7.

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Sei.

Lunghissime.

Ore.


Harry se ne stava in piedi sotto il sole cocente ormai da sei ore, attendendo che la terza e ultima fase di quella competizione si concludesse. E se il suo corpo iniziava a non sopportare più quella calura infernale, soffocante e spossante, tipica di quelle prime ore pomeridiane e a dare i primi piccoli segni di cedimento, tutto il contrario era per i suoi occhi che di ammirare e immortalare Louis, anche con l'aiuto della sua fidata e inseparabile macchina fotografica, mentre si destreggiava perfettamente tra le onde, ancora non erano stanchi. Anzi, probabilmente mai lo sarebbero stati.

Da quando infatti il più grande era arrivato sotto casa sua quella stessa mattina, accompagnato da Antonio e Marta, la ragazza di quest'ultimo, per dirigersi insieme all'Isola delle Femmine, luogo a circa mezz'ora di strada da dove alloggiava lui e dove si sarebbe tenuta la competizione, Harry non era riuscito a staccargli gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Inizialmente, seduto accanto al maggiore nei sedili posteriori dell'auto dell'amico di Louis, troppo concentrato a studiarlo in ogni suo dettaglio, ad osservare quegli occhi così azzurri e così vispi, a desiderare insaziabilmente quel corpo di cui, da quando ne aveva avuto il primo piccolo assaggio, non era mai stanco, a bramare ardentemente quella bocca che non gli dava tregua muovendosi così inconsapevolmente sensualmente da portarlo a immaginarla mentre vezzeggiava in lungo e in largo il suo corpo senza tralasciare nemmeno un centimetro di pelle e, magari anche, le sue stesse labbra, decisamente più carnose rispetto a quelle del più grande, mentre alle sue orecchie arrivava l'eco di quelle che erano parole timorose.

Furono infatti queste ultime a far tornare in sé Harry, sentire che il timore che aveva Louis di fallire lo stava lentamente divorando da dentro, la paura di non potercela fare e di ridicolizzarsi davanti a chissà quante persone talmente grande da fargli tremare la voce portò quindi il riccio a far combaciare il suo sguardo verde brillante con quello ceruleo di Louis infondendogli così, oltre che a parole, tutto il coraggio di cui il maggiore pensava di aver bisogno per affrontare la gara nel migliore dei modi senza doverci pensare un istante in più.

Ma non era finita qui perché poi, una volta arrivati in spiaggia e iniziata la gara, si era profondamente perso a studiare ancora, ancora e ancora la sinuosità di quel corpo che giorno dopo giorno aveva avuto il piacere e la possibilità di osservare minuziosamente, esplorare e scoprire, ora racchiuso nella muta scura che lo fasciava divinamente e gli faceva perdere la testa, mentre si muoveva tra le onde quasi delicatamente insieme alla sua tavola, con eleganza, come in una danza di cui solo loro conoscevano la dolce melodia.

Insomma, in macchina, in spiaggia, vestito, in costume, con la muta, in acqua, sulla tavola, asciutto o bagnato dalla testa ai piedi, Louis in ogni sua versione era come un potente magnete che riusciva a catalizzare costantemente su di sé la totale attenzione del riccio, e non solo, senza riscontrarne la minima difficoltà.

"Un'opera d'arte degna del Louvre." furono le poche parole che sussurrò Harry, mentre se ne stava accucciato sulle sue stesse gambe, nel secondo in cui scattò la millesima foto che aveva come soggetto, appunto, Louis. E non un Louis qualunque, ma un Louis intento a tirarsi indietro, con quello che sembrava un movimento fatto quasi a rallentatore, i capelli bagnati dalla fronte perfettamente abbronzata così come il resto del suo corpo, con un sorriso genuino e soddisfatto mentre seduto a cavalcioni sulla sua tavola, con la parte superiore della muta sfilata, lasciata cadere morbida lungo i suoi fianchi e quell'aria che lo rendeva dannatamente sexy e irresistibile agli occhi di Harry, sembrava star fissando proprio dritto l'obiettivo, proprio il riccio che, dopo essersene reso conto si sentì immediatamente avvampare e, dopo aver portato immediatamente la sua attenzione altrove, come se non bastasse, con "Cosa centra il Louvre?" la voce di Marta portò quel leggero rossore sulle sue gote ad una sfumatura decisamente più intensa e compromettente.

Love always finds its way  || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora