12. The prayers of the dead

326 16 10
                                    

Quelle parole scalfirono il cuore del ragazzo che aveva ripreso a tremare. Aveva posato lo sguardo sul viso ancora contorto dal dolore del bicolore davanti a lui e poteva leggere nei suoi occhi quanto si odiasse per tutto quello che era successo, per averglielo nascosto, quanto di lui poteva ancora non sapere?
E, per assurdo, Izuku si sentì responsabile, con il cuore pesante, un macigno, gli doleva in petto per la storia, le sue parole che ancora non suonavano vere nella sua piccola testolina affollata dai più oscuri dei pensieri, il respiro ancora ansimante per la paura, per la corsa e ora il freddo gli stava perforando le ossa.
Strinse tra le mani la gelida di Todoroki e questo alzò lo sguardo che pochi momenti prima era posato a terra.

-il passato è passato e non si può cambiare, non puoi modificare quello che hai fatto- si affrettò a dire -ma il futuro è ancora da scrivere, tu non sei il... il...- e la frase rimase sospesa per qualche secondo tra di loro, un nodo in gola gli impediva di dar voce a quella parola.
-mostro Izuku, mostro è la parola che cercavi e che vuoi dire. Non ti biasimerò e non devi provare rimorso o vergogna nel pronunciarla- la sua voce era tagliente, quasi spezzata, ma racchiudeva in essa il sordo tumulto della rabbia, dell'odio. Parlò in modo lento, a voler assaporare le parole che solcavarono le sue labbra marmoree.
Il giovane si ritrovò a stringere la sua mano ancora di più mentre il suo labbro inferiore veniva catturato tre i suoi denti in una preghiera silenziosa, un dispiacere sempre crescente.

-in questa casa... in questa casa vi è qualcosa, non è forse così? È per questo che vuoi che io mi affretti nel trovare una cura?- quelle parole sferzarono l'aria e arrivarono come troppo forti all'udito dell'altro, il quale colse il luccichio salato negli occhi del suo innamorato, fu quello il momento in cui, più di tutto, lo guardò veramente.
Il viso di Izuku era sempre stato così... stanco? La pelle lattea lasciava intravedere le vene bluastre all'altezza delle tempie, i suoi occhi grandi non brillavano, incantati dalla stanchezza, dal peso stesso di cui nessun umano sarebbe riuscito a reggere il peso, in essi solo un grande vuoto. L'oscurità che fornicava nel buio del castello si era intrisa di odio e strisciava piano, avidi e ingordi della figura del giovane, ansiosa di assaggiare le carni morbide, la sua anima pura ed il suo corpo vivo, il suo cuore pulsante di vita, lo stavano prosciugando, lo avevano ridotto ad un cumulo di incubi e sudori freddi, e lui stesso aveva marchiato di cicatrici il suo collo, il suo petto, il suo addome, le sue spalle... ogni singola parte di Izuku gli apparteneva e se avesse voluto, avrebbe potuto cogliere con il mero guizzare della sua lingua il suo sapore.

Gli sembrava di rivedere suo padre in quegl'occhi stanchi, però quello fu molti anni prima. Prima della nascita di Izuku, quando ancora la speranza albergava in lui, la speranza di poter tornare a vivere come umano, quando ancora aveva speranza negli uomini. Il padre del verde infatti non sapeva a cosa fosse andato incontro quando lo conobbe, tanto che in primo luogo cercò di scappare ma fu tutto inutile.

~vent'anni anni prima~

L'essere umano era arrivato al suo maniero durante il tardo pomeriggio. Era un uomo robusto, dagli scarmigliati capelli verdi. Quando diede la mano a Todoroki la sua stretta era ben salda, forte.
Si presentarono ed il padrone di casa mostrò lui la stanza dove avrebbe alloggiato, il suo studio personale, le aree dov'era permesso andare e quelle vietate. L'umano apprese con fervore tutte quelle nuove informazioni e sembrava già molto motivato a lavorare.

In molti, molte delle menti più brillanti, studiosi, medici e scienziati, erano stati convocati lì, spinti dalla loro curiosità per l'ignoto, con la semplice promessa che avrebbero trattato uno dei casi più particolari di sempre ma... nessuno era stato all'altezza.
Todoroki per  molti anni cercò, studiò nuovi metodi per poter tornare ad il suo stato naturale, ma nessuno dei suoi studi, nessuna medicina, nulla funzionò e questo spinse il bicolore ad arrendersi, finché quell'uomo apparse e qualcosa gli disse che era lui ad avere le sue risposte.

At your side//tododekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora