CAPITOLO I.

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Sbadiglio mentre guardo l'ennesima anima sfilare di fronte a me, disperata per il destino che l'attende.
Idiota... Se fossi stato un uomo migliore, adesso non saresti di certo qui.
Sento suonare le campane. Le odio: fanno un casino terribile, e mi ricordano costantemente che è lui a comandare, mentre io non posso fare altro che stare al suo servizio.
Peró quelle delle 19:00 sono leggermente più sopportabili: indicano che posso prendermi un po' di pausa dal lavoro.  Mi alzo, stiracchiandomi, e mi volto verso il demone al mio fianco.
- Pensaci tu-. Lui annuisce ed io sono finalmente libero di andarmene. Scendo dal trono e mi sposto dietro esso: nel suo schienale, c'è una porta. La tocco ed essa sparisce, permettendomi di entrare e imboccare le scale che conducono al mio palazzo. La porta si richiude alle mie spalle, lasciando che l'oscurità mi circondi, ma ormai ci sono abituato e riesco a vedere perfettamente anche senza.
Finite le scale, mi trovo di fronte un'altra porta. La tocco e, proprio come l'altra, sparisce, facendomi spuntare dietro un altro trono.
Questo condotto collega il mio palazzo alla superficie, e posso utilizzarlo solamente io: i miei aiutanti demoni devono servirsi della strada lunga. Ma dopotutto, per loro non è un problema: sono esseri immortali, trasformati in semplici schiavi proprio dall'uomo che idolatrano. Loro non sono come me.
La stanza è grande, ma vuota: ci sono solo il trono, posizionato in un soppalco, e nient'altro. Non ho voluto arredare questo posto; in realtà, non ne ho neanche il tempo. Anzi, non dovrei stare qui a sprecare le mie poche ore di riposo a fissare questa stanza vuota.
Velocemente, esco e mi dirigo verso la sala da pranzo.
- Signore, il vostro pasto è pronto- afferma un demone quando entro nella stanza. Annuisco e vado a sedermi al lungo tavolo posizionato al centro. Non capisco neanche perché sia così grosso... Dopotutto, qui ci mangio solamente io. Però almeno il cibo è buono.
- Buon appetito, signore-.
- Lasciatemi pure da solo- rispondo. Il demone annuisce e si allontana. Sospiro e guardo l'orario: non ho molto tempo. Se voglio riuscire a riposarmi un po', devo mangiare in fretta.
Metto il cibo nel piatto ed inizio il pasto. Mentre mangio, allungo la mano di fronte a me: una leggera esplosione sul palmo previene la comparsa di una cartina proiettata sopra essa. Controllo tutti i luoghi più importanti: le Prigioni Infernali, i Campi Purificatori, i Cancelli Invarcabili, il Tribunale Peccaminoso... Sono luoghi che vanno tenuti sotto stretta sorveglianza. Ordini dall'alto. Anche se la ritengo una cosa inutile: dopotutto, questo posto pullula di demoni, e il tizio lassù è onnipotente, per cui potrebbe anche tenerselo d'occhio da solo, invece di rifilare a me questo compito ingrato...
Sbatto il pugno contro il tavolo, poi faccio sparire la cartina e mi concentro solamente sul cibo.
Ho bisogno di sfogarmi, o rischio di impazzire. Così, finisco velocemente di mangiare e mi alzo da tavola. Lascio che siano i demoni ad occuparsi di sparecchiare ed esco dalla stanza, dirigendomi invece nella parte di castello destinata esclusivamente a me... O almeno, così mi è stato detto quando sono stato spedito quaggiù. In realtà penso che da sopra riescano a vedere tutto; e questo vuol dire che possono sentire tutto il mio odio verso di loro ribollire nel mio animo... In modo per niente celato.
Entro nella mia stanza, anonima come il resto del palazzo: un letto troppo grande per me da solo è posizionato al centro, e intorno ci sono scrivanie, librerie e scaffali che non ho mai utilizzato. L'unica cosa di cui ho davvero bisogno è l'armadio.
Mi ci avvicino e lo apro, tirando fuori un paio di pantaloni da allenamento. Fregandomene della vista che avrebbero i tizi dall'alto se volessero spiarmi in questo momento, mi tolgo i vestiti da Signore dei Giudicatori ed indosso quelli. Poi, apro una porta sulla parete destra della stanza: una Palestra-Ricky. È stata la mia unica richiesta. Ho bisogno di allenarmi, o rischio di picchiare qualche anima.
Mi fiondo subito verso il sacco da boxe al centro ed inizio a colpirlo ferocemente, immaginando di star picchiando quello stronzo per colpa del quale sono finito qui.
Continuo a menare fendenti contro il sacco per circa mezz'ora, prima di reputarmi abbastanza stanco da andare a riposare per qualche ora. Domattina alle 7:00 dovrò rincominciare a lavorare, per cui devo necessariamente dormire o non avrò la forza mentale per resistere ad un altro giorno qua sotto. Be', non che le abbia comunque... Faccio veramente fatica a sopportare questa vita. Ma continuo a farlo nella speranza che, un giorno, potrò finalmente riuscire ad abbandonare questo posto di merda. Mi hanno detto che è possibile, per cui continuo a sperarci... E ad odiare chi mi lascia qui senza dirmi se sto facendo bene o male.
Torno nella mia stanza e vado a farmi un bagno veloce, poi indosso i boxer che utilizzo per dormire e mi dirigo verso il letto. Mentre sto per lanciarmici sopra però, sento bussare alla porta. Sbuffo e vado ad aprire.
- E adesso che cazzo volete? Ho sonno!- ringhio contro il demone che mi ritrovo di fronte. Lui sussulta.
- Ehm, ecco... È successo di nuovo, signore- mormora. Faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi: non è possibile...
- Non ero stato chiaro? Quel rituale doveva sparire dalla faccia della Terra!-.
- Non è una nostra scelta, signore. A quanto pare, hanno ordinato che...-.
- Non me ne frega un cazzo di quello che hanno ordinato!- urlo, tirando un pugno contro la parete al mio fianco.
- Mi dispiace, signore. Se volete...-.
- Non importa. Arrivo- chiudi la porta e vado a cambiarmi. Di nuovo. Odio veramente tanto questo posto...
Indosso i miei vestiti da Signore dell'inferno, poi apro nuovamente la porta.
- Portami da lui- ordino. Il demone annuisce e inizia a camminare, precedendomi nell'area opposta del palazzo. E io che volevo solamente dormire... Perché la gente deve sempre rompere i coglioni?
- Sta aspettando di là, signore- afferma, bloccandosi di fronte ad una porta.
- Bene. Allora vai pure- rispondo. Il demone annuisce e si allontana.
Faccio nuovamente un respiro profondo, trattenendomi dal fare saltare in aria tutto quanto, poi apro la porta. La stanza dall'altra parte è probabilmente quella che odio di più di tutto questo posto: è piena di luce. E di vita. Questo perché è la stanza d'accoglienza per i mortali, per quelle persone che, abbandonando il loro corpo terreno, portano qui la loro anima, pur non essendo morti, attraverso il Rituale Anima. Ma quale idiota vorrebbe fare una cosa simile...
Evidentemente uno come il ragazzo di fronte a me, seduto su una delle sedie nella stanza. Sarà alto più o meno come me, anche se è difficile dirlo visto che i suoi capelli rossi sparano verso l'alto, aumentando così la sua altezza. Si muove in continuazione, passandosi la mano tra i essi, poi lisciandosi i vestiti e i suoi occhi rossi si guardano intorno freneticamente.
Se ha paura, poteva evitare di venire qui e lasciarmi dormire.
Spalanco di colpo la porta, facendolo sussultare. Il ragazzo mi nota e salta in piedi.
- Buonasera. Io sono...-.
- Non me ne frega un cazzo di chi sei- lo interrompo, avvicinandomi con aria minacciosa.
- Hai compiuto il Rituale Anima, e sei giunto fino al mio palazzo. Adesso, dovrò ascoltare la tua richiesta. Quindi forza, parla: dimmi cosa vuoi dal grande Diavolo-.

KIRIBAKU-IL RE DEL MIO INFERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora