•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 17•

494 32 2
                                    

La stazione si polizia era vicina. Troppo vicina per i gusti di Suna. Non perchè non volesse denunciare suo padre, anzi. Solamente che sarebbe stato per lui un cambiamento di vita drastico. Soprattutto in quel momento, in cui aveva appena realizzato di dover convivere con la ragazza per la quale il suo cuore batteva più velocemente del solito. Sospirò stringendo la mano di lei nella sua. Si ritrovò ad ammettere che, combattere contro quei sentimenti, si rivelava alquanto controproducente. Ci stava male lui. Però come avrebbe fatto quando la verità sarebbe venuta fuori? Non lo sapeva, ma ormai desiderava soltanto tenerla vicina a se per più tempo possibile. Dopotutto, chi altro aveva se non Kiyomi? Nessuno, aveva tagliato i rapporti con quasi tutte le persone che un tempo considerava amiche o meglio, loro cominciavano ad ignorarlo, cosa ricambiata dal ragazzo. Forse per il suo sguardo continuamente assente, per il suo menefreghismo, ulteriormente accennato nelle ultime settimane. La cosa era sbagliata, lo sapeva. Ma non riusciva proprio a cercare il contatto di quella gente che, proprio nel momento in cui lui aveva più bisogno, si erano volatilizzate. Tuttavia a pallavolo andava ancora molto bene, la sintonia tra compagni di squadra non era stata intaccata, per fortuna.

Due poliziotti li accolsero all'entrata, chiedendo cosa ci facessero lì. A parlare fu principalmente Kiyomi, che aveva prontamente messo da parte l'imbarazzo in quella situazione che considerava importantissima, sia per lei che per l'amico.
Una donna li condusse in un'altra stanza e, appena la ragazza espose tutto quello che sapeva, alzando anche la maglietta di un Suna che venne percorso da un brivido a causa di quel gesto, per mostrare alla poliziotta le loro prove. Lei uscì, dopo aver posto parecchie domande al ragazzo, che riuscì a tirar fuori tutta la rabbia repressa nei confronti del padre, raccontando anche tutto quello che aveva subito da bambino, non senza l'aiuto di Kiyomi che gli carezzava la mano da sotto il tavolo, incoraggiandolo a parlare.

La signora tornò da loro con alcuni fascicoli che chiese di compilare al corvino. La denuncia era fatta. L'uomo venne accusato di violenza fisica e psicologica ad un minore e scattò subito l'arresto, visto che si scoprì anche un vecchio documento in cui era stato denunciato per disturbo della quiete pubblica e presunto contrabbando di droga. Fecero accomodare Suna e Kiyomi nei sedili posteriori di una delle due macchine della polizia, volendo essere sicuri di buttare tra le sbarre la persona giusta.
Il guidatore e la donna che in precedenza li aveva ascoltati risultarono molto simpatici e parlarono con i due ragazzi per tutto il tragitto, dicendo di chiamarsi Kimiko Shimada e Jinko Kasayami.
KS:«Quindi voi due state insieme?»
La domanda fece diventare i ragazzi parenti stretti dei pomodori, sebbene Suna lo nascondesse meglio di lei.
K:«No, solo amici»
Sorrise Kiyomi, beccandosi un'occhiata delusa dal retrovisore della macchina, proveniente dalla donna che guadagnò una gomitata dal compagno al volante.

Suna invece rimase in qualche modo deluso dalla risposta della castana. Ma anche lui, cosa si aspettava? Che lei rispondesse con un affermazione? Un altro grosso problema si presentò alla conferma di quanto l'amore potesse essere ingiusto e brutto. Lei ricambiava o lo vedeva solo come un amico? Non si era mai fatto quella domanda, troppo preso dall'accettare i suoi sentimenti che, effettivamente, potevano non venire ricambiati dalla ragazza.
Il suo flusso di pensieri venne interrotto da Shimada che intimò ai due ragazzi di restare in macchina mentre scortavano il padre di lui alla centrale di polizia nell'altra vettura.
Suna si ritrovò a sorridere vedendo l'uomo che l'aveva cresciuto in manette mentre inveiva contro gli agenti, insinuando di non aver fatto nulla.
Chiese di poter scendere dalla macchina per recuperare le sue cose e portarle a casa da Kiyomi, i poliziotti, dopo essersi assicurati che fosse tutto apposto, lasciarono i ragazzi sul marciapiede. I due entrarono in casa e la castana si stupì parecchio delle condizioni di quest'ultima. Tutto sommato era una bella abitazione, luminosa e costruita bene, ma il caos ne era sovrano. Lei, da persona ordinata e perfettina qual'era, passò tutto il pomeriggio a sistemare i divani, i letti, la cucina, a raccogliere pezzi di piatti sparsi per il pavimento, mentre Suna si preparava la valigia. Nessuno avrebbe più messo piede dentro quelle mura eppure Kiyomi rimase per quasi due ore e mezza a riordinare, sotto gli occhi attenti di Suna che più volte si era offerto di aiutarla, ottenendo sempre una risposta negativa. Il motivo di questo era a lui sconosciuto, ma doveva ammettere che vederla così indaffarata e attenta lo faceva sorridere, scaldandogli il cuore e mettendolo a suo agio.

Gli sembrava di conoscerla da una vita, come se l'avesse vista riordinare altre migliaia di volte, sebbene quella fosse la prima volta che Kiyomi dimostrava il suo carattere da maniaca dell'ordine. Era strano quel suo sentirsi a casa in compagnia della ragazza e la cosa succedeva veramente spesso.

Kiyomi, mentre sistemava, pensava alla risposta data a Shimada poco prima, nella vettura della polizia. Lo considerava sul serio solo un amico? O quel sentimento che provava ogni qualvolta che stava con lui era più di una semplice amicizia? Forse attrazione fisica? Le parole di Atsumu ancora la tormentavano, rendendola alquanto insicura sul accettare o meno che, i fantomatici sentimenti che in quel momento la assalivano, centrassero con l'amore. Era diverso da come si sentiva con il biondo, molto diverso. Come se fosse una cosa completamente opposta. Con Suna si sentiva a casa, si sentiva se stessa, libera di parlargli liberamente di tutto quello che le passava per la mente, senza la paura di essere giudicata. Con Atsumu, invece, era molto insicura nel dirgli praticamente tutto. Non riusciva a spiegare bene la causa di quelle maledette farfalle che, ogni qualvolta la sua pelle veniva a contatto con quella del corvino, la assillavano, tormentandole lo stomaco.

Improvvisamente del rumore di pioggia attirò i due ragazzi, che prontamente aprirono una finestra, constatando che, effettivamente, era iniziato un grosso temporale. Per fortuna Satori aveva la patente, altrimenti sarebbero dovuti restare a casa di Suna oppure chiamare un taxi.
Kiyomi telefonò all'amico che accettò di passare a recuperarli. Quella sera il fratello di lei non sarebbe tornato, quindi Suna avrebbe dormito nella camera vuota e Satori in quella degli ospiti. I conti tornavano, per fortuna. Tuttavia la castana si interrogava su come avrebbe fatto a spiegare al rosso la questione del corvino senza menzionare il passato di quest'ultimo. Voleva fare affidamento sulla capacità dell'amico di comprendere tutto solamente guardandola negli occhi, altrimenti cosa
avrebbe detto?
____________________________________________________
Angolo Autrice

io l'ho detto che ultimamente non scrivo neanche un capitolo decentemente :,)
Comunque non siamo nemmeno a metà della storia e c'è ancora molto da fare, intanto i nostri protagonisti si stanno rendendo conto dei loro sentimenti :)
Sto facendo andare le cose troppo in fretta? Oddio ho questo dubbio da un po' e ditemi cosa ne pensate, alla prossima guys♡︎♡︎

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora