Salvataggio. (pt.2)

1.7K 95 0
                                    

Grazie all'aiuto di Howard, come ci aveva detto Peggy, ci troviamo su un aereo diretto in l'Italia.
Tra me, Steve e la mia migliore amica c'è un silenzio imbarazzante che ogni tanto è spezzato da lei e Howard.
"Agente Carter, se non abbiamo fretta pensavo che potremmo fermarci a Lucerna per una bella fondue di mezzanotte!" le propone Howard.

Riesco a vedere Steve fulminare quest'ultimo con lo sguardo, infatti cerco di trattenere una risata.
"Poi vedremo" risponde Peggy.

Rimaniamo in silenzio per qualche altro minuto. Howard ci ha comunicato poco istanti fa che siamo quasi arrivati alle basi dell'HYDRA.
Infatti, mi affaccio alla finestra guardando i laboratori da lontano.
"C'è qualcosa tra te e Howard?" chiede Steve a Peggy. Io concentro la mia attenzione immediatamente su di loro.

"Che cosa te lo fa pensare?" gli chiede lei senza dargli una risposta.

"Sai...la fondue" risponde lui in modo ovvio.
Cerco di trattenere una risata.

"No, non c'è niente tra di noi" sorride.

"Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma dovete scendere ora, o altrimenti vi vedranno tutti" si intromette Howard.
Senza farmelo ripetere due volte, prendo lo zaino con il paracadute e apro lo sportello dell'elicottero.

"Aspetta, Cora, vado..."

"Ci vediamo giù, Steve!" lo interrompo dalle sue parole per poi buttarmi dall'elicottero.

Mi godo per qualche secondo la bellissima sensazione che sto provando, ma poi mi affretto ad aprire il paracadute.
Sento immediatamente che la velocità con cui stavo cadendo rallenta per non farmi schiantare sul terreno.
"Mi hai fatto preoccupare" sento dire dalla voce di Steve alle mie spalle.

È vero, forse non avrei dovuto buttarmi all'improvviso, ma ero eccitata all'idea di farlo e non ce la facevo più ad aspettare.
"Non farmi la predica, ti ricordo che sono più grande di te" puntualizzo lasciandomi sfuggire un sorrisino provocatorio. Steve ha sempre odiato sentirsi dire queste parole. Sia io che Bucky siamo più grandi di lui di un anno e, quando eravamo più piccoli, lo prendevamo spesso in giro per questo, infatti dicevamo che era il nostro "piccolo bambino". Lo chiamavamo in questo modo.

"Sai, sto prendendo in considerazione l'idea di lasciarti qui e di ritornare a casa solo con Bucky" sbuffa sorpassandomi per poi cominciare a camminare verso i grandi cancelli dove si trova la base dell'HYDRA.
Mi lascio sfuggire una risata a quelle parole.

"Saresti davvero capace di farlo?" chiedo fingendomi offesa mentre lo seguo.

"Se non stai dietro di me e non fai quello che ti dico, probabilmente sì" mi minaccia. Dal tono in cui mi parla non riesco a capire se sta dicendo sul serio o sta solo scherzando. Ad ogni modo, decido di fare la seria e di ascoltare lui per una volta. Dopotutto, è Capitan America.

Riusciamo a sorpassare i cancelli dell'HYDRA dopo aver scavalcato un muretto decisamente alto, ma non abbiamo avuto scelta. Era l'unico accesso "sicuro", infatti non siamo stati visti da nessuno.
"Dobbiamo entrare da lì" mi dice indicandomi con lo sguardo una porta che si trova a qualche metro di distanza da noi. La prima cosa che mi salta all'occhio è una guardia che cammina avanti e indietro mentre tra le mani impugna un mitra.

"Come facciamo?" chiedo titubante. Forse Steve aveva ragione, avrei dovuto lasciare che venisse soltanto lui qui, io non credo di essere pronta per fare una cosa del genere.

"Va tutto bene?" mi chiede girandosi a guardarmi. Annuisco accennando un "Sì" con la testa, anche se dalla sua espressione si capisce palesemente che non mi crede.
"Dobbiamo riuscire a distrarlo" aggiunge dopo qualche secondo, rispondendo alla domanda che gli ho fatto qualche secondo fa.
Rimango in silenzio per qualche istante pensando velocemente ad un modo per allontanarlo da lì.

𝙿 𝚁 𝙾 𝙼 𝙸 𝚂 𝙴|| 𝙱𝚞𝚌𝚔𝚢 𝙱𝚊𝚛𝚗𝚎𝚜 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora