Per ora di pranzo, avevo deciso comunque di andare a prendere mia figlia, così da mangiare insieme e parlare del suo primo giorno di scuola, per poi riportarla a scuola.Essendo tutti noi indaffarati e pieni di lavoro, una volta finite le lezioni pomeridiane, ogni giorno andava a prendere i bambini un genitore diverso. Oggi toccava a Naruto e la cosa mi metteva in agitazione. Sarada non solo adesso si ritrova in classe con Boruto, ma dovrà pure passare il resto del pomeriggio a casa degli Uzumaki.
Vedo la maestra tenere la mano alla mia bambina mentre si dirigono verso di me.
Non appena Sarada mi vede, corre ad abbracciarmi.-MAMMA- urla di gioia mentre la prendo in braccio - che ci fai tu qui?-
- Ho pensato che per oggi avremmo potuto pranzare insieme, non la trovi un'idea fantastica?- le chiedo dandole un colpetto sulla fronte e lei annuisce toccandosela.Prendo il suo zainetto e le metto il cappottino che mi porge la maestra per poi dirigerci fuori la scuola.
- Vedi che ti ho preso - estraggo dalla mia borsa un altro nastro, visto che Sasuke è partito con il suo. - lo mettiamo? Adesso i bambini non ci sono, papà non farà storie- la rassicuro mentre lei si guarda intorno per poi annuire.- dove andiamo?- mi chiede mentre mi da la manina.
- dove preferisci, cosa ti va di mangiare? -noto che Sarada resta in silenzio, pensando un po' sul da farsi.
- andiamo a trovare papà?- mi chiede con gli occhioni che brillano.
Il bastardo ha lasciato a me la patata bollente.
Mi accovaccio alla sua altezza sospirando.
- papà deve lavorare piccola mia- le ricordo accarezzandole i capelli neri - non dirmi che non vuoi passare del tempo da sola con la mamma?- chiedo imbronciandomi, cercando di non farle pensare al padre.- nono, voglio- mi rassicura abbracciandomi forte e chiedendomi scusa - solo che volevo passare del tempo tutti insieme- mi spiega mentre la prendo in braccio.
già...anche io avrei voluto.
- ti va di andare al parco? Hanno aperto un chioschetto che vende dei calamari buonissimi, zia Ino una volta li ha portati a lavoro e sono sicura che piaceranno tanto anche a te e poi magari potremmo chiamare papà e raccontare com'è andato il tuo primi giorno di scuola, così da stare tutti insieme -
Si limita ad annuire giocherellando con la mia collanina con la S.
- allora? Meglio del cibo della mensa o sbaglio?- le chiedo una volta sedute sulla panchina.
- mhmh - ammette mordendo il calamaro arrostito.
- che corsi hai oggi pomeriggio?- le chiedo cercando di intrattenere una conversazione e magari tirarle un pò su il morale.
- devo scegliere tra ballo, disegno o musica- mi spiega prima di dare un piccolo morsetto al calamaro.
- che ne dici di ballo? Anche io da bambina scelsi quel corso-
ma Sarada scuote la testa.
- meglio di no, papà mi prenderebbe in giro per via del tutù-
sorrido appena, ha decisamente ragione.
- Decisamente, lui e lo zio non mi davano un attimo di tregua, assistevano apposta alle prove per prendermi in giro, sembravo una piccola bomboniera - dico ridendo e lei sorride appena. - Che ne dici di musica?-
- non so suonare uno strumento-
- beh puoi imparare, poi se ti piace io e papà ti iscriviamo a lezione, che dici?- dico spostandole un ciuffo di capelli neri uscito dal fiocco.
vedo che resta in silenzio, osservando il lago davanti a noi e dondolando le gambine avanti e indietro.
- o magari potrebbe dartele papà, sa suonare il pianoforte- le comunico e in quel momento mi guarda sgranando gli occhi verso la mia direzione.
- davvero?- mi chiede con gli occhioni che brillano.
- davvero- la rassicuro sorridendole.
E in quel momento mi torna in mente quando, a natale di anni fa, ha suonato per me "Love Of My Life" quando il nostro amore era ormai al capolinea, per poi fiondarsi in ospedale durante la cena di natale, quando quella puttana l'aveva chiamato, lasciandomi lì con la famiglia di Itachi.
Mi rabbuio all'istante ricordandomi quei momenti, quando avevo implorato Itachi di raccompagnarmi a casa una volta che i bambini fossero andati a letto, per poi far trovare al fratello le carte del divorzio sul tavolo della cucina.
Faccio fatica a crederci che adesso ci amiamo ancor più di prima e abbiamo messo al mondo la cosa migliore che ci sia mai capitata.
- Mamma, stai piangendo?- mi chiede la mia bambina guardandomi con i suoi occhioni tristi.
Ritorno subito in me sgranando appena gli occhi, asciugandomi in fretta le guance mentre Sarada estrae dal suo zainetto un pacchetto di fazzoletti.
- sei la bambina migliore del mondo- dico ringraziandola del fazzoletto mentre lei abbassa lo sguardo imbarazzata, alzando un angolo della bocca.
- e tu la mamma più emotiva del mondo- ammette - dovrei essere io quella a piangere, non tu- dice prendendomi in giro.
- non sto piangendo, è allergia- la rassicuro tamponandomi gli occhi con il fazzolettino.
- L'allergia si chiama papà?- mi chiede inarcando un sopracciglio.
Maledizione, non riesco ad essere convincente nemmeno con il clone di mio marito, e ha 4 anni.
Sorrido annuendo, è inutile cercare di camuffare le mie emozioni, con lei non attacca, proprio come col padre.
Guardo in fretta l'orologio e noto che a quest'ora dovrebbe essere arrivato in hotel.
- perché non lo chiamiamo?-
estraggo il telefono dalla borsa e Sarada si mette sulle mie gambe, emozionata all'idea di vedere il suo papà.
- non sono passate nemmeno 5 ore e già ti manco?- mi chiede non appena accetta la chiamata e in risposta sorrido con gli occhi lucidi.
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quel filo che ci unisce
أدب الهواةSEQUEL : UNA PROMESSA E' UNA PROMESSA Dopo l'indimenticabile incidente, nulla sarà più come prima. Quell'incredibile alchimia sembra essere svanita, portando via con se quell'amore incondizionato che i nostri protagonisti provavano l'uno per l'al...