Capitolo XII: Little Princess

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***POV. Agente Obson***

Quella mattina dovevo andare in caserma, come tutti i giorni. Avrei passato la mattina a guardare tutto quello che avevano scoperto i vecchi agenti sul caso Stoll.

Quindi, per le 9.30 ero in caserma con quella maledettissima scatola sulla scrivania.

Una scatola grande quanto quelle per le scarpe, che noi donne conosciamo bene, completamente bianca con sopra alcune scritte che dicevano: 4 luglio 2012, F. Stoll, Hunter Grove.

Aprii lentamente la scatola; per poi sfilare completamente tutto il coperchio.

Piano piano, cominciai a tirare fuori i diversi oggetti esaminandoli uno per uno.

La prima cosa che tirai fuori fu un vestito sporco di sabbia e di sangue sul colletto; era un vestito vecchio, credo del 1800, era porpora con il colletto e parte dei ricami grigi.

Era il vestito che stava indossando quando morì.

Poi una lettera; scritta su un foglio rosa profumato.

Ehilà Morgan,

Come stai? Io benissimo, sai infondo questa famiglia non è poi così male. Ho una madre, si chiama Anne Marie, certo, non ho un padre; ma non è una cosa essenziale.

Ho 2 fratelli, Ashton e Harry, e una sorella di nome Lauren. Solo Ashton è più grande di me.

Adoro questa famiglia e soprattutto adoro la mia nuova mamma e Ashton, lui si che mi vuole bene; mi protegge sempre (anche dai commentini sarcastici degli altri).

                                                                                                                Tua per sempre, Francis

La sua scrittura era perfetta e filiforme; forse faceva solamente scivolare la penna sul profumato foglio.

Sapevo che Francis Stoll era stata adottata dalla famiglia Irwin e ora sapevo che all'orfanotrofio da dove veniva aveva una migliore amica con cui però si scambiava solo lettere profumate.

Probabilmente quella lettera l'aveva data Morgan alla polizia, perchè altrimenti non sarebbe potuta essere lì.

Ripiegata la lettera, tirai fuori una cartelletta nera.

La aprii lentamente.

La prima cosa che vidi al suo interno fu la foto del luogo del delitto, la collina accanto a casa Hemmings; la presi in mano per osservarla meglio. Solo successivamente mi accorsi che dietro ce ne erano altre; però queste non erano del luogo, o almeno solo in parte, visto che erano foto del corpo senza vita della giovane ragazza.

La ragazza con la candidissima pelle bianca e gli occhi chiusi; indossava il vestito che avevo visto poco prima. Il suo corpo era steso sugli scogli appuntiti come se stesse solamente riposando.

Il trucco era leggermente sbavato per colpa dell'acqua del mare.

I capelli biondi e abbastamza mossi erano legati in un semplice chignon rovinato, perchè molti ciuffettini erano scappati dall'elastico, come quello che le ricadeva sull'occhio destro.

Detto questo, era comunque bellissima.

All'interno, inoltre, c'erano altri fogli. Uno aveva scritto la descrizione del ritrovamente del corpo, Un altro aveva scritto le dichiarazioni della famiglia adottiva e un altro, ancora, segnalava le persone che l'avevano vista alla festa in piazza.

In quel momento, la camapana che trillò all'interno della caserma, attirò la mia attenzione.

Il suono di quella campana segnava il fatto che da quel momento cominciava la così detta: pausa-pranzo.

Rimisi tutto all'interno della scatola per poi chiuderla e sistemarla a terra accanto alla scrivania, per poi alzarmi e chiudere la porta del mio ufficio alle mie spalle.

...

Avevo deciso di andare a trovare l'agente Benson che a detta del capo si era improvvisamente influenzato.

Casa sua era una piccola casettina bianca verso il confine della città.

Suonai tranquillamente il campanello sul quale c'era scritto il suo nome.

Venne lui in persone ad aprirmi gentilmente la porta.

"Obson! che ci fai qui?" chiese lui

"Sono venuta a trovare il mio adorato collega.."

"Non eri obbligata" mi tranquillizzò

"Andiamo, il mio collega sta male e io secondo te mi sento obbligata a venirti a trovare?" chiesi sorridendo

"Okey, Miriam, vuoi entrare?" disse aprendo un po' di più la porta

La casa era completamente in disordine, ma era comprensibile visto che era malato.

C'erano ancora o piatti sporchi del giorno prima sul lavandino della cucina.

"Scusa il disordine"

"Non ti preoccupare, ho visto di peggio"

Bugia.

Enorme bugia.

"Quindi hai notizie?" chiese poi sedendosi sul divano e facendomi cenno di fare lo stesso

"Nulla di speciale; Lily Turner conferma di essere una prostituta e accusa Calum Hood di aver violentato la sorella, poi di averla costretta ad abortire"

"Questi ragazzi sono una cosa incredibile..." disse scioccato

"Lo so, per fortuna non sono una delle loro madri.."

"Il prossimo da incastrare sarà?" chiese apparentemente interessato

"Ci ho pensato bene e andrei da Hannah Smith"

***POV. Ashton Irwin***

Stavo uscendo di casa perchè quel pomeriggio io, Michael e Calum dovevamo andare da Luke per un mega torneo di FiFA.

Mentre stavo uscendo notai mia sorella in sala davanti alla TV a guardarsi i suoi soliti programmi idioti, così andai verso di lei.

"Lauren?" chiesi quando le fui abbastanza vicino

"che vuoi?" chiese lei senza staccare gli occhi dalla scatola gigante della TV

"Tu sai dove si trova il diario di Franny?" chiesi diretto

Lauren spense immediatamente la TV e diventò all'istante più cupa.

"A cosa ti serve, Ashton?" chiese poi voltandosi leggermente verso di me

"Me lo ha chiesto la polizia, hanno riaperto il caso" risposi

"Poi lo dovrai riportare. Tu non dovrai leggere neanche una parole; lei non avrebbe voluto..."

"Dimmi dove si trova.."

"In camera sua, lo nascondeva sotto l'undicesima piastrella accanto al comodino"

...

***POV. Agente Obson***

"Pronto?" risposi al telefono

"Agente Miriam Obson? Sono Ashton Irwin e ho il diario di Francis Stoll.."

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