Capitolo 2

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Estenuante, a tratti avvilente.

Ecco come è stato il mio risveglio.

Praticamente i dottori non mi lasciano un attimo di tregua.

Vengo quotidianamente catapultata da una stanza all'altra per varie visite e controlli e una volta finito, a tarda notte, spero di poter restare sola così da metabolizzare quanto accaduto, sforzandomi di ricordare un qualcosa della vecchia me, della mia vecchia vita, ma nemmeno questo mi è concesso per via di amici troppo premurosi che non accettano la mia amnesia temporanea che, così' come ha detto lo psicologo Minato Namikaze, è una sorta di risposta del mio cervello davanti a quanto accaduto.

" Ha ritenuto più semplice dimenticare anziché elaborare"

Diciamo che il mio cervello ama le vie di fuga, le scorciatoie, ma questo ha comportato dimenticarmi completamente la mia adolescenza e le persone al mio fianco. 

Devo ammettere però, che adesso qualcosa ricordo. 

Sono come dei lampi quelli che si presentano nella mia mente, come il flash di una fotografia.

Ricordo dei miei colleghi dell'ospedale, della dottoressa Tsunade, di  Ino, di Hinata, la fidanzata di Naruto, nonché madre di Boruto, mio nipote.

Si esatto, madre.

A quanto pare, non appena ha saputo dell'accaduto, mio nipote ha deciso di fiondarsi fuori dalla pancia della mamma così da potermi proteggere, nascendo però prematuro.

Durante una delle tante passeggiate che faccio assieme a Naruto, le quali, devo ammettere, hanno aiutato molto alla mia amnesia, sono andata a trovare mio nipote, la copia del padre. 

Così piccolo e fragile all'interno di quell'incubatrice, ma così bello. 

Quella visita però, anziché evocare un non so che ricordo, ha causato un magone nel  petto. 

Mamma, sarei dovuta diventare madre. 

Mio figlio è morto dentro di me e quando ci penso...è come se stessi morendo  anche io.

In momenti come questi, mi sento solo una fredda lapide che ospita un corpicino morto. 

Con la scusa del mal di testa, sono scappata via dirigendomi verso la mia stanza.

Dove sei? Perché non ti fai vivo? Dimmi chi sei. 
Sei l'unico della quale io ancora non ricordi, il che è strano.
Dovresti essere il primo, l'amore della mia vita, mio marito e invece, più mi guardo l'anello di fidanzamento e più il mistero mi assale.
Una cosa la ricordo.
Non è una tua caratteristica fisica o un segno particolare, ma le tue mani, o meglio, le tue carezze sul mio ventre.
E' successo così, mentre passeggiavo col mio taccuino in mano, dove appunto ogni dettaglio che mi viene in mente, è stato quando ho visto una donna in travaglio e un uomo che le accarezzava il ventre che mi sono ricordata delle tue di carezze dedicate a nostro figlio, così che potesse sentire il calore del padre. 

E' l'unica cosa che ho annotato su quel quaderno dove ad ogni persona è associata una pagina.
Solo due sono  vuote, quella di mio marito, il quale nome resta un gran mistero visto che non mi è dato saperlo e quella di Sasuke...e la domanda che mi sorge spontanea è: ha mai fatto parte della mia vita? O è solo, come ha detto lui, il mio datore di lavoro? 

Ovviamente questo non  l'ho chiesto a nessuno, infondo sono sposata, come lo è anche lui, di certo non posso chiedere in giro se esiste un passato con il mio capo,  ma a quanto pare credo di no, visto che, da quando mi sono svegliata, non è venuto nemmeno una volta a trovarmi.

Come un regista, se ne sta dietro la telecamera dirigendo i miei chirurghi, ma questo non si palesa mai. 
Solo oggi, mentre me ne tornavo in stanza, mi è sembrato di vederlo. 
era assieme ad una donna che giurerei faccia la modella per quanto fosse bella.
Alta.
Capelli lunghi scuri, proprio come i suoi.
Occhi neri decorati da delle ciglia lunghissime.
Seno prosperoso, curve al punto giusto, labbra carnose...insomma era perfetta. 
Parlavano, sembrava come se lei lo consolasse, gli accarezzava il braccio e questo la lasciava fare.

quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora