{ Maybe... }

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NICO'S POV

Quella mattina il mio programma era davvero molto interessante , fare nulla.
Non ero dell'umore per allenarmi , né tantomeno volevo rischiare di vedere Jackson.
Da quando ci eravamo lasciati il nostro rapporto si era ridotto ad un cenno di saluto , anche se a volte non ricambiavo nemmeno quello.
I miei capelli corvini svolazzavano in ciocche scomposte , mossi dal lieve vento che rendeva più sopportabile l'afa estiva. Poteva anche essere la stagione più calda dell'anno, ma nessuno mi avrebbe impedito di indossare la mia cara giacca da aviatore che, pur essendomi molto grande, era davvero fantastica.
Mi diressi verso l'Arena senza un motivo preciso, i piedi che prendevano a calci i vari sassolini che trovavo sul mio cammino, interrotto dai molti sguardi che ricadevano sui miei occhi scuri come la pece.
Appena arrivai nel luogo prescelto come mia destinazione vidi una figura esile che lanciava pugnali contro un ignaro manichino, riducendolo come una forma di groviera.
Riconobbi la ragazza come la presunta sorella di Percy, in quel momento mi sfuggiva il suo nome.
La pelle non coperta dalla maglia del campo era pallida, ma non quanto la mia, che assomigliava al latte. Il suo fisico era minuto , le gambe snelle messe in risalto dai pantaloncini corti in jeans .
La stavo ancora guardando quando scagliò un pugnale nella mia direzione, senza aver notato la mia cupa presenza.
Grazie agli dei i riflessi erano dalla mia parte e riuscì ad afferrare il coltello di bronzo celeste appena in tempo, anche se mi lasciò un leggero taglio sulla mano .

- bel tiro , novellina -

Cercai di mantenere un atteggiamento serio, ma appena lei si girò, il viso sorpreso a causa del mio intervento, non riuscì a trattenere una piccola risata.
Io che ridevo, che miracolo!
La ragazza mi puntò minacciosa i suoi occhi azzurri contro guardandomi con fare accigliato e , solo in quel momento, mi resi conto di quanto fossero belli.
Erano di una tonalità insolita di azzurro, né troppo chiaro né troppo scuro, potevano passare da assomigliare ad un mare in tempesta al mare più cristallino e calmo del mondo intero. Non di certo belli come quelli di Percy, ma ci andavano davvero vicini.

- ora mi faresti la cortesia di ridarmi il mio pugnale?-

Parlò con fare acido, cercando di apparire seria e sicura di sé ma quando la guardai negli occhi tutta quella sicurezza sembrò crollare all'improvviso, come una lunga fila di tesserine del domino.
Le porsi il suo pugnale, ma solo dopo averlo guardato meglio: era davvero un'arma fantastica a mio parere, ma preferivo la mia fidata spada di ferro dello Stige .

- tu sei... Maia, giusto? -

Inclinai la testa di lato, sperando di essermi ricordato il nome giusto, non volevo di certo fare figuracce con una delle novelline. Non mi importava davvero dell'impressione che facevo, ma forse in quel caso fu diverso.

~ guarda come è carina, Di Angelo. Dimentica quel ragazzo dagli occhi verdi~

Una vocina alquanto fastidiosa iniziò a bisbigliare frasi del genere nella mia testa, facendomi confondere. Poco dopo capii chi era la donna che stava armeggiando nei miei pensieri.
Afrodite.
Imprecai a bassa voce in greco antico, quasi sussurrando. Ci mancava solo la dea dell'Amore a rovinarmi la giornata , già noiosa di suo.

- esatto, sono io. Sono arrivata ieri sera, da come hai visto sulla spiaggia.-

Alzò le spalle, mentre si sistemava i capelli in una coda stretta, di sicuro se ne voleva andare da lì. Dovevo averla inquietata parecchio.

- se vuoi ti porto a fare un giro per il campo, giusto per ambientarti un po'..-

Spostai lo sguardo altrove, notando che molti ragazzi ci stavano osservando. Anzi , osservavano Maia, la stavano letteralmente divorando con gli occhi. Feci una smorfia schifata dal loro comportamento da idioti e poi tornai a guardare la ragazza, in attesa della sua risposta.

- mm.. Perché no? -

Per la prima volta la vidi sorridere e lì scattò il finimondo. Quel suo sorriso così carino e dolce fece scattare qualcosa in quel pezzo di pietra che mi ritrovavo nel petto. Tutto ad un tratto la barriera d'indifferenza totale che avevo costruito tra me e il mondo, in particolare tra me ed il genere femminile, iniziò a sgretolarsi pian piano, distrutta da quello che avevo davanti ai miei occhi .

~ vedo che non devo nemmeno forzarti, figlio della Morte. Molto bene, molto bene~

La voce della Dea mi riportò alla realtà , vedendo che Maia mi stava fissando , notando il mio sguardo perso nel vuoto. Sembravo un emerito idiota.

- ehm.. Si , certo. Seguimi-

Le feci un cenno con la mano , portandola a visitare i vari luoghi del campo, soffermandomi al laghetto delle canoe, dopo aver visto i campi di fragole e l'armeria .
Una voce fin troppo familiare ci distrasse dalle nostre chiacchiere .

- Maia, ma che diamine ci fai qui? Soprattutto, con lui? -


Daughter Of PoseidonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora