cosi chiara che sembrava di porcellana. Aveva una spruzzata di lentiggini sulle guance e sul naso e delle labbra carnose e rosee. Non portava trucco, forse solo un filo leggero di mascara, ma forse era solo un'illusione delle lunghissime ciglia di quegli occhioni azzurro lapislazzulo. Indossava una gonna nera corta a vita alta che le arrivava fino a sopra le ginocchia e una maglia bianca scollata con un nastrino che faceva un giro del suo busto e poi si legava in un candido fiocco.Infine per completare il tutto, ai piedi portava delle Dr. Martins. Era bassa, molto bassa rispetto al suo accompagnatore, che era invece molto alto, con dei ciuffi di capelli castani ribelli in testa. Alla vista di quella ragazza stavo per spalancare la bocca e avrei continuato a fissarla all'infinito solo che poi vidi lo spilungone che la accompagnava darle un bacio sulla guancia, sicuramente quello era il suo ragazzo. Lì sentii come il rumore del vetro che si spezza, ma non capii il perché, neanche la conoscevo in fondo.

La vidi avvicinarsi a noi
- Buongiorno signor preside!- affermò squillante e con un sorriso soave stampato in viso
- Buongiorno Page!- replicò il preside- Ti presento il signor Garcia, Peter Garcia

Io la guardai. Cavolo era davvero bassa, questa cosa mi faceva impazzire. Non riuscivo a muovermi non sapevo se dire "ciao", se salutarla con la mano, se sorriderle. Cercavo un modo di fare buona impressione ma non lo riuscivo a trovare, ogni mossa mi sembrava sbagliata. Peter che ti sta succedendo?? Non andare in panico è solo una ragazza non è il tuo cantante preferito o il tuo giocatore di basket preferito, ah si, ho tralasciato che pratico basket da 6/7 anni.

Page interruppe il mio flusso di pensieri quando mi allungò la mano e disse- Piacere!- fece un sorriso cordiale e sincero - lieta di conoscerti! Io sono Page!

A quel punto smisi di pensare. Sembrava che il mio sistema nervoso avesse smesso di funzionare e che il sistema circolatorio abbia duplicato il suo lavoro, principalmente nella zona del cuore.
Dopo qualche secondo il mio cervello riprese vita e mi diede il comando di afferrare la sua mano, abbozzare un timido sorrisino e dire "piacere"
-Bene Page, ti affido Peter. Hai tutta la prima ora per fargli fare il tour di tutta la scuola, ho avvertito i professori di questa cosa così che non vi richiamino se vi vedono in corridoio durante gli orari delle lezioni- disse il preside
-ok signor preside- disse la bionda
-inoltre Page, Peter ha un anno in più di te e quindi non segue le tue stesse lezioni, sulla bacheca all'entrata c'è un foglio con su scritte le lezioni che avrà durante la settimana
-ok signor preside- ripeté la ragazza attenta alle sue parole
- Bene buona prima giornata di scuola Peter!
-grazie- dissi e il preside se ne andò sorridendo.

Ero rimasto solo con lei. Riuscivo a sentire il rumore dei battiti del mio cuore.

Perfezione E ImperfezioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora