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“Yeah, I fell for you”

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Ora o mai più penso. Poggio le mie labbra sulle sue e la mia mano va sulla sua guancia. Lo sento lasciarmi la mano e poggiare le sue sulle mie guance, mentre continuiamo a baciarci.

Quando ci stacchiamo, dopo un tempo interminabile, mi rendo conto di cosa ho fatto, e mi allontano di scatto, ricevendo un’occhiata allibita da parte di Cameron. Non riesco a sostenere il suo sguardo, così mi volto e corro fuori da quel capannone.

Non ho idea di dove andare, così mi accovaccio per terra con la schiena poggiata alla transenna, vicino l’uscita. Mi prendo la testa fra le mani maledicendomi mentalmente per la mia stupidità. Cameron si è probabilmente accovacciato davanti a me, perché sento le sue mani che tentano di spostare le mie braccia. Dopo qualche minuto di tentativi, sposto le braccia bruscamente, mantenendo però lo sguardo basso. Sento le mani di Cam che mi solleva dolcemente il viso, e allora decido di guardarlo. ‹Perché sei scappata?› mi chiede ‹Scusa, sono stata una stupida. Non avrei dovuto baciarti.› dico, tentando di non guardarlo più. ‹Guardami.› mi dice; è un ordine, ma il tono della sua voce è dolce. Faccio come mi dice. Mi guarda negli occhi e di punto in bianco mi bacia. ‹Non sei stata stupida. Non sai da quanto aspettavo questo momento.› mi dice a fior di labbra, per poi ricominciare a baciarmi. Quando ci stacchiamo lo guardo maliziosa ‹Forse era meglio che baciavo lo specchio.› gli dico pulendomi i pantaloni. Per qualche secondo Cameron mi fissa a bocca aperta, sorpreso del mio repentino cambio d’umore. Poi però capisce le mie intenzioni, infatti mi dice sorridendo sotto i baffi ‹Vorresti dire che non bacio bene?› avvicinandosi ‹Mah, mi sa che non l’ho capito molto bene.› rispondo sempre con un sorriso malizioso sulle labbra. Mi si avvicina lentamente, con il mio stesso sorriso stampato in faccia. Arrivatomi vicino mi prende per i fianchi e mi attira a se, avvicinando il viso al mio. Aspetto solo che mi baci, ma non lo fa. Mi lascia lì, occhi chiusi e labbra leggermente aperte, e si incammina con un sorriso strafottente.

Davanti a me passano un gran mucchio di persone, ma quasi non le sento dal brusio che fanno i miei pensieri. Adesso so per certo che non posso essere semplicemente un’amica di Cameron; non posso esserlo. Non dopo questa sera. Quello che non riesco a capire è ciò che provi lui nei miei confronti. Ieri aveva mostrato non poco interesse per me, e non posso dire che oggi sia stato da meno, ma ho paura di pensare troppo e di trarre conclusioni affrettate.

Mi accorgo troppo tardi che Cameron si è allontanato, e si sta dirigendo verso un piccolo chiosco. Non posso rincorrerlo, perché mi squilla il telefono. Rispondo a Bea (chi altro poteva essere se non lei?) ‹Oi Bea, dimmi.› le dico tappandomi l’altro orecchio per sentire meglio ‹Dove siete?› mi chiede, e me la immagino sollevarsi sulle punte alla ricerca di uno di noi ‹Ehm…› dico guardandomi intorno ‹Vicino un chiosco di hot dog.› le dico, dopo aver letto l’insegna del chiosco accanto a me ‹Bene, venite al parcheggio che ci vediamo lì.› mi dice, e riesco a risponderle con un veloce ‘okay’ prima che chiuda la chiamata. Raggiungo Cam che sta prendendo un panino al chiosco, e poi ci incamminiamo. Mi offre il suo hot dog durante il tragitto, ma io rifiuto, dal momento che mi si è chiuso lo stomaco. ‹Domani devo montare delle mensole. Potresti venire e dirmi dove vorresti le metessi?› mi chiede ‹Oh, si certo.› gli rispondo, cercando di non far trapelare la mia irritazione per il suo comportamento, oltre che per il mio; ma ovviamente non faccio un buon lavoro. La conversazione finisce lì. Arrivati al parcheggio troviamo Bea e Nash che discutono, ma quando ci vedono interrompono bruscamente la conversazione. ‹Beh, allora andiamo.› dice Bea, avvicinandosi ancora di più a Nash per baciarlo, per poi andare da Cam e stampargli due baci sulla guancia. Io faccio la stessa cosa con Nash, ma quando mi avvicino a Cameron non so come comportarmi, così lascio che sia lui a fare la prima mossa. Mi abbraccia calorosamente, e io ricambio, in maniera forse troppo impacciata. Mi passa le mani sulla schiena e mi sussurra all’orecchio ‹Già mi mancano le tue labbra.› dice con voce roca, facendomi avvampare. Si stacca da me, e dopo aver detto un ‘ciao’ generale, si allontana con Nash verso la sua macchina. ‹Ma guarda tu sto stronzo!› dico, sbattendo la portiera della mia macchina. ‹Che è successo?› mi chiede Bea, dopo essersi sistemata sul sedile del passeggero ‹Ah no, niente. Prima mi bacia e poi fa come se niente fosse.› dico, tutta incazzata, mettendo a moto la macchina. Notando lo sguardo interrogativo si Bea, le spiego tutto l’accaduto. Alla fine mi guarda allibita, non sapendo cosa dire ‹Charlie, non so cosa dirti. A me non è mai capitato nulla del genere, anzi, non riesco ancora a capacitarmi di come sia così spigliata. Ti consiglio di dormirci su, e domani ne parleremo meglio.› mi dice, per poi darmi un bacio sulla guancia e scendere dalla macchina, dal momento che siamo arrivate a casa sua. Arrivata a casa, decido di fare come mi ha consigliato Bea, e dopo aver mangiato, salgo in camera mia e mi corico, cercando di riflettere.

Magnificent || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora