Bloody Painter

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A/n: Questa one-short fa davvero schifo, perdonatemi, ma ho delle difficoltà a scrivere Bloody e ho avuto un grande blocco dello scrittore, dunque ero a corto di idee. Spero che vi piacerà comunque :)

-Mary.


Oggi sembrava la giornata ideale per la gita al museo. Si prospettava la giornata più interessante di tutto il secondo quadrimestre! Con l'arrivo della primavera, la temperatura migliorava, e anche le gite aumentarono: oggi era l'inizio di una serie di numerose gite!

Mi sembrava un evento più unico che raro. Nel pullman scolastico non riuscivo a stare ferm*, con la mia videocamera digitale ad inquadrare ogni angolo del mezzo e della strada che guardavo dal finestrino. Sembrava che N/A fosse più emozionat* di me! Urla dal fondo del pullman riempirono l'aria; anch'io mi unì al coro.

"Gita, gita, gita, gita!".

~

"Saluta la videocamera, fai <<Ciao, popolo di internet!>>".

"Ehilà! Guardate dove siamo!" Disse N/A, salutando l'obiettivo.

Puntai la videocamera su tutta la sala, adornata da dipinti e schizzi di famosi artisti. Altri compagni di classe salutarono la videocamera, anche la mia professoressa lo fece, trovò l'iniziativa divertente e interessante, quella di girare un mini vlog.

Facemmo il giro di quasi tutto il museo, finché arrivarono i dieci minuti di libertà. N/A mi abbandonò, andando per il bagno, io presi la strada opposta, svoltando per il corridoio e arrivando nella sala di architettura greca. Le statue era assai imponenti e quasi toccavano il soffitto. Mi colpì una statua in particolare: Achille teneva per un tallone un bambino e lo innalzava in alto, mentre le gambe del grande eroe erano in procinto di muoversi. Inquadrai per bene ogni particolare. Accade che il mio occhio cadde su una giacchetto bluastro, che riuscì a notare grazie alla messa a fuoco della mia videocamera, poi scomparve. C'era qualcuno?

Allora mi avvicinai per scorgere meglio quel colore. Da dietro la statua il bianco muro ora era macchiato da una faccina sorridente e il sorriso di questa non poteva essere se non...

"S-Sangue?".

Ancora con la videocamera nel palmo della mano mi voltai per rilevare movimenti sospetti. Dov'era finita quella persona? Era uno a cui piaceva vandalizzare oppure procurare un infarto?

"Sei così emiozionat* per una stupida gita del cazzo, con persone che parlano male di te alle tue spalle, vigliacchi, falsi, che sai di non rivedere più fra qualche anno. Patetico".

La voce misteriosa riccheggiò per la sala del museo. Strinsi per darmi forza la mia videocamera, deglutì con difficoltà nel tentaivo di non sembrare debole. In che guaio mi ero mess*? Immobile, cercai di non fare più rumore di quanto già ne facessi e con circospezione, i miei occhi cercarono di studiare ogni minimo dettaglio nella sala che poteva tornarmi utile. No, la figura con la giacca blu era scomparsa dalla mia vista. Questa volta, una risata fece posto nella sala (e nella mia mente). 

"Oh, hai paura?". 

La mia prossima mossa fu quella di trovare la statua più grande che avessi vicino e di nascondermi dietro di essa. Il pazzp in questione non mi avrebbe trovato se avessi guadagnato tempo e sarei risucit* a trovare un'uscita per correre via. Tappai la mia bocca con l'altra mano libera, il mio petto si faceva più pesante per la tensione, era sicuramente anche la tachicardia che era aumentata per l'adrenalina. 

Non respirare, limitati a farlo, ricordai a me stess*.

"Vuoi giocare? Va bene, allora giocheremo. Ora vengo a cercarti. Uno, due.." Potevo sentire i suoi passi farsi più vicini, nonostante mi fischiassero le orecchie. Pregavo chiunque che mi venissero a salvarmi, di tirarmi fuori da quella situazione. Possibile che i miei compagni non si erano accorti della mia mancanza? Sembrava essere passata un'eternità da quando ci eravamo separati per andare per i fatti nostri, e solo ora mi rendevo conto che sarebbe stato meglio starmene col gruppo. Che stupida, stupidissima idea!

"Non ti vedo! Dove sei?" Bam! Un forte rumore mi pervase le orecchie, come se qualche pezzo di marmo si fosse spazzato in due. Ciò doveva essere causato dalla rottura di una statua in quella sala; non pensai nemmeno di dare una sbirciatina, stavo così bene raggomitolat* in me stess*, se mi fossi permess* di affacciarmi un poco per vedere di cosa si trattava, avrei fatto una brutta fine. Non ancora. Dovevo reistere. Ma l'aria cominciava a mancare, e mi sforzavo di respirare con calma come mi ero raccomandat*. 

Cazzo, cazzo, cazzo!

"Mi stai facendo veramente incazzare, boia! Pensi sia un ladro, vero? Come quei miei compagni di classe del cazzo! Io non sono un ladro! Te lo dimostrerò! Solo se usciraiu fuori... Ma non preoccuparti, io ho capito dove ti nascondi"

Fa che non l'abbia veramente intuito, Dio, chiunque ci sia qui!

"Eccoti..."

Lo sguardo che tenevo sul pavimento si alzò e...

"...qui". 

Era un ragazzo, più o meno della mia età. Lui era colui che doveva aver imbrattato il muro di sangue, spaventato me, rotto una parte della statua... Era il mio killer. Era la mia fine.

"Fine dei giochi".

L'ora è scoccata. Corri. 

Veloce come la luce, mi lanciai a capofitto verso l'uscita, non badando alla mia camera, facendola cadere con un tonfo sul pavimento e corsi, corsi con tutto il fiato che mi rimaneva, mentre il killer rimaneva coi piedi fissati per terra, fermo, come se si stesse memitizzando fra le sculture, eppure scandì bene una frase che non mi sarei tolt* facilmente dalla testa: 


"Non essere entusiasta per domani, perché non ci sarà un domani..."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2022 ⏰

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