Il grafico luminescente continuava ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente, segnalato acusticamente ad ogni picco più alto. La macchina dell'ossigeno ricaricava sbuffando dentro il tubo connesso alla maschera sul viso. Taehyung era disteso in quell'enorme letto d'ospedale. Lo avevano preso per un pelo. Il ragazzo dai capelli azzurri stava seduto a fianco al letto osservando la sua esile figura ridotta ad uno stato pietoso. Gli veniva voglia di chiuderlo in un abbraccio e allo stesso tempo di dargli il resto per quanto fosse stato stupido. Sospirò lasciando andare il fiato che tratteneva da un po' e strinse la mascella e un pugno in un'impeto di rabbia. Questa volta Hoseok non l'avrebbe passata liscia e lo giurò sulla propria anima. Uscì dalla sala di terapia intensiva e si tolse la cuffia di plastica e la tuta usa e getta scombinandosi i capelli. Aveva bisogno di un caffè nella maniera più assoluta. Si sfregò la faccia cercando di scrollarsi lo stress e la preoccupazione di dosso mentre chiamava l'ascensore. Salì di un piano per raggiungere la macchinetta de caffè e una volta davanti perse tempo a scegliere quale caffè prendere perché continuava a pensare a come avesse visto Tae venir trascinato da quelle persone. Credeva davvero fosse morto. Fu in quel momento che si lasciò andare alle proprie emozioni e sentì bruciare gli occhi. Alla fine premette un tasto a caso per non dare l'idea di essere un perditempo. Fu in quel momento che sentì una voce familiare avvicinarsi lentamente. Quei capelli corvini li avrebbe riconosciuti fra mille, le labbra carnose e rosee: Jimin. Cosa ci faceva lì? E chi era il ragazzo accanto a lui? Sembrava tanto quel Cocco con cui parlava sempre Tae. Fu proprio quest'ultimo ad avvicinarsi all'azzurro con fare preoccupato. Doveva aver visto la sua faccia stravolta -Hei tu..!- disse con poco garbo e senza troppi giri di parole mentre Jimin arrossiva -Che fine ha fatto Taehyung?- chiese improvvisamente più preoccupato. Non sapeva bene come dirglielo. Yoongi non era mai stato bravo a parlare, rassicurare e fare discorsi. In effetti non parlava troppo, era Tae quello. Fu proprio per quello che guardò Jimin in cerca di aiuto. I loro occhi si incrociarono per quella che era la terza volta ed ogni volta l'emozione era diversa: fastidio, interesse ed ora aiuto. Per Jimin gli occhi di dell'azzurro erano come lo scrigno di Pandora: uscivano tutte le emozioni che trasmetteva in maniera chiara e limpida. Fu per quello che lo prese per mano e lo allontanò dal suo caffè e da Jungkook.
-Che è successo?- chiese proprio il corvino capendo che se lui era lì e Taehyung non era al suo fianco sicuramente era successo qualcosa al ragazzo che al suo migliore amico piaceva tanto.
-Non ero con lui quando lo hanno massacrato...- cominciò il turchese scuotendo il capo leggermente -È in terapia intensiva al piano di sotto. Jimin...- disse afferrandogli un polso scuotendo la testa -..è grave. Io credevo fosse morto.
A quelle parole il corvino trattenne il fiato. Non si immaginava potesse accadere qualcosa di simile ad un tipo come lui. Il loro primo incontro era stato per lui un tormento e doveva ammettere che quel ragazzo dai capelli arancioni aveva decisamente fegato e un carattere intimidatorio. Esisteva qualcosa di peggiore dal ridurlo in terapia intensiva? Ma soprattutto, come dirlo a Jungkook? Erano lì perché Jimin gli aveva consigliato di fare una visita dopo quello che era successo alla festa di Hoseok e si erano ritrovati a parlare con uno psichiatra.
-Va bene.- disse soltanto il corvino facendosi coraggio. Il suo sguardo determinato e comprensivo diede un po' di fiducia anche al turchese che ancora gli stava di fronte. Tornarono dal ragazzo che nel frattempo aveva preso il caffè e lo porse all'azzurro.
-Quindi...?- chiese guardando entrambi, prima il suo amico e poi l'uomo del caffè. Fu Jimin a sospirare per primo -Kookie... andiamo a trovare Taehyung. È qui sotto.- disse annuendo lasciando di pietra Yoongi con il bicchiere appoggiato alle labbra. Scherzava vero? Non era più facile dirglielo?
-Però... devi essere molto forte. Tae non sta bene, quindi tu devi stare bene per lui. Capito?- aggiunse poi il corvino in modo più serio e dolce lasciando che il minore annuisse. Una volta in ascensore Yoongi squadrò meglio la situazione: lui era lì per suo cugino, ma loro perché erano lì?
-Come mai eravate in neuropsichiatra voi due?- chiese infatti finendo il suo caffè mentre Jimin sbiancava e Kook abbassava lo sguardo rabbrividendo. Fu proprio il corvino ad accostarsi all'orecchio dell'azzurro con le sue labbra carnose
-È una cosa un po' delicata...- sussurrò appena mentendo una certa discrezione per rispetto alla privacy del suo amico che già aveva difficoltà a parlare di quello che era successo. Camminarono lungo il corridoio della terapia intensiva quando Yoongi si fermò davanti al vetro di una delle ultime stanze. Era irriconoscibile. Gli si spezzava il cuore a vederlo così. Jimin era sconvolto: guardava quel corpo inerme completamente sfigurato e pieno di gesso respirare solo grazie ad un tubo che gli avevano messo in gola. Guardò il suo amico una volta riuscito a distogliere lo sguardo e si sorprese nel vederlo quasi incazzato. Era determinato.
-Voglio entrare.- disse deciso. Si spacciò per il fratello per farsi dare tutto l'occorrente per poter entrare in quella stanza e una volta dentro si sedette accanto a lui prendendogli una mano sospirando.
-Non lo avevo immaginato così il nostro primo appuntamento, ma tu devi fare le cose in grande da quello che vedo...- ridacchiò accarezzandogli poi la testa con la mano libera -Ti hanno conciato per bene eh... direi che siamo pari. Tu picchiato ed io stuprato dal re della festa... neanche lo conosco...- qualche lacrima cominciò a scendergli ripensando alla paura che aveva provato e gli strinse d'istinto la mano -Avrei voluto che la mia prima volta fosse con te... con i miei amici faccio lo spaccone e sembra che me ne faccio uno dietro l'altro quando in realtà a stento ho dato un limone ad un ragazzo. Tu sei speciale per me. Quindi vedi di riprenderti e portarmi in un posto come si deve. Ridammi quello che Hoseok mi ha tolto..- sussurrò alzandosi appena e baciandogli la fronte con la mascherina ancora tirata su.I due guardavano la scena da fiori entrambi con un po' di tenerezza nel cuore.
-Che tipo è Jungkook?- chiese Yoongi all'improvviso cogliendo Jimin alla sprovvista mentre guardava la scena. -È un bravo ragazzo... è un po' eccentrico a volte ma ha tante paure di cui non parla... specie dopo quello che è successo...- si incupì un po' abbassando lo sguardo mentre gli occhi profondi del turchese ora erano fisso sulla sua figura lasciandolo parlare -È stato violentato ad una festa un paio di giorni fa. Sono l'unico a saperlo perché neanche tu lo sai.- disse regalandogli uno sguardo d'intesa -Per questo siamo qui...- Yoongi annuì -Capisco. Alla sorella di Tae accadde la stessa cosa prima di venire uccisa. Per questo si è messo nei guai. Ha rivisto chi le aveva fatto quello scempio e ha deciso di vendicarsi da solo. Tutto perché lui è troppo impulsivo...- sospirò -Ma gliela farò pagare a quel figlio di puttana.- disse ora più determinato -Per sua sorella e per Tae. Se vedete questo ragazzo stategli alla larga.- disse mostrandogli la foto del ragazzo dai capelli rossi che Jimin aveva riconosciuto -Yoongi...-
Lo chiamò sconvolto.-È stato lui.
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Azzurro come te || yoonmin || Saga del ferro e dell'oro
FanfictionJimin è un ragazzo assennato che vive nella periferia di Seoul. La sua vita è molto schematica è organizzata ma tutto questo cambia nell'esatto momento in cui, camminando sul ponte che divide i confini di Seoul città dalla periferia, per sbaglio tir...