20- Epilogo

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Era esploso tutto.
In pochi secondi.
Mentre noi sorvolavamo su un elicottero, le mura spesse di cemento era crollate come i giochi lego spinti da un bambino. Una nuvola nera e grigia di era levata nell'aria, dall'alto si vedevano le poche persone, i pochi soldati andare via.
Avevo capito in quell'istante la portata di quell'azione così distruttiva e tutto il quadro mi appariva ormai chiaro davanti agli occhi. Non c'era bisogno di nessuna spiegazione...
Il Governo era caduto. E noi...non eravamo più in pericolo.
E ci stavamo dirigendo verso una nuova casa.

Il futuro in molti sensi era diventato incerto, ma la stretta di Thyron sulle mie mani giunte, il suo petto contro la mia schiena mentre lentamente volavamo via mi rassicurò. E mi ritrovai a pensare a una nuova meta per casa, ma non ad un nuovo compagno. Perchè lui era rimasto al mio fianco, anche sbagliando, ma mi aveva protetta.
Si chinò a lasciare un bacio sotto il mio orecchio e io mi voltai per stringermi contro di lui.
-È tutto finito.- disse.
Era tutto finito.








Mi appoggiai allo stipide della porta con la spalla, socchiudendo gli occhi verso l'orizzonte. Il sole spariva lentamente nel tramonto rosso della foresta che si fece pian piano silenziosa. La posizione strategica della casa, fra un territorio vasto di boschi e a pochi chilometri dal mare limpido: il nostro nido, come lo chiamavo io, o la tana come la definiva con malizia Thyron. Avevamo lavorato duro per arrivare a quel genere di benessere e pace. Dopo mesi trascorsi in un rifugio di circostanza, quando le acque si erano finalmente calmate, ci eravamo trasferiti.
Abbassai lo sguardo verso il giardino perfettamente curato, la veranda color legno e i piccoli ritocchi erano stati tutta opera sua. Con le sue sapienti mani aveva creato davvero un posto sicuro e comodo dove poter vivere, senza farmi mancare nulla.

Puntai lo sguardo, riparandomi dal sole basso, verso Thyron che se ne stava inginocchiato su alcune assi di legno, il petto nudo reso lucido dal sudore, che scendeva in rivoli anche sulla fronte e sulle spalle muscolose.
Sollevò i suoi occhi azzurri, avvertendomi lì in piedi sull'uscio e mi sorrise. Il suo sguardo percorse il mio corpo, dai capelli raccolti in una coda di cavallo, al vestitino corto floreale.

Non avrebbe dovuto sorprendermi e invece, anche dopo tutti quei mesi, vederlo chino a lavorare con le mani il legno, mi lasciava senza fiato...e mi eccitava da morire. Per quanto apprezzassi un Thyron vestito, apprezzavo ancora di più un Thyron senza maglietta e con lo sguardo affamato, lo stesso che mi stava rivolgendo in quel momento.

Scesi lungo gli scalini fermandomi accanto a lui e al suo lavoro.
I suoi occhi passarono dalla sua opera a me con fare orgoglioso.
Le piccole assi di legno erano costruite a formare onde morbide e un sostegno rigido, una culla per un bambino.
-Che ne pensi?-
-Sembra meravigliosa!- sorrisi. -Anche se sarebbe stato più semplice comprarla.-
Ridacchiò, sollevandosi in piedi e pulendosi le mani sul paio di jeans consumato che indossava ma che su di lui stavano da dio. Quell'imagine mi sciolse completamente i neuroni e mi ritrovai a deglutire per calmare i sensi.
Volevo allungare una mano su quei muscoli scolpiti per toccarli...

-Si, hai ragione. Ma voglio che dorma su qualcosa che ha costruito suo papà.-
Sorrisi portandomi una mano sulla pancia. Ancora non si vedeva molto, solo un piccolo arrotondamento. Il test positivo non ci aveva sconvolto come immaginavo, era il nostro desiderio avere una creatura, un bambino simbolo del nostro amore.
Il nostro piccolo miracolo cresceva lentamente, sconvolgendo il nostro mondo con la sua piccola forza.
-Sarai un bravo papà.- dissi senza fiato mentre avanzava di un passo verso di me.
Sorrise. Il suo braccio mi circondò la vita e mi strinse contro di lui.
-E tu una bellissima e brava mamma.-
Arrossì abbassando lo sguardo.
Prima di fare il test di gravidanza, non riuscivo a capire cosa fosse cambiato in me. Mi sembrava di impazzire, gli odori che prima mi sembravano gradevoli erano diventati d'un tratto orribili.
Il mio corpo sembrava costantemente stanco.
Thyron piegò la testa verso il mio collo.
Un'altra reazione sconvolgente era la mia crescente voglia di stare con Thyron...a letto. Arrossivo ancora quando pwnaavo a tutti i modi in cui avevamo fatto l'amore. Arrossivo ancora di più a pensare a come gli ero saltata addosso.

-Sento il tuo odore.-
Rabbrividì al suo sussurro. Il suo fiuto da lupo avvertiva qualsiasi cambiamento nel mio corpo. Era stato infatti, facilissimo per lui capire che ero incinta.
Battei le palpebre in modo ammiccante, poggiando la mano sul suo pettorale.
-Allora forse dovresti soddisfarmi?-

Lo sentì ridere a pieni polmoni mentre mi sollevava contro il suo corpo muscoloso e sudato.  Il vestitino si sollevò un po' o lungo le cosce, prima che lui le stringesse nella sua presa.-Ogni tuo desiderio è un ordine, compagna!-

Nonostante la mia crescente stazza, mi sollevò come se pesassi come una piuma, e baciandomi sulle labbra percorse i pochi mentri che ci dividevano da una superficie comoda su cui fare l'amore.

-Non credo di aver mai desiderato nulla di più che questo...- mormorò spingendo la porta con le spalle per aprirla.

-Intendi una compagna sempre eccitata?- ci scherzai su mentre sentivo i capezzoli inturgidirsi sotto l'effetto del suo sorriso malizioso.

-Anche. Intendevo una vita tranquilla, una moglie e un bambino. Erano il mio desiderio più grande. Tu sei il mio desiderio più grande.-

Spinse con il piede la porta chiudendola dietro di noi, prima di posarmi con delicatezza sul divano, chiudendo all'esterno il passato e aprendo un varco verso un futuro nuovo e migliore.

-Sia lodato il Programma Mates of Wulfer.- scoppiai a ridere prima che le mie labbra fosse impegnate a dare baci all'uomo della mia vita.

Pɾσɠɾαɱɱα Mαƚҽʂ σϝ WυʅϝҽɾDove le storie prendono vita. Scoprilo ora