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- dimmi che non l'hai fatto davvero. Ma che cazzo ti passava per la testa ?!- urlo contro Gaia. Siamo sedute in un'area comune del campeggio e il cielo bluastro delle 21 crea un'atmosfera così rilassante che io, urlando, sto davvero rovinando.
- senti io non ne avevo idea. Ho parlato un po' con Ambro e gli ho solo detto che saremmo venute qui. Non credevo venissero anche loro- mi dice Gaia cercando di tranquillizzarmi.
- no, lo so come sei fatta. Tu l'hai fatto per far venire Arianna qui giusto ? Dillo Gaia non è così difficile - continuo alzandomi ed iniziando a camminare nervosamente.
- eri così triste. Non ti sei accorta del sorriso che avevi la sera del concerto? Guardati adesso,  hai sempre il broncio. Non va bene così Cami.
Lascia perdere Anna e corri da Arianna, lei è lì che ti aspetta. Non ne ho dubbi- finisce la mia amica.
- lo capisci che non è così facile? Vaffanculo tanto è inutile- concludo allontanandomi.
Non so bene dove stia andando ma continuo a camminare, si è già fatto buio e io non vedo nulla. Decido di fermarmi in una piccola area verde, debolmente illuminata. Non so perché sto piangendo, o meglio, so benissimo perché lo sto facendo ma non lo voglio ammettere.
Porto le ginocchia al petto e le avvolgo con le braccia come per proteggermi da qualcosa.
- una birra potrebbe aiutare queste lacrime a smettere di scendere ?-
Mi volto . Ambro se ne sta vicino a me con due birre in mano, porgendomene una. Gli faccio spazio.
- dai, non è mai bello vedere qualcuno piangere- mi dice asciugandomi una lacrima.
Sorrido
- ogni tanto serve. Mia mamma mi diceva che quando piangi i pensieri brutti si sciolgono e tu li cacci fuori dalla testa-
Anche Ambro sorride.
- vuoi dirmi che succede? Magari non sono la persona più adatta anche perché praticamente non ti conosco, ma cerco sempre di aiutare se qualcuno è triste - mi dice lui bevendo un sorso di birra.
- sei carino grazie- dico continuando
- ma non è niente di che. Solo tante cose per la testa che non riesco a buttare fuori. Diventano troppe e poi è un casino- sorrido debolmente bevendo un po' di birra.
- io non volevo crearti problemi venendo qui, e nemmeno Arianna. Volevamo vedervi, lei ci teneva forse anche più di me- continua Ambro
- lei è arrabbiata con me ? - chiedo
- lo è stata un pochino all'inizio ma poi credo che volesse solo capire cosa ti fosse successo. Dice che ti sei scaldata velocemente e lei ha reagito di istinto. È andata via. Però ti assicuro che appena ci siamo rivisti mi ha raccontato tutto e sembrava preoccupata, era preoccupata per te-
Butto giù un altro sorso di birra.
- io non volevo comportarmi così. Mi succede a volte e non volevo mi capitasse con lei. Io... io non so se riesco a dirle tutto- sto singhiozzando e nemmeno io mi sono resa conto di come sia successo.
- senti, non so cosa ti succeda. Non so nulla di te, ma sicuramente non stai bene. Si vede. Come se cercassi di lottare per tenerti chiuso il cuore, ma non va mai fatto- mi dice Ambro a voce bassa abbracciandomi, mentre le mie lacrime scendono incessantemente rigandomi le guance.
- ti va di tornare dalle tue amiche ?- mi chiede
- non lo so, credo che rimarrò un po' qui- sbadiglio stropicciandomi gli occhi. Mi fa male la testa, succede sempre quando si piange ed è una cosa che detesto. Come se dopo aver pianto mi dovrebbe pure far male la testa. Bah.
- sei stanchissima e hai tutte le guance rosse- mi prende in giro lui
- facciamo così, stasera stai con me. Ti ospito nella mia tenda e parliamo un po'. Se vuoi stare a dormire non c'è problema-
Sto per ribattere ma Ambro mi interrompe
- no io e Arianna non stiamo nella stessa tenda-
Rido
Insieme ci avviciniamo al loro accampamento.La tenda di Arianna è quella sulla destra ed è debolmente illuminata. È come una calamita, continuo a fissarla.
- la mia tenda è questa- dice Ambro indicandone una vicina.
Io però mi sono già allontanata, spinta da non so cosa mi sto avvicinando vertiginosamente all'ingresso della tenda di Arianna. Non so nemmeno perché lo sto facendo.
Cazzo è un'idea terribile.
Lei è lì, distesa sul materasso gonfiabile e dentro il sacco a pelo per metà. Il busto e le braccia sporgono all'esterno e lei se ne sta al telefono. Penso non mi abbia nemmeno sentito, ha le cuffiette.
Mi avvicino e senza dire nulla mi stendo accanto a lei. Mi sta guardando, in silenzio.
Sembra sorpresa e in effetti lo sono anche io.
- hai pianto ?- mi chiede in un sussurro. Non ha chiesto spiegazioni del mio strano comportamento.
- un pochino- rispondo con gli occhi chiusi
- se vuoi mi alzo e ti lascio un po' di spazio. Sei tutta rannicchiata- ride
- no. Per favore. Stasera non voglio tenere chiuso il cuore-

avrei voluto dirti || ARIETE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora