Capitolo IX: The sect of the wonders

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***POV. Agente Benson***

La mattina seguente tutto il paese di Hunter Grove sapeva dell'allarme lupi, e questo non era proprio un bene: solitamente c'erano molte persone in piazza, ai bar, anche dal giornalaio la mattina alle sette. Invece, ora, la città era vuota. Completamente vuota.

Quella mattina avevamo in programma di andare a casa di Luke Hemmings a fare una visitina, per sapere un po' come affrontava la scomparsa di due sue amiche.

Il programma era quello di stuzzicarlo in modo da fargli confessare un segreto di uno dei sospettati.

Chi erano i sospettati? Bhe, facile, tutti. Tutti, dal primo all'ultimo.

Avevamo deciso di utilizzare a nostro favore, quello che sapevamo su di lui e Mona.

...

La casa degli Hemmings era probabilmente quella più distante dal centro città, naturalmente di quelle che avevamo visitato fino a quel momento.

Una casetta, lontana da tutto e da tutti. Si trovava vicino ad un precipizio sicuramente non adatto ai bambini. Una bella villettina lilla, con tante finestre. Il giardino era stato riempito con alberelli vari e fiorellini e poi contornato una una piccola recinzione in legno, pitturata di bianco.

La casa era stabilita su due piani; il cancello in legno bianco era sempre aperto e alla porta non c'era un campanello ma un batacchio con un leone.

Ovviamente, questo ci fece capire che era una famiglia senza problemi finanziari.

L'agente Obson bussò determinata alla porta facendo un gran rumore.

Subito dopo, la porta si aprì mostrando una donna con i capelli biondi e gli occhi azzurri, non molto alta.

"Come posso aiutarvi?" chiese con gentilezza; indossava un grembiule da cuoca, quindi prima che la interrompessimo stava probabilmente cucinando qualcosa che dall'odorino sembrava qualcosa di veramente buono

"Siamo della polizia, investighiamo sui casi Dowson e Moore. Possiamo entrare?" chiesi facendo cenno verso l'interno della casa

"Certo, accomodatevi; scusate il disordine in cucina, ma stavo preparando una torta" disse la donna pulendosi le mani sul grembiule per poi toglierselo

"Non si preoccupi" rispose l'agente Obson

"Tabitha!!" iniziò a gridare la donna per farsi sentire in tutta la casa "Tabitha!!!"

Poi dall'arcata del corridoio apparve una donna sulla trentina, con un grembiule da domestica.

"Come posso aiutarla, Signora?" chiese poi

"Porta via questo.." disse la donna mettendole addosso il grembiule che qualche secondo prima indossava lei "... e poi portaci qualcosa da bere"

La domestica uscì velocemente dalla stanza con il grembiule e si diresse frettolosamente verso la cucina, probabilmente in quella famiglia non era trattata troppo bene.

"Allora, cosa avete bisogno di sapere?" chiese la donna facendoci cenno di accomodarci sul divano mentre lei si sedeva su una sedia

"A dire la verità, cercavamo suo figlio Luke" rispose l'agente Obson guardandosi attorno

"Oh certo, posso capire, dategli 5 minuti" disse ancora prima di girarsi verso la serva che stava arrivando con tre bicchieri di succo all'ACE "..Tabitha, vai a chiamare Luke digli di scendere"

E la domestica sparì di nuovo sulle scale per andare al piano di sopra.

"Ho saputo della scomparsa di quelle ragazze, che dispiacere" disse la donna sorseggiando il suo succo

"Si, i genitori sono disperati" risposi io allungando la mano verso il bicchiere

In quel momento la domestica tornò al piano di sotto seguita da un ragazzo alto, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, completamente vestito di nero.

"Luke, questi sono gli agenti che indagano su Erin e Taylor e vorrebbero parlare con te" disse la madre prendendo una sedia anche per lui facendolo accomodare accanto a lei

"Luke, sappiamo che eri molto amico con Erin e Taylor, non è così?" chiese l'agente Obson

"Io ero solo un loro conoscente, non ero ai livelli di Michael per Erin" rispose lui seccato

"E per Taylor?" chiesi io

"Taylor non era nemmeno una conoscente, non ho la più pallida idea di dove l'abbia trovata Mona; so solo che da un giorno all'altro la abbiamo trovata nella nostra compagnia" ripose tranquillamente il ragazzo

"Ma quindi tu non avevi rapporti intensi con nessuno dei ragazzi?" chiese l'agente Obson

"Mi state dando dell'omosessuale?!?" chiese lui stranito

"Non in quel senso, intendevo con le ragazze; bhe vedi Luke tante delle ragazze hanno fatto il tuo nome" disse l'agente Obson

"No, nessun.. come lo avete chiamato? Ah, già, rapporto intenso" disse lui mettendo le braccia conserte

"Smettila di mentire, ragazzino, sappiamo tutto" dissi io quasi sussurrando mentre mi avvicinavo al suo viso

"Che stanno dicendo Luke? Cosa sanno?" chiese la madre completamente preoccupata

"Non sanno niente, stanno mentendo" ripose lui con menefreghismo

"Bene allora, non ti preoccupi se ti mandiamo in galera per stupro" dissi ancora io

"Stupro?!?" ripetè la madre sconvolta

"Si Signora, stupro" confermò l'agente Obson

"Io non ho stuprato nessuno" disse lui sedendosi meglio sulla sedia, la tensione dentro di lui si stava alzando vertiginosamente

"Non è quello che dice Mona Jones" disse l'agente Benson

"Mona?!? Lei ha detto questa roba?!? ditele di farmi il piacere a quella satanista dei miei stivali; le sarebbe piaciuto essere stuprata ma invece era del tutto consenziente" disse lui ripoggiando la schiena contro lo schienale della sedia

"Come l'hai chiamata?" chiesi io interessato di più alla conversazione

"Satanista, perchè è quello che è; dovreste indagare su di lei"

"Perchè dici questo?" chiese l'agente Obson

"Perchè aveva già tentato di fare fuori Taylor con la sua setta, non mi meraviglierei se lo avesse fatto ancora"

...

Mona Jones era satanista.

Mona Jones aveva tentato di uccidere Taylor Dowson con la sua setta.

Più andavamo avanti e più la verità veniva fuori.

E ora, bisognava tornare dagli assistenti sociali di Mona Jones.

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