Spero davvero che la storia vi stia piacendo, io personalmente sto amando scriverla ❤️. Se così non fosse, però, vi chiedo davvero con il cuore di dirmelo. I commenti sono pochissimi e alcune volte nulli, e mi dispiace vederlo, soprattutto se in parte questo è colpa mia. Detto questo, buona lettura 💕
Dopo aver visto le varie scene del crimine, io e Sarah ritorniamo alla sede dell'FBI. Sarà intorno l'una di notte, infatti non trattengo uno sbadiglio in ascensore. «Mi dispiace dirtelo.» Fa lei, accennando un sorriso. «Ma ora c'è la parte più noiosa e che richiede la massima concentrazione.»
Mi scappa una smorfia all'idea: ora ci dobbiamo incontrare con gli altri, raccontare quello che abbiamo visto e guardando le foto cercare il colpevole. Sarebbe anche normale, se non fosse piena notte. Se l'avessi saputo stamattina non mi sarei svegliata alle sei per andare a correre e avrei dormito qualche ora in più. «Che gioia.» Esclamo, ironica, facendo di nuovo ridere Sarah, che mi ricorda che una volta finito questo caso dovremmo andare a festeggiare per il mio arrivo. Dovevamo andare dal primo, ma per il mio incidente non abbiamo più fatto niente.
Appena entriamo nella sala dove ci siamo riuniti anche la prima volta, io e Sarah salutiamo. Ci sono tutti, anche se Ty sembra assente, con lo sguardo nel vuoto. Joey gli lascia una pacca sulla spalla e solo in quel momento accenna un sorriso. Ha la mano destra poggiata sul collo. Corrugo la fronte vedendo come sia triste e vado a sedermi al solito posto. Sarah si mette di fianco a me, ridacchiando per qualcosa che le dice Joey.
Anche Ty si alza, lasciando vedere il collo. Trattengo per un attimo il respiro. È viola, come se avesse sbattuto forte contro qualcosa. O contro qualcuno, dal momento che si distingue la forma di una mano. Steven ridacchia ed io lo guardo subito male. Mi chiedo cosa c'è da ridere mentre Ty ha il collo viola. «Brooklyn ci è andata pesante questo pomeriggio, vedo.»
«Stai zitto.» Sbotta Ty, deglutendo a fatica. Anche Camden e gli altri sembrano preoccupati, perciò capisco che non è molto normale per lui venire a lavorare con mezzo collo viola. Mi devo mordere l'interno della guancia per non chiedergli se vuole del ghiaccio. «Concentriamoci sul caso, va bene?» Continua, iniziando a mettere sul tabellone le foto degli omicidi.
Anche quando stiamo parlando del caso, però, io non riesco a distogliere gli occhi da lui. So cosa significano quei segni. Tutti pensano che la violenza sulle donne sia sbagliata, ma è sbagliata allo stesso modo di quella sugli uomini. Partecipo all'analisi degli omicidi e a cercare di ricostruire in parte un profilo sul soggetto ignoto, ma rilascio un sospiro di sollievo solo quando è finita e gli altri iniziano a tornare a casa. Fingo di prendere lentamente le mie cose, aspettando che escano tutti per rimanere da sola con Ty.
«Stai bene?» Chiedo, anche se in un sussurro. Chiederglielo mi sembra il minimo, in primis perché lavoriamo insieme, in secondo luogo perché lui mi ha salvato la vita, e questo non lo scorderò mai.
Ty sembra sorpreso della mia domanda. «Sì, certo. Tu?» Ho ancora dei lividi, ma credo si veda che sto meglio. Annuisco lo stesso e mi avvicino, mentre lui sta riponendo i fascicoli dei casi nei cassetti giusti.
«Chi ti ha fatto quei segni?» Provo a chiedere, poggiandomi al tavolo. Più sono vicina, più vedo le dita femminili della sua ragazza. Mi ricordo di averla vista, lo stesso giorno che ho incontrato Ty: capelli rossi e viso angelico, ma a quanto pare era tutta apparenza.
Lui sbuffa, mandandomi un'occhiataccia. «Solo perché lavoriamo insieme e hai visto quel che hai visto, non significa che puoi venirmi a fare domande del genere, agente Lewis. Chi mi ha fatto questi segni sono affari miei.»
Mi rendo conto di aver posto la domanda nel modo sbagliato. Perciò cerco di stare in piedi in modo più disinvolto e mi stringo nelle spalle. «È stata la tua ragazza?»
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Comeback
RomantikUna sorella con la parlantina, dei genitori completamente imbranati nel ruolo e zero amici sono le caratteristiche principali della semplice vita di Elodie. O almeno, finché non si convince che aiutare gli altri lavorando all'FBI è la giusta strada...