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Durante tutta l'assemblea sono rimasta in silenzio. Giada accanto a me mi ha tenuta per mano tutto il tempo, accarezzandomi i capelli ogni tanto per farmi stare calma.
Arianna è stata sul palco fino a pochi minuti fa, ha parlato della sua musica, ci ha suonato qualche canzone e poi ha risposto ad un po' di domande fatte da noi studenti.
Io mi sono alzata almeno 3 volte per andare dietro la palestra e fumare qualche sigaretta, giusto per calmarmi un pochino.
Non capisco perché vederla mi faccia questo effetto, o almeno, non voglio cercare di capirlo, anche perché la mia vita andrebbe a farsi fottere un'altra volta.
Ora sono felice, ho una ragazza fantastica e poi pensare a lei mi fa stare solo peggio.
L'assemblea termina e in poco tempo tutti si fiondano verso la porta di uscita.
- Ehi Cami- dice Giulia richiamando la mia attenzione.
Mi volto verso di lei
-sì?- rispondo
-sarebbe un problema per te darmi una mano a rimettere a posto qui? I prof stanno chiedendo ad un po' di ragazzi. La palestra è piena di cartacce e una mano ci farebbe comodo. Dobbiamo solo spazzare via un po' di cose. 20 minuti al massimo e poi sei libera-
Sorrido guardandola
- certo nessun problema- affermo, prendendo in mano una scopa.
La palestra è deserta, se non fosse per io, Giulia ed altri ragazzi che stanno aiutando a pulire.
- che palle- sbuffa la mia amica all'improvviso
- a quest'ora potevamo essere già in autobus e invece ogni volta mi faccio fregare-
- già- affermo io ridendo - non potevi inventarti una scusa e dire alla prof che non potevi?-
- vero, ma ho accettato solo per poter stare un po' sole con lei- afferma, fissando qualcuno poco distante.
Seguo il suo sguardo, bloccandomi immediatamente nel momento in cui scorgo Arianna intenta a rimettere a posto le sue cose.
- non dirmi che- inizio io - non dirmi che mi hai chiesto di rimanere qui con te per poter stare sola con lei -
Giulia se ne sta zitta, accennando un sorriso.
-ops- dice soltanto.
Cazzo non ci credo.
- ma cosa ti salta in mente-
- eddai, non far finta che non ti faccia piacere- dice lei
- Giulia, sono fidanzata e poi te l'ho già detto che non mi interessa più niente di lei- ribatto.
- fai un po' come vuoi- continua lei - ma cerca di non fare la stronza, dato che sta venendo verso di te-
Mi irrigidisco.
Effettivamente pensandoci bene potrei iniziare a correre il più lontano possibile o nascondermi dietro uno di quei materassi blu appoggiati alla parete, o semplicemente uscire dalla porta, ma in sostanza sono ancora ferma immobile.
-ciao- la sua voce mi arriva come una secchiata d'acqua gelida, risvegliandomi dai miei pensieri.
Mi volto. Mi sta guardando e in quei pochi secondi mi sembra di riviverla, rivivere quella giornata al parco e poi quella in spiaggia.
- ciao- rispondo
- come stai? È da un po' che non ci sentiamo- chiede lei
- sto bene - dico soltanto
Cala un silenzio imbarazzante.
- ti ho vista prima sugli spalti, con quella ragazza del campeggio. State insieme?-
Cosa le importa? Alla fine è lei che mi ha piantata in asso.
- non stiamo insieme-
Ma che cazzo. Perché non gliel'ho detto?
Non voglio che lo sappia?
Accenna un piccolo sorriso.
- hai già pranzato?- domanda lei
- non ancora- rispondo, guardando la scopa che tengo in mano.
- ti aspetto allora- conclude, andandosi a sedere sugli spalti.
Sorrido timidamente. Non dovrei?
Non ci capisco più niente.
Finisco dopo poco e la raggiungo, facendole alzare lo sguardo dallo schermo del suo cellulare.
Camminiamo in silenzio, raggiugnendo un bar poco distante e prendendo posto ad uno dei tavolini all'esterno.
Addento subito il mio panino, sporcandomi il lato della bocca di briciole.
La vedo ridere.
- che c'è?- domando
- sei tutta sporca- afferma.
Afferro uno dei fazzolettini dal dispenser, facendo sparire le briciole.
- sai - inizia lei - mi era mancato-
Aggrotto la fronte.
- cosa?- le chiedo
- tutto questo- afferma guardandomi - il tuo essere sbadata, il fatto che quando sei in imbarazzo non riesci a guardarmi negli occhi-
Silenzio.
- Arianna. Puoi smetterla per favore ?-
Lei ne sembra stupita.
- smettere cosa ?-
- tutto questo. Smetti di far finta che non sia successo nulla-
- dovrei far finta che tu non esista quindi? Perché non ce la faccio-
Rido nervosamente.
- pensi sia difficile solo per te ? Cosa credi che abbia pensato io quando sei andata via mh?
Vabbè lascia perdere- finisco alzandomi.
- aspetta- dice, devi sentire una cosa. Poi se ti va puoi mandarmi a quel paese e continuare a far finta che non ti manchi-
Annuisco.
Raggiungiamo una panchina poco distante e lei tira fuori la chitarra, iniziando a suonare.
- mi hai fatto credere di essere speciale per un giorno, per un nano secondo poi mi hai sparato un colpo. Se non mi guardo indietro giuro che poi torna tutto a posto, ma non ne faccio a meno quindi mi giro e muoio-
Ripenso a quello che le avevo detto quel pomeriggio.
- ti piace?- mi chiede
- perché l'hai scritta ? - domando a mia volta
- mi hanno colpito le tue parole-
- e la parte che hai aggiunto?-
- bhe, quelle sono le mie parole per te - afferma, guardandomi.
- sei stata tu ad andare via- le faccio notare
- vince sempre chi mente. Ricordi?- ribatte
- mi ricordo. Ma che c'entra adesso?-
- ogni tanto mentire è la soluzione migliore-
- e tu hai mentito quando mi hai lasciata lì?-
Lei non dice nulla.
Si alza , rivolgendomi uno sguardo.
- vuoi rimanere lì tutto il giorno?-
Sorrido ed ancora confusa da tutte quelle parole la raggiungo.
- dovrei andare a casa in realtà. Devo studiare-
- posso venire con te?-
- sì-

avrei voluto dirti || ARIETE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora