Seconda parte

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"Ho fatto recapitare il ciuffo di capelli in casa Styles. Così capiscono che facciamo sul serio" esordì Zayn con un sorrisino.

"Perfetto..." rispose Louis senza alzare lo sguardo.

Non ce la faceva a guardarlo dritto negli occhi senza sprofondare nella vergogna.

"Che hai? Credevo avessimo risolto" domandò il moro con un pizzico di malinconia.

"No... cioè sì... Non ti preoccupare, okay?" disse confusamente.

"E invece mi preoccupo! Mi dici cosa c'è che non va?" alzò la voce Zayn.

"Ti ho detto che non c'è niente" ribadì Louis.

"Per adesso farò finta di crederci. Non vedo l'ora che tutta questa storia finisca. Sono stanco di vederti così" si arrese l'altro avviandosi verso la stanza dove era segregato Harry.

"Cosa vuoi fare?" domandò Louis preoccupato.

"Gli ho preso qualcosa da mangiare. Non voglio farlo morire di fame" rispose il moro prima di aprire la porta.

"Mangia" gli ordinò.

"Non ho fame. Voglio solo uscire di qui" rispose Harry cercando di apparire forte.

"E invece tu farai quello che ti dico" insistette Zayn.

"Devo andare in bagno" affermò l'altro.

"Okay, facciamo come vuoi tu" disse cominciando a scavare nella tasca dei jeans.

Prese la chiave e aprì il lucchetto della catena che imprigionava il braccio del povero ragazzo ormai da giorni. Harry non fece neanche in tempo a roteare il posto indolenzito che subito si sentì afferrare i capelli e tirare verso l'alto.

"E adesso vieni con me" continuò a denti stretti.

Poi gli circondò il polso con la sua mano ben serrata in un pugno e lo condusse al di fuori della stanza. Il riccio poté finalmente sgranchirsi le gambe rimaste per troppo tempo fuori allenamento.

"Accomodati" esordì il moro una volta giunti in bagno.

Harry cercò di liberarsi dalla presa e "Non mi lasci?" domandò infastidito.

"Non sono un idiota. Non ti permetterò di scappare. Non ti lascerò solo nemmeno per un secondo" disse in un ghigno.

Harry sbuffò, si posizionò difronte al gabinetto e si abbassò i pantaloni un po' restio.

"Non vergognarti. So com'è fatto un pene" lo provocò Zayn.

"Non ci riesco se mi guardi" rispose il riccio in imbarazzo.

"Muoviti. Non abbiamo tutta la giornata. Non ti preoccupare, non ho intenzione di stuprarti" si infastidì il moro.

"Come hai fatto con Louis?"

Un passo falso. Dannatamente falso.

Zayn lo spintonò e "Tu! Non sono cazzi tuoi. Non ti intromettere mai più. Hai capito bene?!" gli gridò contro, con gli occhi che erano diventati due fessure e la mascella contratta.

"E adesso sbrigati. Sto perdendo la pazienza" continuò.

"È inutile. Non ci riesco" disse Harry irritato.

"E allora te ne torni in stanza. Hai sprecato la tua occasione" gli si scagliò contro.

Il riccio si rivestì velocemente e venne condotto nuovamente dal braccio di Zayn nella sua prigione. Louis, che aveva seguito tutta la scena in disparte, incrociò i suoi occhi con quelli di Harry prima di vederlo sparire al di là della cigolante porta di legno.

Partners in crimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora