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Il viaggio in autobus procede e, mentre osservo il paesaggio fuori dal finestrino scorrere, Arianna rompe il silenzio.
- ti va di ascoltare qualcosa?-
- certo sì- le rispondo, tirando fuori dalla taschina dello zaino le cuffiette.
Gliene passo una.
- allora, vuoi sentire una canzone in particolare?- le chiedo
- fai tu - mi dice , sistemandosi il cappellino.
Apro Spotify, scorrendo tra i brani preferiti.
Faccio partire "Irene" dei Pinguini Tattici Nucleari. Adoro questa canzone.
- se posso chiedertelo- inizia lei - perché hai scelto proprio questa?-
- non ti piace?- domando
- nono, certo che mi piace, ma perché proprio questa ?-
- mh in realtà non lo so. È una delle mie canzoni preferite in assoluto. Hai presente quando una canzone ti fa sentire così bene che anche dopo averla ascoltata 10 volte, avresti voglia di riprodurla ancora e ancora? -
Lei annuisce, sorridendo.
- ecco, mi fa questo effetto - finisco
Chiudo gli occhi, facendomi trasportare dalle parole e dalla musica che mi invade le orecchie e la mente. Poggio piano la testa sulla spalla di Arianna, mettendomi comoda, sentendo poi lei poggiare la sua.
Non so perché mi sto comportando così.
Mi viene tutto così naturale.
———————-
L'autobus si ferma.
- Camilla- dice piano Arianna, avvicinandosi al mio orecchio - siamo arrivate-
Apro  gli occhi, raccogliendo lo zaino, per poi scendere.
- abito qui vicino- le dico, prima di farle cenno di seguirmi.
Casa mia si trova proprio sopra un negozio di fiori, i vasi sono poggiati a terra e un gran numero di persone cammina lì intorno.
- Ciao Camilla!- dice uno dei proprietari, facendomi un grosso sorriso - tua mamma è passata, mi ha detto di dirti che starà fuori stanotte e di chiamarla, dato che non rispondi- conclude.
- Grazie- dico in risposta
Tiro fuori le chiavi, facendole girare nella toppa per poi aprire il portone del palazzo e successivamente la porta di casa.
Arianna entra timidamente, prima di poggiare la chitarra a terra.
- eccoci- affermo con un sorriso.
- è davvero carina- ribatte lei, osservando i mobili lì intorno.
- puoi poggiare le cose in camera mia- le dico
Lei mi segue, per poi lasciar cadere lo zaino vicino alla sedia della scrivania.
- scusa il disordine. Non sono una persona particolarmente ordinata- confesso, cercando di raccogliere tutti i vestiti sparsi sul letto, per poi accumularli senza un senso dentro l'armadio.
- se vuoi in salotto c'è la tv, puoi guardarti qualcosa non lo so. Non voglio che ti annoi mentre studio-
- oh non ti preoccupare. Se vuoi ti aiuto -
- te la cavi con filosofia? Devo ripassare un po' di cose-
- ti ascolto- dice, togliendosi le scarpe, andandosi a sedere sul letto a gambe incrociate.
Afferro i libri, poggiandoli sul piumone.
———————
Il tempo passa veloce ed Arianna sembra ascoltarmi con interesse. Ogni tanto la vedevo annuire, mentre ripetevo tutte quelle informazioni e quando le chiedevo se stessi dicendo le cose in modo giusto si limitava a dare un'occhiata al quaderno per poi annuire di nuovo. La verità è che più che guardare il quaderno, stava guardando me.
- abbiamo finito- affermo, chiudendo il libro.
- sei andata bene - mi dice
- ma se non stavi nemmeno guardando il quaderno- ribatto
- vero- ammette- stavo guardando te-
Abbasso lo sguardo.
Si alza dal letto, iniziando a guardarsi intorno.
-sono bellissimi questi- dice, indicando alcuni disegni appesi alle pareti.
Si blocca per un momento, prendendone uno tra le mani.
- questa sono io?- chiede, mostrandomelo.
Annuisco.
Dopo il campeggio, e prima che iniziasse tutta la storia con Giada, non facevo altro che disegnarla, o scrivere di lei. Non so nemmeno perché abbia tenuto quei disegni.
- allora non è vero che mi hai dimenticata- dice, facendomi perdere le parole. Non so davvero che cavolo dire.
- è difficile. Sai,quando scrivi o quando disegni le persone non scompaiono mai. Rimangono impresse sulla carta, come se vivessero per sempre. Non lo so, è come se quelle persone delle quali disegno o scrivo diventassero immortali-
Lei sorride.
- è anche per questo che adoro scrivere canzoni. Raccontano delle storie e quelle persone, protagoniste, vivono per sempre-
Annuisco
- già-
Una lacrima minaccia di tradire quello che, fino a quel momento, era stato una sorta di autocontrollo . Mi ero sforzata di non piangere quando l'avevo vista in palestra, e poi quando aveva cantato per me al parco. Ma quelle parole, quello che ci stavamo dicendo, i ricordi immortali impressi per sempre sulla carta, diedero il via libera al rubinetto che tentavo di tener chiuso.
- aspetta- dice, rompendo il silenzio - stai piangendo?-
- forse- dico, cercando di trattenermi, ma una lacrima incontrollata mi riga il viso
-cazzo- sussurro tra me e me, cercando di asciugarmela.
- Camilla- afferma, venendomi vicino
Cerco di allontanarla. In questo momento sono completamente spoglia di tutta la corazza che lei sta facendo cadere a terra, un pezzo per volta.
- perché mi sento così?- domando, non so se a me stessa o a lei .
Lei sorride debolmente.
- non fare finta che vada tutto bene- mi dice.
- è questo il problema- ribatto - va davvero tutto bene, per una volta sta andando tutto bene, ma non so come fare a scordarmi di te-
confesso.
- non ti devi scordare di me- mi sussurra.
- invece sì. Mi hai lasciata da sola quando ti ho aperto il mio cuore. Non mi va di farmelo spezzare un'altra volta. Smettila di comportarti così, di giocare con i miei sentimenti-
Le lacrime ormai scendono incontrollate.
- Camilla io...- cerca di dire.
- no davvero, basta. Non so nemmeno perché non ti ho mandato a quel paese subito. Cazzo ti ho portata pure a casa mia. Mi sto comportando da stronza egoista e mi sento in colpa. Sono pure fidanzata- ammetto - non sono fatta per far soffrire la gente e non voglio far soffrire lei. Mi è stat vicina tutto questo tempo, mi ha aiutata a rimettere a posto tutti i piccoli pezzi del mio cuore e l'ha fatto nel modo giusto. Io mi sto comportando solo male, stando qui con te-
Mi alzo dal letto, raggiungendo la porta di ingresso, per poi aprirla facendole cenno di uscire.
Basta un attimo. Sento le sue dita afferrarmi piano il polso e poi le sue labbra soffici posarsi sulle mie. Le assaporo dolcemente, accarezzandole i capelli, mentre la sua mano si posa sul mio viso.
-Camilla?-
Mi volto, come risvegliandomi da una sorta di incantesimo.
Giada è sulla soglia, con in mano un tulipano colorato.
La guardo, mentre i suoi occhi piano si riempiono di lacrime.

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eilà.
Questo capitolo è assolutamente uno dei miei preferiti.
Sono successe tante cose e Giada non l'ha presa bene. ( Ho un debole per lei :)
Chissà cosa deciderà di fare.
Alla prossima💗

avrei voluto dirti || ARIETE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora