Hoodie

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Questa è per il mio amico Ade, appassionato di creepypasta e, in particolar modo, a Brian.  ;)

Me ne stavo impalato a fissare il soffitto della mia carissima camera, l'unica stanza che mi dava sicurezza dal mondo esterno, "Come as you are"  in ascolto nelle mie orecchie mentre non pensavo a nulla. Solamente vuoto.

Già, ma avevo dimenticato che avevo un bosco vicino casa. Sì, ogni tanto andavo nel bel mezzo di questo bosco, dal clima umido, ma confortevole, perché mi piaceva. Mi piaceva da morire. Mi faceva stare bene, era il mio luogo segreto dove potevo essere me stesso nonostante tutto.
Alzato dal materasso fin troppo comodo riempì lo zaino in oggetti personali, quali cuffie, bottiglia d'acqua, cellulare e quant'altro, mi preparai per andare nel mio luogo segreto.

I miei genitori erano fuori in quel momento, mia nonna non c'era, tantomeno i miei fratelli... insomma, avevo scelto un buon momento, no?
Ridacchiai fra me e me all'affermazione di quella frase e mi avviai con passo svelto all'interno della foresta; mi addentrai con decisione nel luogo prescelto, ormai lo conoscevo come le mie tasche e mi era improbabile perdere in luogo del genere.

Alcuni brividi m salirono lungo la schiena a causa del clima umido, non diedi peso a ciò. Con la coda dell'occhio notai un particolare: una videocamera digitale caduta per terra, nascosta leggermente da alcune foglie. Mi avvicinai verso l'oggetto e, raccogliendolo, notai come stesse ancora registrando.

Da quanto tempo va avanti questa registrazione? La batteria non sembra essere vecchia, se continua a reg-

Avevo l'impressione che diversi rami si fossero mossi, forse per il vento, forse... forse qualcuno mi stava seguendo. La prima cosa che mi venne in mente fu: e se fosse un predatore? E se conoscesse sin dal primo momento questa zona in cui mi reco?

Tali pensieri furono scacciati dalla mia mente, era improbabile, poiché avrebbe dovuto agire prima, no? No?

"Chi mi sta seguendo? Che vuoi?!"

Ah, l'istinto. Un qualcosa incontrollabile, era una parte di me che tutt'ora non riuscivo a sopprimere. Meglio così, ripetevo ogni volta.

"Hey! Ti ho appena detto di uscire allo scoperto, altrimenti chiamo la guardia forestale e te la vedi con loro, capito?!"

Nulla.

"La mia videocamera"

Una voce sconosciuta proveniente dalla mia direzione opposta mi assalì le orecchie. Lasciai cadere nuovamente la videocamera per terra, non dando più notevole importanza all'oggetto ritrovato, ora la mia attenzione si lasciò catturare dal ragazzo di fronte ai miei occhi. Un passamontagna color pece copriva i suoi occhi, mostrando solo la sua bocca scoperta. Il suo corpo era avvolto da una felpa giallo ocra che, alla vista, pareva parecchio pesante come tessuto, e dei jeans lavati.

Notai il tubo di metallo che teneva stretto nei palmi delle sue mani, non volevo farmi nemico quest'uomo, così alzai le mani in aria come segno di arresa, non distogliendo lo sguardo. Lo sconosciuto pareva eseguire la mia ultima mossa, di fatti, raccolse, continuando il contatto "visivo", la videocamera. Presumi appartenesse ad egli.

"Bene. Stai lì e non ti spacco la testa in due parti, capito, ragazzino?"

Annuì e lui si allontanò lentamente dalla mia postazione.
Qualche passo dopo e il ragazzo corse addentrandosi molto di più nel bosco. "HEY, TU! ASPETTA!" Con questa frase cercai di tenere testa all'uomo che mi aveva appena rivolto parola, ma dopo quelli che sembravano essere ore, lo persi di testa.

"Cazzo!" Esclamai, esausto dalla corsa, nel mentre riprendevo fiato.
Un raggio di sole catturò la mia attenzione, poteva andare peggio. Era ora di rientrare.
Corsi verso la via di casa e raggiunsi, mezz'ora dopo, la mia abitazione.

"Dove sei stato?" Mia madre mi domandò. Riposi con un secco:
"Oh, solo a fare una camminata"

Time skip

La mattina seguente mi ero svegliato col pensiero di ritrovare l'uomo incontrato il giorno precedente. Non avevo per nulla voglia di farlo scappare così. Cosa c'era di così importante che registrava quella digital camera, perché era così intenzionato a riaverla? Domande, fin troppe domande fluttuavano nella mia mente.

Dopo una tazza abbondante di caffè quotidiano, accompagnato da una ricca colazione, mi misi alla ricerca dell'uomo. Questa volta avevo con me il mio telefono che registrava ogni mio movimento, così sarei stato in grado di analizzare il file più tardi.

Il clima umido cominciava adesso a pizzicarmi di più la pelle, l'atmosfera diventa pesante e sento che un attacco di panico stia per venirmi da u momento all'altro.

"Cosa ci fai tu qui?" Girandomi di scatto mi ritrovai faccia a faccia con l'uomo in questione, questa volta aveva la faccia completamente coperta dal passamontagna nero, e potei notare solo allora che ritraeva una faccia triste, inoltre i suoi vestiti erano macchiati di una grande quantità di sangue, all'apparenza fresco. Emanava un forte odore che disgustava le mie narici, giuro che avrei potuto vomitare in quell'istante.

"Volevo incontrarti. Non ho armi, non voglio farti per nulla male!" Annunciai a sangue freddo le mie vere intenzioni, ma l'uomo non si convinse del tutto e, inclinando la testa, fece:

"Oh, non credo ti piacerà quello che ho combinato, ragazzino!"

Posai subito il cellulare ed avvertì che un pericolo stava per arrivare.

"Che vuoi da me?"

"Voglio solo... che tu venga con me"

"Malato!" Annunciai senza paura.

"Oh, siamo tutti malati infondo, non è così, ragazzino?"

"Sono più sano di quanto credi, più sano di un... assassino come te!" Abbai in difesa alla sua domanda, che tanto domanda non sembrava.

"Questo lo giudicherà l'Operatore quando t'avrò portato avanti al suo cospetto!" Ridacchiò alla sua stessa frase e si avvicinò a me, mostrandomi il filmato della videocamera che avevo ritrovato il giorno prima.

Ero io. Ero io che ascoltavo "Come as you are" disteso sul letto.
No, non vomitare, non fa-

BLEAH! Una liberazione. Ma non del tutto. Ripulì la mia bocca dal mio vomito e guardai in faccia l'uomo in questione.

"Ti denuncio! Ti denuncio, ti denuncio, ti denuncio" ripetevo quella frase come una cantilena, una filastrocca che ormai mi era entrata in testa, mentre cercai di correre verso l'uscita del bosco; l'uomo fu più agile e veloce, riuscì a farmi cadere con la pancia a terra e farmi quasi sbattere la testa contro il terreno fangoso ed umido, dopodiché procedette a trascinare il mio corpo leggero grazie alle caviglie.

Per piacere, Dio, aiutami.

"Oh, non ti piacerà quando saprai che avrai cercato di ribellarti. Ma tranquillo, è del tutto normale, anche io sono stato trascinato in questo inferno. Diventerai potente"

"MAMMA, PAPÀ! AIUTO!"

"E stai zitto, porca troia!"

Il suo pesante piede mi spezzò la gamba, un crack fu udibile per entrambi ed urlai per la botta improvvisa. Cominciai a piangere per il dolore allucinate, non riuscivo a sentire più la gamba, non potevo più raggiungere casa...E se mamma e papà, assieme a mio fratello, fossero morti? Ti prego, fai di no.

L'uomo mi tirò verso di sè, poggiando il mio capo sulle sue cosce. "Shh, va tutto bene" rassicurò passando la mano guantata fra i miei capelli, "è tutto okay. Ora ci sono io. Sono Hoodie. Va tutto bene, T/N"

Piagniucolai nelle sue cosce per il dolore non solo provocato alla gamba, ma anche per tutto quello che stava accadendo. Questo Hoodie, era chiaro che avesse provato un interesse per me sin da prima, mi stalkerava, mi filmava.. oh dio santo! 

"Non hai idea di quanto avessi aspettato questo momento, di tenerti strett* fra le mie braccia, a coccolarti... sei così speciale, lo sapevo che eri quell* giust*!" 

Era questo il mio destino? Finire fra le mani di un dannato psicopatico e diventare un killer come lui, a piedi dell'Operatore? Lasciate che vi spoileri la risposta:


Il mio destino era stato già scritto. 

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