CAPITOLO XIII.

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- Kacchan. Kacchan! Aspettami!-. Mi volto, spazientito.                     
- Muoviti Deku; non abbiamo tempo- sbuffo.                                           
- Ma io non sono bravo e coraggioso come te, Kacchan; ho paura di cadere...-. Guardo il lago sotto il tronco sopra il quale sono appena passato: in effetti, sarebbe una bella caduta. Però...           
- Questa è l'unica strada per raggiungere la montagna; non hai altra scelta- gli ricordo. Lui continua a guardarsi intorno, impaurito. Sbuffo. 
- Facciamo così: ti prometto che, se cadrai, io mi tufferò a riprenderti; tanto so nuotare! Va bene?- gli chiedo. Allungo la mano verso di lui, anche se di certo a questa distanza non può afferrarla. 
- Va bene. Mi fido di te, Kacchan-. Dopo quelle parole, Deku attraversa il ponte e mi raggiunge sull'altra sponda.
- Ce l'ho fatta Kacchan!- esclama.
- Bene; ora andiamo!-. Ci avviamo su per la montagna.                       
- Ricordami perchè stiamo venendo in questo posto...- mormora Deku ad un certo punto.
- Perchè qui si trova quell'erba medicinale della leggenda; se la prendiamo, il villaggio sarà salvo!- esclamo.
- Si ma... non è pericoloso? Gli adulti ci hanno detto di non venire qui- mi ricorda.
- Hai tredici anni e ancora ascolti gli adulti? Che bambino...- borbotto.
- Però sto iniziando ad avere freddo, Kacchan- mormora. Non rispondo; in effetti, anche io sto avendo qualche brivido. Ma ormai siamo qui; non possiamo in alcun modo tirarci indietro. 
- Manca poco ormai- affermo, cercando di convincere me oltre che lui.
Ci sono molti bambini malati, sia nel nostro villaggio sia di quelli vicini; e tra essi ci sono anche alcuni amici di Deku. E dei miei conoscenti, anche se non è che mi stiano troppo simpatici. Soprattutto quello fatto a metà... ma Deku è il mio migliore amico, per cui voglio aiutarlo ad essere felice con le persone a chi vuole bene.       
- Non mi avevi chiesto tu un modo per guarire i tuoi amici? Ti ci sto portando. E ormai manca poco; resisti-. Se parlo, sentirò meno sia il freddo che la fatica.
- Scusami se ti ho trascinato qui, Kacchan- mormora. Sbuffo.         
- Non scusarti; quella medicina sarà utile anche a me. Portandola al villaggio, diventerò una specie di eroe; un dio salvatore, e tutti mi acclameranno! Non vedo l'ora!- esclamo.         
- Guarda Kacchan, non è quella?- mi indica qualcosa: quei cespugli... sembrano proprio l'erba medica indicata sul mio libro.
- Presto, raccogliamola e torniamo indietro!- esclamo, correndo verso essa. Iniziamo a raccoglierla, infilandone il più possibile nelle tasche dei vestiti e sotto la maglietta, prima di tornare indietro.
Mentre camminiamo, noto che è salita la nebbia, e questo aumenta anche il freddo.
- Kacchan, tu la vedi la strada?- mi chiede.
- Me la ricordo; non preoccuparti, ti ripoterò a casa-. Faccio appena in tempo a finire la frase che sento la terra crollare sotto i miei piedi. Spalanco gli occhi mentre inizio a cadere. 
- Kacchan!- urla Deku. Sento il mio corpo entrare in contatto con qualcosa di gelido: acqua. Però... non sembra profonda, per cui mi tiro su subito.
- Deku, non venire! L'acqua è bassa, posso...- non faccio in tempo a finire la frase che sento un urlo. Mi guardo intorno e lo vedo: Deku è caduto nel fiume. Si è aggrappato ad un masso, ma la corrente gli sta andando contro.
- Deku!-. Esco dal fiume ed inizio a correre sulla riva, cercando di raggiungere Deku. Mi fermo vicino al masso: è troppo lontano per afferrarlo. Cosa dovrei fare?
- Kach...chan... aiu...to...-.                                - Ka...cchan a...iuto-. Volto leggermente la testa, osservando il ragazzo nel letto di fianco al mio, che sta tendendo la mano verso di me.
- No...n mi sen...to be...ne-. Serro un pugno, anche se non ho più forza; se solo quel giorno l'avessi salvato prima. Se quel giorno non fossi caduto nel fiume, lui non mi avrebbe seguito e non si sarebbe ammalato con me. Se non fossi caduto, avremmo portato molta più erba curativa con noi. Ma ormai è inutile; sono passati due anni, e nessun altro ha osato avventurarsi in quei luoghi, neanche per cercare di salvarci la vita.
Siamo riusciti a ritardare la malattia di quei ragazzi... solo per morire con loro adesso. 
E fa male; questa malattia fa male. Vedere le persone che hai intorno spegnersi una alla volta fa male. Vedere l'unica persona a cui tieni allungare il braccio verso di te, pregandoti di salvarla dalle sue sofferenze, fa male.
- Kach... chan aiu...to-.
- Baku...gou aiu...to-. No, non lascerò che accada un'altra volta; io lo salverò.
Mi getto verso la pozza d'acqua; anche a costo di perdere tutto io ti salverò, Kirishima, è una promessa.
Sento qualcuno afferrarmi per le braccia e mi volto, trovando Kaminari e Mina a bloccarmi.
- Lasciatemi andare!- urlo.
- Anche noi vogliamo salvarlo; ma se tu ti sacrificassi, Kiri non lo accetterebbe mai!- urla il biondo. Serro i pugni: ha ragione. Però...
Vedo una specie di nastro bianco partire dalla riva del fiume e raggiungere Kiri, avvolgendogli un braccio. Mi volto: Jirou sta usando i suoi jack per tenersi attaccata ad una pietra mentre tiene fermo Sero, che ha lanciato il suo nastro e sta trascinando Kirishima verso la riva.
- Questi cosi sono difficili da controllare, però...-.                                 
- Faremo di tutto per salvarlo!- Jirou conclude la frase del moro mentre il nastro di quest'ultimo trascina Kirishima verso la riva.   
Mi avvicino più possibile al bordo e gli tendo la mano; quando è abbastanza vicino, lui la afferra e riesco a tirarlo fuori dall'acqua. Cado a terra, e lui atterra sopra di me. Inizia a tossire, così lo aiuto a mettersi seduto. Lui continua a tossire, fino a sputare alcuni rivoli d'acqua.
- Come ti senti?- gli chiedo quando vedo che si è calmato.               
- C'era qualcosa che... mi trascinava giù- sussurra. Stringo i pugni.
- Sapevo che non avrei dovuto lasciartelo fare... il tuo corpo non può reggere. E probabilmente è stato anche inutile, dato che non mi sembra di vedere cambiamenti in te- mormoro. Cerco di non far vedere quanto io sia sollevato: sarebbe potuto morire.               
- Ne sei sicuro?- mi chiede Denki. Aggrotto la fronte.                           
- Cosa intendi?- gli chiedo. Lui picchietta sulla spalla di Kirishima. Osservo il punto che sta indicando; all'apparenza è normale ma... ora che ci faccio caso, sembra quasi fatta di marmo.               
- Wow, è come se potessi indurire tutto il mio corpo!- esclama Kirishima. Come se non avesse appena rischiato di annegare... 
Denki mi appoggia una mano sulla spalla. 
- Bè, buona fortuna amico; penso proprio che stanotte te la spasserai alla grande-. Gli tiro un pugno sulla spalla, poi mi alzo.
- Forza, torniamo a casa-.

KIRIBAKU-IL RE DEL MIO INFERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora