•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 21•

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Suna fissava Atsumu con una rabbia quasi implacabile. Non riusciva a contenersi, sebbene sapesse che la colpa, era solo ed esclusivamente sua. Aveva sbagliato e non era nemmeno stato in grado di parlare lui stesso a Kiyomi. Non sapeva neanche dove si era cacciata, sotto la pioggia. Si sarebbe sicuramente presa una broncopolmonite, come minimo. Sebbene, in quel momento, la ragazza era sicuramente arrabbiata e delusa da lui, probabilmente nemmeno sarebbe riuscita a guardarlo in faccia, Suna non si capacitava a smettere di preoccuparsi per lei. Le corse dietro, non trovandola da nessuna parte. Sospirò passandosi le mani sui capelli ormai fradici, alzando la testa al cielo. Voleva urlare, far sentire tutto il dolore e qualsiasi cosa fosse quella che aveva dentro, ma riusciva a malapena a respirare.

Il pensiero di lei che lo ignorava gli invadeva la mente, facendolo impazzire. Decise di raggiungerla, ovunque fosse, per cercare di salvare il salvabile. Kiyomi era la prima ragazza che era riuscita a fargli battere il cuore più velocemente, a procurargli le farfalle nello stomaco, a farlo incantare davanti alla sua bellezza. Si era innamorato di lei. Ormai non poteva più nasconderlo nè negarlo. Lei era l'unica cosa che gli rimaneva.

Era a piedi, quindi dovette camminare sotto la pioggia, per quasi un quarto d'ora, per arrivare a casa di Kiyomi. Suonò il campanello, trattenendo il fiato. Ad aprirgli però, non fu chi si aspettava. Itsuki lo fissava confuso. Lì, Suna, ebbe un'illuminazione. Era chiaro che non era tornata a casa, l'unico posto dove lui sarebbe andato a cercarla era quello. Il fratello della ragazza lo invitò ad entrare, borbottando qualcosa in modo parecchio irritato. Dopotutto era tardi, e lui probabilmente si stava riposando.

I:«Che ci fai qui?»
S:«Kiyomi non c'è, vero?»
I:«No. Non è tornata a casa, pensavo fosse con te»
S:«Merda. E se le fosse successo qualcosa?»
I:«Tranquillo, sarà probabilmente da Tendō. Ma perchè quella faccia, Suna?»
S:«Penso di aver fatto la più grande cazzata della mia vita.»
I:«Centra mia sorella?»
S:«Decisamente»
I:«Non è che ti sei innamorato di lei?»
S:«Ma tu come-?»
I:«Si vede da come la guardi. Madonna, sembri un marmocchio alle prese con il suo primo amore o cazzate varie. Vuoi dirmi che hai combinato?»
S:«è una lunga storia, cercherò di farla breve. Miya Atsumu, l'ex di Kiyomi, mi ha costretto a scommettere con lui su Kiyomi, la cosa è degenenerata e ora lei mi odia»
I:«Sei un deficiente. Fattelo dire.»
S:«Grazie per avermelo ricordato»
I:«Se vuoi un consiglio, parlale. Kiyomi preferisce la verità, digliela. Ti do' l'indirizzo di Tendō, ma sbrigati, diventerà una lastra di ghiaccio se non lo fai. Fidati, è capace di cancellare una persona dalla sua esistenza, anche se con te sarà un po' impossibile»
S:«Grazie. Davvero, quella ragazza è l'unica cosa che mi rimane»
I:«Tieni, vattela a riprendere.»

Itsuki gli porse un bigliettino con un indirizzo scarabocchiato sopra. Gli sorrise incoraggiante. Amava la sua sorellina, e sapeva cos'era meglio per lei. Aveva capito che Kiyomi era innamorata di Suna da tempo, non avrebbe permesso a lui di ferirla, ma nemmeno a lei di ferirsi da sola. Per questo desiderava che i due sistemassero le cose il più in fretta possibile.

Suna invece era un po' titubante. Forse doveva darle tempo, aspettare che lei superasse quel primo impatto, che era stato doloroso per entrambi. Il ragazzo non riusciva a darsi pace, sapendo che lei era arrabbiata completamente con lui e che probabilmente non l'avrebbe più voluto vedere. Sospirò alzando gli occhi stanchi verso il fratello della ragazza. Non ne poteva più di soffrire in quel modo, ma per lei avrebbe fatto di tutto. Era capace di aspettare mesi, forse addirittura anni, pur di riaverla al suo fianco. Kiyomi lo aveva cambiato in meglio, facendo scoprire al mondo una parte di lui del tutto sconosciuta e nuova. Lo aveva fatto riflettere, lo aveva aiutato, gli aveva fatto scoprire il significato della parola amore. E ora? La doveva perdere a causa di quel coglione di Atsumu Miya? No. Non lo avrebbe permesso.
Tuttavia era consapevole che piombare in casa di Tendō, a quell'ora, sarebbe stato controproducente. Lui sicuramente sapeva tutto, e di certo lo avrebbe cacciato a calci. Lei, invece, si sarebbe rifiutata di vederlo.

S:«E se ci andassi domani mattina? Così Kiyomi si calma un po', almeno spero, e mi lascierà spiegare come sono avvenuti realmente i fatti»
I:«Dai, piccolo codardo, per questa volta va bene. Sai qual'è la tua camera. Ma se domani non vai a quell'indirizzo ti ci mando a pedate in culo, chiaro?»
S:«Si, tranquillo»
Recandosi nella sua camera notò il telefono illuminarsi. Che fosse Kiyomi? Ci sperava, ma era letteralmente impossibile. Lei ora lo odiava, giusto?

Infatti non era la ragazza che gli aveva rubato il cuore, bensì l'ultima persona sulla Terra da cui si aspettava un messaggio. Suo padre.
"Vieni a casa o giuro che ti ammazzo"
Sospirò digitando una breve risposta, la quale celava però tutta la sua rabbia repressa.
"Non tornerò, spero ti sia chiaro. Non mi pento di essermene andato"
Ci teneva a specificarlo proprio perchè suo padre avrebbe probabilmente inventato che lui lo aveva fatto per ribellarsi o roba simile. Ma era completamente onesto quando diceva di non voler avere a che fare con quell'uomo, nè in quel momento, nè mai più nella sua vita. Ma l'unica persona con cui in quel momento poteva sfogarsi sembrava in procinto di abbandonarlo, e lui non poteva nemmeno lamentarsi. Aveva creato tutto quel casino con le sue stesse mani, e ora cosa gli restava? Una foto sullo sfondo del cellulare e fin troppi ricordi. Ricordi non molto vecchi, che però sembravano millenari. Lo tennero sveglio, quella notte. Non che fosse una novità per lui, ma pensare a Kiyomi era diventato doloroso ed indispensabile allo stesso momento. Per Suna era automatico, quasi come respirare. Si pentiva di essersi innamorato di lei, ma non di averla conosciuta. Sapeva che ne sarebbe valsa la pena, in futuro. Aveva incontrato una delle persone migliori al mondo, almeno secondo lui. Insieme avevano creato dei ricordi, ricordi preziosi quanyo diamanti. Quindi, per lei, avrebbe sofferto le pene dell'inferno. Sapeva che ne valeva la pena, o almeno ci sperava. E doveva continuare a ripeterselo, doveva farsi coraggio.
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Angolo Autrice

Scusate, seriamente, ma non riuscivo a scrivere un capitolo decente, e neanche questo mi piace molto in realtà :,)
Comunque, visto che ho gli esami, pubblicherò di meno, cercando di farlo almeno una volta alla settimana, pregate per me❤︎

Andiamo alle cose serie, che ne pensate del capitolo?

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora