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"Mi chiedo come siano chiamati gli spazi che separano gli attimi.

Ma è proprio in questi spazi che il dolore picchia più forte.

Quando si sente l'assenza di una persona.

Si vive solo il tempo in cui si ama."

Sempre,

Emanuele Aloia



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Centocinquantadue giorni.

Tremilaseicentocinquanta ore.

Duecentodiciannovemila minuti.

Il tempo infinito, lungo e straziante, di cui Harry aveva tenuto il conto e che aveva trascorso da quando era tornato a Londra senza smettere un solo istante di pensare a Louis.

Cinque mesi.

Erano passati cinque mesi ormai e in tutto quel tempo la malinconia e la tristezza che provava nel ripensare ai giorni passati con lui in Italia non davano segni di cedimento, non sembravano affievolirsi nemmeno un pochino, al contrario, invece, giorno dopo giorno si facevano più pesanti.

Perché Louis non era solo il bellissimo ragazzo, che gli aveva rubato il cuore, presente nelle foto che ogni giorno guardava sorridendo con gli occhi annacquati.

Louis era in ogni cosa che faceva, vedeva o sentiva.

Era nei suoi mille romanzi e perfino nei noiosi libri d'esame quando si chiudeva in camera a studiare, in ogni film passasse alla televisione, in tutti i discorsi che affrontava, ovunque puntasse lo sguardo, in qualsiasi canzone ascoltasse.

Era nelle corse mattutine usate come scacciapensieri nonostante poi finisse sempre con il cercare il suo volto tra i passanti e nelle uscite serali con Liam e Zayn, diventati ufficialmente una coppia, in cui finiva sempre per tendere il più possibile le orecchie nella speranza di cogliere tra il brusio generale la sua voce angelica.

Era nei sorrisi distratti e nelle lacrime amare, nei brividi che pervadevano il suo corpo nel ripensare al suo tocco delicato e nella pressione che sentiva sulle sue labbra se solo chiudeva gli occhi e ad uno ad uno passava in rassegna i loro molteplici baci.

Era in ogni respiro, in ogni battito del suo cuore malmesso.

Perché Louis era presenza, nonostante la mancanza.

Louis c'era, c'era sempre.

Ed Harry era ormai ben consapevole che quell'incontro gli avesse cambiato la vita, che Louis con la sua persona e i suoi modi di fare gliel'avesse sconvolta e se ne fosse appropriato senza chiedere il permesso, ed era anche consapevole che le sue paure, per quanto reali e per nulla impossibili, fossero soltanto uno stupido ostacolo che lui stesso aveva posto tra sé stesso e la felicità.

Stanco quindi di piangere su momenti passati, di torturarsi pensando a come sarebbe potuta andare la loro storia se solo si fosse comportato diversamente, mostrandosi più coraggioso senza scappare di fronte alle difficoltà, e approfittando del weekend libero dallo studio avendo dato l'ultimo esame della sessione qualche giorno prima, senza dire niente a nessuno quella stessa mattina aveva infatti prenotato il primo volo disponibile per tornare da Louis e con solo uno zaino, provvisto di poche cose necessarie buttate dentro alla rinfusa, si era diretto in aeroporto ed era poi partito.

Love always finds its way  || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora