Poggiata all'interno del'incavo del suo braccio, vestita solo di un lezuolo leggero, voltai di poco la guancia per osservarlo in viso. Thyron osservava il soffitto con sguardo completamente perso, il suo braccio mi cingeva la vita, schiacciandomi contro il suo corpo nudo.
-Thyron?-lo richiamai a voce bassissima che dubitai che mi avesse sentito. Abbassò gli occhi , aprendosi in un enorme sorriso. Rabbrividì quando lui si voltò completamente verso di me, scoprendomi dal lezuolo elasciando metà del mio corpo completamente esposto. Il suo sguardo seguì il mio, verso il mio seno sinistro e il fianco nudi, le sue dita si avvicinarono alla mia pelle sfiorando la mia pelle d'oca e il capezzolo dritto e scuro. Tattenni il respiro, per poi lasciarlo andare in un mugolio quando lui abbassò la testa per assaporare la vetta turgida del mio seno.
-Thyron..- mormorai ancora senza fianto, mentre il lenzuolo spariva fra noi e io mi ritrovavo a fissare il suo petto muscoloso, su cui passava una leggera linea di peli che scendeva dritta fin...
Mi morsi le labbra, trattenendo un gemito. Le sue dita abili mi stavano percorrendo l'intero corpo, leggere come farfalle. Ma mi sembrava di stare sempre più vicino al fuoco, i miei arti, il mio intero essere sembrava bruciare di un fuoco intero e lui sembrava esattamente dove toccare per farmi incendiare.
Le mie mani si aggrapparono alle sue spalle, mentre la sua bocca cercava la mia in un bacio urgente.
Completamente nuda, completamente esposta a lui eppure non riuscivo ad immaginare altra persona a cui mostrarmi così labile e con le mie insicurezze...con la mia pancia e le cosce grosse, con i capelli troppo inspidi schiacciati sul cuscino, con il corpo segnato dalle smagliature che risaltavano bianche sulle pelle.
La sua bocca seguì una linea immaginaria dalle mie labbra, sul collo, giù sul seno e poi sulle cicatrci sui fianchi. Come se avesse avvertito il mio timore Thyron mi baciò con dolcezza, poi sollevò la testa verso di me.
Si mosse spostando il suo corpo fra le mie cosce troppo grandi e troppo morbide e con lentenza mi fece sua. Il suo sguardo non abbandonò un instante il mio, entrandomi dentro con un respiro e fondendosi con la parte più essenziale e fragile di me.
-Dillo ancora...-quelle parole roche ruppero il suo respiro già provato e veloce per le forti sensazioni. La mia mano si mosse su per il suo collo verso i capelli mentre arrossivo ancor di più.
Lo avevo detto ad alta voce. allora. Non lo avevo solo pensato. Lo avevo, probabilmente, urlato contro il soffitto.
-Keira...dillo.-disse di nuovo, accompagnando la frase con una profonda spinta e un gemito.
Le mie gambe si aggrapparono ai suoi franchi, mentre il mio intero corpo si preparava ad andare in mille pezzi e a rabbrividire. Chiusi gli occhi, sottraendomi al suo sguardo. Mi sentivo troppo esposta, la mia anima sembrava davvero messa a nudo davanti a quegli occhi magnetici.
-No...guardami.- la sua mano mi afferrò il mento. Socchiusi gli occhi.
-Sono con te. Sei mia.-sussurrò, ad un passo dal climax finale, -E io ti apppartengo, per sempre.-
Le mie gambe si cinsero attorno a lui e io mi aggrappai con tutte le mie forze al suo corpo. Thyron fu scosso da tremori e gemiti, -Ti amo.-
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-Mi sembra di non averne mai abbastanza.-
La mia piccola donna sollevò lo sguardo arrossendo, alle mie parole, sulle guance come una bambina. L'avevo letteralmente ortata sulla strada della perdizione. Sorrisi, abbassando lo sguardo ad ammirare il suo corpo avvolto dal lenzuolo; se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto, assaggiando quella che doveva essere la nostra cena, ma che in realtà era uno spuntino. Si portò con lentezza il cucchiaio di gelato alle labbra.
Avevo appena scoperto di essere invidioso di un cucchiaio e probabilmente ero l'unico uomo sulla faccia della terra che si eccitava guardando una piccola lingua attorno ad una posata d'argento. Le tremavano leggermente le mani , mentre mi avvicinavo per cingerla da dietro in un abbraccio che avrebbe soffocato un orso. Scoppiò a ridere quando la mia barba le provocò il solletico sul collo. Soffocai un sorriso baciandole quella pelle morbida e profumata di lei e di me.
-Dovremmo parlare di...quello che hai detto.- buttai giù, senza tante premesse. La sentì irrigidirsi fra le mie braccia e prendere un profondo respiro.
-Cosa...vuoi che dica?- mi chiese con un tono dolce o forse un po' deluso. La mia mano le sfioroò il mento facendole voltare il viso di lato verso di me.
-Vorrei sapere se è vero...-
Forse questa era la prima volta che le mostravo uno dei miei lati più insicuri e cupi.
-Non vorrei fosse una cosa detta in quell'istante e che magari non pensi..-
Keira si mosse, scivolo di lato, per poi inginocchiarsi fra le mie gambe e afferrarmi il viso fra le piccole mani.
-Le cose che tu hai detto a me, erano solo frutto della passione?-
Scossi la testa, mentre il suo viso si avvcinava al mio. -Allora come puoi pensare che ciò che ho detto non sia vero?-
-Mi ami?- le chiesi con il cuore che batteva a ritmo di un tamburo nel petto.
-Ti amo... e per tua stessa ammissione, mi appartieni per sempre.- sorrisi sulle sue labbra, godendomi un bacio senza fine. (quasi)
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Pɾσɠɾαɱɱα Mαƚҽʂ σϝ Wυʅϝҽɾ
LobisomemAnno 2045. Attraverso un programma Compagne, le femmine umane vengono associate ai lupi senza compagna. Da vari parti del mondo, l'associazione Mates Of Wulfer, si occupa di assegnare a questa nuova razza la propria amante, moglie, consorte. Il 75%...