Ticci Toby AU (2)

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Un AU in cui Ticci Toby ha un carattere amichevole (diciamo...) e salva il nostro protagonista (cioè, voi!) dai bulli!

Preciso:
AU=Another Universe.

Chi vorreste come prossima one-short? :D
-Mary.

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Piazzo il materiale da disegno a terra e comincio a costruire la struttura del corpo per il mio disegno. Era un pomeriggio piuttosto fresco, fresco sopratutto per la quantità di nuvole che copriva il nostro cielo.

Ero così immers* nel disegnare che non avevo notato una figura che penzolava avanti ed indietro. Manteneva il suo equilibrio grazie alle sue forzute gambe. Incrociai lo sguardo con la presunta figura e i miei occhi C/o (colore occhi) incontrarono un paio d'occhiali piuttosto enormi dalle lenti che andavano verso l'arancione: un ragazzo.

Oh, un ragazzo della mia età!
Ma che meraviglia. Finalmente avevo qualcuno con cui potevo parlare.

"Che disegni?"
Che voce meravigliosa: la sua curiosità e la sua genuità facilmente comprensibili.

"Ah!" esclamai sorridendo parecchio imbarazzat*, "un qualcosa causale" Il mio sorriso si espanse per tutto il volto e non distolsi lo sguardo dal cosiddetto ragazzo.

"Sono Toby".

"Ciao! Sono T/N". Alzai il braccio verso la sua direzione per far sì che le nostre mani si incontrassero e si potessero stringere. La sua mano guantata strinse con forza la mia.

"Ch-Che fai q-qui?"

Da persona riservata, ovviamente in parte, non volevo chiedergli il perché del suo balbettare, aspettai che egli si facesse avanti per dirlo. Potevo risultare fin troppo invadente.

"L'hai detto tu. Sto disegnando. È il primo posto che ho trovato ed... ed eccomi qui!" Sorrisi nuovamente al ragazzo. Egli si tirò in avanti e si rimise dritto, stando adesso seduto sul ramo dell'albero.

"Sei solo tu, oppure...?" Attaccò bottone. Chiusi il mio blocco e comincai a giocare con la matita. "Sono solo io. E tu?"

"Idem".
"Va bene" e calò il silenzio in quel cinguettio. Allora Toby fece con attenzione a non inciampare fra i rami e scese con cautela dal tronco, sedendosi accanto a me.

"Perché sei da sol*?"

"Perché non ho amici con i miei stessi interessi. Sai come dice il proverbio: meglio da soli che mal accompagnati"

Toby mi studiò con cura. Da sotto ai suoi occhiali dalle lenti dorate potevo immaginare i suoi occhi ridotti a due fessure.

"Bugiard*" Disse in tono serio.

"Ma come ti permetti di darmi del/della bugiard*?" In preda alla rabbia mi alzai col blocco in mano e l'intenzione di colpirlo in testa un tot di volte, così magari le sue rotelle si sarebbero rimesse in moto.

"Tu non hai amici non perché loro non condividono i tuoi interessi, ma perché non li hai e basta".

Immobilizzat* dallo stupore, il ragazzo si affrettò ad alzarsi dal terreno bagnato e a indietreggiare.
Ora faceva paura.

"Come lo sai?" Mi affrettai a dire, ma lui non rispose, raccolse qualcosa dietro l'albero e si addentrò nella foresta con velocità.

"Che tipo strano.."

~

Il giorno dopo la situazione a scuola non me la sarei mai immaginiata così com'era. Da una parte, pensai, di vivere un sogno e di essere finalmente senza più preoccupazioni, dall'altra era tutto così strano, e difficile da accettare. Il preside della nostra scuola fece un comunicato a tutti gli studenti, radunati nel cortile principale, annunciando la morte (be', specificò scomparsa, ma sapevo che non erano dati per dispersi) dei bulletti che non mi lasciavano un minimo di pace ed invitava tutti gli studenti a casa, per una pausa di due giorni. Cavoli.

Tornando a casa lanciai uno sguardo alla foresta accanto a me, e ricordai le parole del ragazzo del giorno prima, Toby: "Tu non hai amici non perché loro non condividono i tuoi interessi, ma perché non li hai e basta".

Strinsi i palmi delle mie mani intorno alle spalline dello zaino. Un brivido mi percorse lungo la schiena, decisi di andare al luogo dove avevo incontrato il ragazzo la giornata precedente. Fortunatamente per me, dopo un paio di chiamate nel bel mezzo della foresta, egli mi spaventò con un dito sulla spalla, facendomi balzare e guardarlo con occhi diversi. Oggi indossava la stessa felpa di ieri. Aspetta... era sangue quello sulle Converse?

"Ciao". Iniziò lui.
"Ciao" risposi esitante.
"Come mai non sei a scuola?"
Degluì con fatica. "Non fare il finto tonto".
"Che v-vuoi dire?" Ebbe un tic, "H-Hai saltato le le..le..le.. Cazzo!" e si picchiettò la testa con forza, distogliendo lo sguardo.
Rabbrividii una seconda volta.
"Le lezioni. No, sono.. finite in anticipo. Piuttosto, volevo porti una domanda"
Annuì. "Che hai fatto ai ragazzi che mi bullizzavano?"
Fece una scollata di spalle e cominciò a girare su sé stesso, come perso nei suoi pensieri.

"Dimmelo".
"Dire c-cosa?".
"Dire che tu hai fatto qualcosa di veramente brutto ai quei ragazzi".
"E sentiamo" Sì avvicinò con fare minaccioso. Cosa nascondeva dietro la schiena? Non riuscivo a vedere. Ora inquietava, "c-osa avrei fatto?" Ma alla sua domanda si rispose da solo, perché uno dei suoi tic vocali gli fece dire: "morti, tutti morti, andati, whoo-oh!" Si maledisse, si diede dell'idiota e il suo respiro si fece pesante.

"L-Lo sapevo!" Balbettai, in preda al panico, "lo sospettavo, l-lo sapevo sin da subito!".
Toby tirò da dietro la sua schiena quelle che erano asce affilate, stringendone una ciascuna fra le mani. Un senso di colpa e paura prevalse sul mio corpo.

"Avresti dovuto r-ringraziare".
"Grazie" dissi insitnitvamente, ma il ragazzo non accettò i miei ringraziamenti.

"Corri, prima che ucc-uccida anche un innocente".
"T-Toby..".
"Corri" Disse di nuovo. Provai ad avvicinarmi a lui, ma alzò la sua ascia sulla mia testa e urlò una terza volta: "Corri! Vai!"

Presa dalla paura corsi per evitare di rimanere uccisa in una foresta sconosciuta al pubblico e ripresi la strada di casa. Una volta arrivata alla porta d'ingresso di casa mia, mi voltai verso la foresta un'ultima volta, e anche per controllare che Toby non fosse alle calcagna. Respirai con fatica, e decisi che non sarei mai più entrata in quella foresta, nonostante le mille domande che ronzavano in testa.

Chi era davvero Toby?
Era uno stalker?

O era solo un giustiziere, con lo scopo di ferire chi lo meritava per davvero?

Creepypasta & ARGs x lettoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora