Capitolo 4

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-nemmeno oggi hai mangiato?- sospira la dottoressa Tsunade una volta entrata nella stanza.

Nota il mio vassoio intatto e le pillole che dovrei prendere ancora accanto al mio comodino, dove Ino me le aveva lasciate ore addietro.

- se continui così non potrò mai dimetterti, lo sai vero?- 

Sospiro appena, non interrompendo però la lettura del mio taccuino.

Beh almeno così non dovrò affrontare ciò che ho lasciato al di fuori di quest'ospedale.   

- Come mai sei così giù di morale, bambina?- mi chiede apprensiva a mi scappa un piccolo sorriso. 

Agli occhi del mondo, la dottoressa Tsunade può sembrare un tiranno spietato, ma infondo è così apprensiva, o per lo meno con me.

- Non so più chi ero- sbuffo chiudendo il taccuino, decidendo di confidarmi con chi mi ha accolta come una figlia tra le sue braccia - e la cosa mi...mi avvilisce ecco- 

- ma come? Non avevi recuperato gran parte dei tuoi ricordi grazie al dottor Minato?- mi chiede confusa.

- si ma...- riapro l'agenda sfogliando le varie pagine per poi trovare quella che suscita maggior interesse, quella che non faccio che guardare e riguardare -  io questo non lo ricordo e ciò che ricordo non corrisponde alla realtà, se così possiamo definirla...- 

Indico la pagina "MARITO- ITACHI UCHIHA". 

- signorina Tsunade...posso chiederle una cosa?- 

- ma certo cara, dimmi pure- mi incoraggia leggendo distrattamente quanto annotato. 

- e se Itachi-kun non fosse mio marito?- 

Per poco la dottoressa Tsunade non cade dalla sedia davanti a quella domanda. 

- cosa- sentendo la sua voce inclinata, fa un piccolo colpo di tosse, per poi proseguire - cosa ti fa pensare una cosa del genere?- 

Mi alzo dalla sedia e malinconica, passeggio distrattamente per la mia stanza, accarezzando il mio ventre piatto, per poi raccontarle gli ultimi accadimenti di questi due giorni. 

Non appena Itachi era tornato dopo la chiacchierata con Naruto e il fratello, ho fatto per baciarlo, ma questo era come se mi respingesse, anche quando è tornato il giorno dopo.

Era come se fossi una sua amica e quindi, decisi di prendere in mano la situazione. 

Non ricordavo nulla di lui, se non il calore delle sue mani, come le sue braccia intorno a me mi facessero sentire protetta, il suo respiro dormiente che mi solleticava il collo dopo aver fatto l'amore, le carezze a nostro figlio...dov'è finito tutto questo?

Non appena l'avevo convinto a stendersi sul mio letto, perché si, c'era abbastanza spazio per tutti e due, mi sono fiondata a cavalcioni su di lui, iniziandolo a baciare in maniera così sensuale da mandarlo fuori di testa, proprio come a lui piaceva. 

 - Sakura, siamo in ospedale, potrebbe entrare qualcuno- all'inizio aveva detto, cercando di spostarmi da sopra a lui, ma a quanto pare era lui a non ricordare che quando la sua mogliettina voleva qualcosa, la otteneva, oh eccome se la otteneva. 

Non sei l'unico ambizioso in questa stanza, mio caro.

- lascia che entrino, non è eccitante? Pura adrenalina e noi amiamo l'adrenalina- sussurrai ad un palmo dalle sue labbra sbottonandogli lentamente la camicia - da quando fai il timido?-

- non si tratta di essere timidi ma...- farfugliò prendendomi poi il viso tra le mani, così da non farmi baciare il suo petto scoperto troppo allettante - non possiamo farlo, Sasuke mi ha detto che non puoi fare movimenti bruschi per via delle costole, potrebbero inclinarsi peggiormente-

quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora