Siero. (pt.1)

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22 aprile, 1942

È da un mese ormai che Bucky è partito per la guerra ma, fortunatamente, riusciamo a scambiarci diverse lettere.
Dalle frasi che mi scrive si capisce palesemente la stanchezza che sta provando, ma da una parte lo capisco. Non è bello svegliarsi al mattino e andare subito a combattere.

Hey amore,
come stai? So che te lo chiedo ogni giorno, ma ho bisogno di saperlo.
Che cosa hai fatto oggi? E Steve? Come se la sta cavando con l'allenamento?
Io non sto bene, sono stanco, e tutto quello che voglio ora è stare solo con te. Questa guerra mi sta uccidendo e vivo ogni secondo con il terrore che possa succedermi qualcosa di brutto.
L'unica cosa che riesce ancora a mandarmi avanti sei tu, l'unica che riesce sempre a mettermi di buon umore.
Sai, durante questi giorni ho pensato molto anche al nome che potremmo dare ai nostri futuri figli. Destiny per lei e Nathan per lui, che ne dici?
Altra domanda: dove vorresti andare per il viaggio di nozze? Conoscendoti so che sceglieresti Parigi, ma tu sei piena di sorprese e potresti cambiare idea da un momento all'altro.
Ti amo.

Scoppio a piangere non appena finisco di leggere la sua lettera. Bucky mi manca sempre di più, ogni singolo giorno.
Io ho bisogno di lui. Ho completamente dimenticato la sensazione che provavo ogni volta che toccava la mia pelle nuda, o il piacere che mi provocavano i suoi baci. Non ricordo niente.

Hey soldato,
tutto sommato io sto bene, tralasciando il fatto che tu mi manchi da morire, ma me la cavo.
Sono sveglia da pochi minuti e tra poco dovrò andare a lavoro, la mia solita routine.
Quanto a Steve, beh, un pochino è migliorato nel suo allenamento.
Amore, so che sei stanco, ma devi solo resistere un altro po'. Quando tornerai passeremo insieme tutto il tempo che vorrai, non preoccuparti.
Per quanto riguarda il nome dei nostri figli, penso che siano bellissimi. Ma se poi nascono due maschi? O due femmine? Come vorresti chiamarle?
I nomi li faccio scegliere a te, so che non mi deluderai.
Bucky, Parigi.

                                ○●○●

Resto a guardare Steve allenarsi insieme agli altri.
Nonostante le mie continue preghiere ad Abraham, lui ancora non ha cambiato idea sul siero che vuole iniettare a Steve.
Da quello che mi ha detto, ha intenzione di farlo domani.
"Cora, come mai hai quell'espressione preoccupata sul viso?" mi chiede Peggy distraendomi dai miei pensieri.

"Erskine non ha ancora cambiato idea sul siero, e sono preoccupata per Steve" ammetto sospirando leggermente.
"La cosa grave è che Steve è d'accordo con lui" aggiungo pochi secondi dopo.

"Andrà tutto bene, io mi fido di Abraham. È vero, la prima persona che ha provato il siero ha avuto dei gravi danni, ma sono sicura che questa volta andrà tutto per il verso giusto" mi rassicura appoggiando una mano sulla mia spalla.

"Lo spero" ammetto.

°°°

Le ore di lavoro sono finalmente terminate ma, prima di ritornare a casa, decido di passare nei dormitori dei soldati in cui alloggia anche Steve. Proprio mentre mi avvio verso la sua camera, ecco che vedo uscire Abraham da lì. Indietreggio velocemente non appena lo vedo, e poi mi nascondo dietro la parete per non essere vista.
Se mi vedesse si fermerebbe a parlare con me ancora una volta sulla questione del siero per provare a farmi cambiare idea, ma non ci riuscirà mai.

Dopo essermi accertata che lui si sia allontanato, comincio a camminare verso la camera di Steve. Anche se la porta è aperta decido di bussare, è una questione di educazione.
"Hey" sorride girandosi verso di me non appena sente il rumore delle mie nocche che battono leggermente sulla porta.

"Ciao" sorrido ricambiando il saluto, poi entro.

"Come mai sei qui?" mi chiede curioso.

Resto un attimo a pensare prima di parlare. Non so se è una buona idea quella di dirgli che io sono contro la questione del siero, ma lo faccio solo per il suo bene.
"Non voglio che tu prenda il siero" dico andando diritta al punto.

"Cosa? Perché?" chiede diventando improvvisamente serio. Mi maledico mentalmente per aver parlato, ma ormai il guaio è fatto.

"Perché mi preoccupo per te e non voglio che ti succeda qualcosa" ammetto.

"Non mi succederà niente, Abraham me lo ha garantito" dice lui.

"Pensaci bene" lo prego.
Lui si limita ad annuire. Sospiro ancora una volta, poi mi alzo e mi avvio verso la porta. Ho capito che non vuole parlare, tanto vale andare via.

"Bucky come sta?" mi chiede facendomi fermare.

Mi giro verso di lui accennando un sorriso.
"Sta bene, questa mattina ho ricevuto la sua lettera, devo solo aspettare una  risposta"

"Sono contento" abbozza un leggero sorriso.

"Beh, Steve, io ora torno a casa" dico.

"Sì, ci vediamo domani" risponde semplicemente.

Abbasso lo sguardo e, senza perdere altro tempo, mi affretto a ritornare a casa. Spero solo che domani vada tutto bene e che Steve rimanga vivo.

❄ ❄ ❄

Heilà!! Come state? Che cosa mi raccontate di nuovo? Siete già andati in vacanza oppure no? Io ho ancora un'altra interrigazione da fare, e poi devo esporre un Powerpoint di educazione civica :(
Ci vediamo sabato con il prossimo aggiornamento.
Ciaoooo. ♥






𝙿 𝚁 𝙾 𝙼 𝙸 𝚂 𝙴|| 𝙱𝚞𝚌𝚔𝚢 𝙱𝚊𝚛𝚗𝚎𝚜 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora