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-Sssh, tesoro. Mi dispiace, non avrei mai dovuto portarti qui.-
Cercai di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano. Poco interessava se il mio viso era ormai macchiato dalle lacrime e il leggero mascara era colato attorno agli occhi tanto da farmi sembrare un panda.
-Perchè? Perché si comportano come se fossi una nemica?-
Il suo sguardo si indurì mentre avanzava verso la finestra e ne chiudeva i battenti.
-Non dovrei dirtelo. Il mio lavoro non lo permette, ma mi sembra giusto che tu sappia...-
Si voltò verso di me, sedendosi sulla piccola scrivania a gambe larghe. Le sue braccia si allungarono verso di me e io caddi fra di esse con molta naturalezza.
-Aver portato alla luce la nostra razza non è stato facile. Gli umani ci hanno dato problemi vedendoci come una piaga da estirpare. Essere un ibrido è pericoloso...anche se c'è una legge che ci tutela. Tuttavia, alcuni di noi si sono ribellati con forza; vogliono rivendicare il potere come esseri superiori. Vogliono...vogliono uccidere la maggior parte di voi.-
-C...cosa?-
- Il programma Mares of Wulfer doveva essere un programma per unire entrambe le razze. Nessun ibrido attaccherebbe mai la famiglia di un umana e viceversa.-
Rimasi a fissare i suoi occhi, mentre il respiro di bloccava il gola.
-I test sono falsi?-
-No! No, amore no.-rispose concitato afferrandomi per le braccia. -Ma sembravano essere la soluzione giusta per unirci.-

-Fammi indovinare. Il tuo superiori è uno di quelli che ci vorrebbe morti?-
Thyron annuì.
Il silenzio che di creò fra noi venne rotto da un leggero bussare alla porta.
Avevo quasi dimenticavo dove ci trovavamo, ma avevo capito quanto era pericoloso rimanere lì per entrambi.
-Adesso ci conviene uscire di qua. Sta' sempre dietro di me, ok?-
-Perchè?-
-Perchè se ti succedesse qualcosa ne morirei.-

Mi strinse la mano uscendo dalla stanza, fianco a fianco percorremmo il resto del corridoio fino all'uscita. Alcuni soldati si erano piazzati attorno a noi, proteggendo ci.
Arrivammo alle auto blindate e mi accorsi di trattenere il respiro. Tutto mi sembrava surreale. Non potevo essere finita in una situazione del genere. Neanche nei film di fantascienza le cose andavano così.
Strinsi gli occhi, riparandomi quando un forte urto esplose nell'aria.
Cos'era?
E mi sembrò di galleggiare, cadendo indietro sotto un corpo muscoloso. Ma l'impatto con il terreno fu brusco, doloroso e gemetti. Sopra di me notavo solo il collo di Thyron e il cielo azzurro. Il mio cuore sembrava battere nel petto come un tamburo rimbombando nelle mie orecchie.
C'era il sole quella mattina? Non lo avevo notato?
La sua mano mi voltò il viso e trattenni a stento un urlo. Perché il mio corpo faceva così male? Perché la sua pelle era macchiata di rosso?
Sangue.
Perdeva sangue.
-Thyron...- mormorai. Aveva una ferita, ma non riuscivo a capire dove e non riuscivo a muovermi per aiutarlo. -Thyron.-
-Andrá tutto bene. Te lo prometto amore mio. Andrà. tutto.bene.- scandì.
Lo guardai senza capire. Era lui il ferito, perché si preoccupava di me. Doveva tamponare la ferita, doveva...
Aprì bocca per parlare ma mi sfuggì un lamento.
Le mani di Thyron continuavano a prendermi sulla cassa toracica lasciandomi poco respiro. Doveva curarsi.
Io stavo bene.
-Thyron...-
-Resta con me, tesoro. Resta con me.-parlava a pochi centimetri dal mio viso, pallido, i suoi occhi azzurri spalancati e terrorizzati.
-Resta con me! Non ti ho ancora detto che ti amo! Resta con me! Ti prego!-

Perché? Dove aveva paura che andassi? Dove sarei potuta andare?...
Abbassai lo sguardo sulle sue mani.
Il sangue zampillava da una ferita aperta, ma non era su di lui. Era sul mio corpo. Ero io la ferita.
Ero io quella che stava morendo.

-Thyron.-

Pɾσɠɾαɱɱα Mαƚҽʂ σϝ WυʅϝҽɾDove le storie prendono vita. Scoprilo ora