mi svegliai d'un colpo, sentivo un dolore profondissimo alla testa.
mi guardai intorno; la mia camera era vuota, piccola e tutta disordinata.
questo non mi dava alcun conforto, dovevo cercare qualcosa da bere, magari mi aiutava a stare meglio.le palpebre mi si chiudevano da sole, ero stanchissima, ma comunque bisognosa di acqua, acqua che mi disidratasse.
decisi, dopo qualche secondo immersa nei miei pensieri, di scendere dal letto.appoggiai un piede in terra, pestando una mia vecchia maglietta, che probabilmente non usavo da mesi, infatti mi chiedevo perché si trovasse lí.
misi in terra anche l'altro piede, pronta al alzarmi. subito dopo avere aperto la porta, molto silenziosamente, notai che la luce della cucina era accesa.
sbuffai, ogni volta c'era sempre qualcosa che andava storto nella mia vita. curiosa, mi incamminai verso di essa. entrai, poi, distrattamente, non notando la presenza di due ragazze nella cucina.
<che stai facendo?>mi chiese una voce, facendomi rientrare nella realtà.
<non sono affari tuoi>riposi io, scontrosa, volevo solo prendere un bicchiere d'acqua.marta, la ragazza che mi aveva fatto la domanda, sbuffò, facendo sbuffare anche il suo cagnolino, zoe.
risi, anche se stavo male. erano davvero ridicole, ogni azione che facevano era insensata, per me.aprii lo sportello, che stava dietro la sedia di una delle due.
presi un bicchiere, controllando fosse pulito, e versandoci dentro l'acqua che stava sul tavolo da pranzo.prima di uscire la cucina, feci loro il terzo dito, per poi fare una pernacchia. solo una parola: clown. prima mi insultano e poi fanno le vittime, ma che se ne andassero da sta casa, dato che non mi sembrava un albergo.
è vero, all'inizio l'ho voluto io che zoe si trasferisse qui, ma dato che molto tempo fa abbiamo litigato non vedo il motivo di stare ancora qui. probabilmente le cose non staranno andando nel verso giusto con i suoi genitori.
a proposito. 'genitori'. mi mancavano. li sognavo ogni notte, e ogni misera mattina speravo di poterli abbracciare, come ogni figlia con i propri genitori.
non ho mai provato le emozioni che provano le altre della mia età. tancredi dice spesso che è l'età, che dopo tutto questo periodo instabile si aggiusti tutto.
ma non credo, è da 17 anni che ci spero, ma ora basta, è arrivato il momento di togliermi questo velo che mi copre e di mostrare al mondo la vera me stessa, la me stessa malinconica e la me stessa allegra.
tornai in camera mia, anche se avrei di certo preferito restare in cucina a sgranocchiare qualcosa. il mal di testa era calato, sí, ma non era del tutto passato.
tornata in stanza, diedi un'occhiata all'orologio appeso a una parete. segnava le quattro e mezza di mattina, e mi segnava anche che la giornata dopo avrei avuto una verifica e non sapevo manco su cosa.
corsi al mio zaino, lanciato precedentemente, dalla sottoscritta, sotto alla mia scrivania, dove ammuffivano i vecchi libri di scuola.
aprii il diario, ormai pieno di scritte fatte da ogni essere vivente. non aveva l'aspetto di un diario scolastico ma più di un libro storico, ecco.
verifica di scienze. scienze? la prof mancava da qualche settimana e ora si ripresenta facendoci una verifica? lanciai nuovamente il diario dentro al mio stupido zaino.
mi guardai intorno, ero spaesata, non mi trovavo. di sicuro era perchè era tutto cosí buio, e questo non mi aiutava.
mi scese una lacrima, una lacrima di sconfitta, una lacrima di dolore.non sapevo il motivo, ma lei sí.
avevo bisogno di qualcuno che stesse al mio fianco, qualcuno che mi capisse, qualcuno che mi consolasse. qualcuno che mi diceva che andavo bene cosí, anche se non ero la ragazza perfetta o la ragazza popolare.i pensieri mi si distrussero nella mente, quando sentii un piccolo rumore provenire da una camera. non sapevo quale, ma era di sicuro vicina a quella mia.
tornai a letto, di certo non potevo restare sveglia fino alle sette di mattina a pensare..sarebbe stata una noia assurda..o forse no.
lasciai perdere i dubbi che mi affliggevano e mi addormentai, spensierata e impaurita dalla giornata che stava per arrivare.
<mich, è tardi, svegliati!>mormorò una voce a me vicina. aprii gli occhi, sbadigliando. ovviamente era tancredi, che come ogni mattina, non diversa dalle altre, mi veniva a svegliare, perchè se no io sarei rimasta a dormire per secoli e secoli, senza svegliarmi più.
annuii con la testa, alzandomi pian piano dal letto in cui poco prima stavo dormendo. mi diede un bacio sulla guancia, facendomi i grattini alla testa.
sussurrai un 'buongiorno' a bassa voce, ma mi sentii. lo capii dal sorriso che fece dopo avermi sentito.pochi istanti dopo, mi diressi verso il mio bagno, pronta a prepararmi per andare a scuola.
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Le Ultime Pagine Della Nostra Vita||Sequel
FanfictionMichelle, una ragazza dai 17 anni appena compiuti, è costretta a vivere con suo fratello, Tancredi. un tipo violento, insensibile e lunatico, che creerà solo casini nel corso dell'adolescenza della protagonista. sua sorella minore, di 7 anni, Chanel...