•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 12•

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Il giorno dopo, Kiyomi, venne assalita da una Mari parecchio arrabbiata. Era sabato, finalmente.
Non diede molto peso all'amica, che le chiedeva dove fosse stata tutto il pomeriggio precedente. La castana illuse ad un'ipotetica visita medica.
Non perchè non si fidasse di lei, ma sentiva di dover tenere per sè quella giornata fantastica che aveva passato, quel piccolo segreto tra Kiyomi e Suna. Anche perchè, d'altro canto, non aveva ancora visto il ragazzo, cosa che la preoccupò non poco. Essendo a conoscenza del rapporto tra Suna e suo padre era rimasta sveglia per buona parte della notte a pensare ad un modo per tirar fuori il corvino da quella situazione. E, in quel momento, si pentì di non aver proposto lui di restare a dormire nella propria casa. Magari gli avrebbe fatto evitare un po' di urla.
Con questi pensieri si avviò verso la classe, guardandosi intorno nella speranza di vederlo.

Il ragazzo invece, era sul tetto, con ancora la sciarpa dei Kiyomi al collo. La sera precedente non l'aveva nemmeno tolta. Non per un motivo poetico, come si potrebbe pensare, solamente perchè Aran si era dimenticato di accendere il riscaldamento. La festa era andata avanti per molto tempo e lui non aveva chiuso occhio. La sua mente aveva continuamente vagato tra i ricordi del meraviglioso giorno passato con la ragazza, alla scommessa e al fatto che, prima o poi, sarebbe dovuto tornare a casa. Le assenza si accumulavano e suo padre lo sapeva sicuramente. Per un secondo pensò che potesse veramente farsi aiutare da Kiyomi. Dopotutto era lei che si era proposta per dargli una mano e il ragazzo voleva sul serio affidarsi a qualcuno, soltanto per una volta. Avrebbe risolto quel casino grazie a lei. E, forse, poteva pure trovare il coraggio di denunciare suo padre. Nel racconto del giorno precedente aveva omesso un particolare. Quello di possedere la prova schiacciante per incastrare l'uomo nell omicidio di sua madre. Non aveva voluto far preoccupare ulteriormente Kiyomi.
Ancora nutriva la paura che lei potesse allontanarsi da lui prima del dovuto. Dovuto nel senso che, quando la storia della scommessa sarebbe saltata fuori, era logico che la ragazza non volesse avere più nulla a che fare con lui.

Ormai la campanella che segnava l'intervallo era suonata e di Suna nemmeno l'ombra. Kiyomi, tuttavia, ebbe un'illuminazione, immaginando dove potesse essere. Lasciò le amiche con la scusa di dover andare in bagno e corse verso le scale che portavano al tetto. Ovviamente, come previsto, il ragazzo era lì. Fumava tranquillo osservando il paesaggio invernale, gli occhi chiusi e l'espressione di chi sta tormentando se stesso con i propri pensieri. Lo osservò per qualche secondo, ammirandolo più che altro. Non potè evitare di pensare a quanto fosse bello in quel momento. L'attrazione che quella sera l'aveva spinta verso di lui si stava facendo sentire, prontamente ignorata dalla ragazza. Suna la notò, sorridendole lievemente.
S:«Hey, che ci fai qui?»
K:«Sapevo di trovarti quassù e sono venuta a chiederti come è andata ieri sera»
Lui sospirò, alzando gli occhi al cielo
S:«Ho dormito da Aran. Sinceramente non ho voluto tornare a casa»
K:«Capisco il perchè. Comunque sto ancora pensando a come aiutarti, ma non mi viene in mente nulla se non di denunciarlo»
Ci era arrivata quindi. Suna pensò che la ragazza sapesse qualcosa, però venne smentito praticamente subito dalle parole di lei.
K:«Ma non saprei per cosa. Non possiede droga, giusto?».
S:«No»
K:«Questa cosa mi farà diventare matta. Guarderò qualche libro sulla legge e troverò qualcosa. No, non pensare nemmeno per un attimo che io possa lasciare perdere»
Rispose lei, sbuffando infastidita. Lui rise alla testardaggine che stava dimostrando Kiyomi, ammirandola, sotto sotto.
S:«Oggi abbiamo una partita»
K:«Contro chi?»
S:«Shiratorizawa»

Il viso di lei si tramutò in un'espressione indecifrabile. Un misto di sorpresa, felicità e fastidio.
K:«Non me lo ha nemmeno detto quell'idiota»
Suna la guardò confuso. Non capiva a cosa si riferisse la ragazza. Qualcosa si smosse in lui al pensiero che la castana potesse avere qualche tipo di rapporto con altri ragazzi. Gelosia. Faticò ad ammetterlo pure a se stesso, ma si stava affezionando a Kiyomi. Seppure non fosse nei suoi piani, lei era entrata a far parte pienamente del suo mondo, diventandone, in pochi giorni, il porto sicuro, il luogo in cui poteva rifugiarsi, vivere la vita a pieno ed essere se stesso. In mezzo a tutta la confusione a cui era ormai abituato era arrivata lei, la sua unica certezza. Eppure, ancora pensava a quanto potesse, quella maledettissima scommessa, influire su quel rapporto che si stava creando tra i due ragazzi. Non voleva dirglielo, non voleva farle del male. Ma sapeva che, se non l'avesse fatto lui, ci avrebbe pensato Atsumu. Quello stronzo. Gli stava rovinando ulteriormente la vita. Distruggendo lentamente quello che si sarebbe potuto creare tra lui e Kiyomi. Quella ragazza era letteralmente fantastica. Le erano bastati tre giorni per diventare, per Suna, un punto fisso, una luce, e la consapevolezza che, in un tempo relativamente breve, lei gli sarebbe stata portata via, lo distruggeva.

K:«Dopo vengo in palestra a vedere la partita. Non pensi di dover tornare giù? Fatti almeno le ultime due ore»
S:«Ormai. Vado direttamente in palestra»
Lei lo guardò scendere le scale, raccogliendo il mozzicone di sigaretta che il ragazzo aveva buttato distrattamente a terra. Non voleva farlo finire in mezzo a problemi, visto che, alla fine delle lezioni, i bidelli salivano a pulire anche quel luogo e loro non dovevano lasciare tracce del proprio passaggio.
Mentre si rigirava in mano il rifiuto pensò, inevitabilmente, a Suna. Era un amico, giusto? Si. Un amico con il quale si sentiva se stessa, con il quale aveva un rapporto completamente diverso rispetto a quello con Satori. Eppure lui era un amico, o almeno la sua coscienza lo considerava tale. Il suo cuore non era d'accordo.

finite le lezioni corse in palestra. Il pullman doveva già essere arrivato. Ed infatti, tra i giganti che componevano la squadra della Shiratorizawa  scorse una familiare capigliatura rossa, tirata all'insù. Quant'era che non vedeva il suo migliore amico? Decisamente troppo. Corse verso di lui, facendosi spazio tra gli altri ragazzi e saltandogli in braccio. Le braccia di lui subito la strinsero e entrambi risero, felici di potersi nuovamente abbracciare.
K:«Satori, sei uno scemo, potevi dirmelo!»
T:«Volevo che fosse una sorpresa!!»
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Angolo Autrice

Nel prossimo capitolo spiegherò come è nata l'amicizia tra Tendō e Kiyomi, nel frattempo ditemi com'è questo capitolo♡︎
Spero vi piaccia perchè ci ho messo una vita a capire come esprimere i concetti e ancora adesso penso di essermi espressa male : )

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora